Numerosi
reperti archeologici etruschi di epoca ellenistica, risalenti al III secolo
a.C., in stato di perfetta conservazione, ritenuti di eccezionale valore
storico ed artistico sono stati sequestrati a seguito di una complessa ed
articolata attività di indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Tutela
Patrimonio Culturale – Sezione Archeologia, coordinata dalla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Perugia, illustrata oggi, a Roma, nel corso
di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede del Reparto operativo del
Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale presso la Caserma La Marmora,
alla quale sono intervenuti il Procuratore Capo della Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Perugia, Raffaele Cantone, il Sostituto Procuratore
della Procura della Repubblica di Perugia, Dott.ssa Annamaria Greco, il
Comandante dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, Gen. D. Francesco
Gargaro, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il Capo del
Dipartimento per la Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero della
Cultura, Luigi La Rocca.
TPC. Crediti foto: © Emanuele Antonio Minerva.
L’intervento
dei militari del TPC ha portato a recuperare otto urne litiche etrusche, due
sarcofagi e il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo
a.C. Le urne, tutte integre, sono in travertino bianco umbro, in parte decorate
ad altorilievi con scene di battaglie, di caccia e con fregi, alcune delle
quali conservano pigmenti policromi e rivestimenti a foglia d’oro, altre con la
raffigurazione del mito di Achille e Troilo.
TPC. Città della Pieve. Crediti foto: © TPC.
TPC. Crediti foto: © Emanuele Antonio Minerva.
Dei due
sarcofagi, uno è al momento rappresentato dalla sola copertura e l’altro
completo dello scheletro del defunto. Un preliminare studio scientifico delle
urne redatto dai funzionari archeologi del Ministero della Cultura conferma
l’appartenenza dei beni a un unico contesto funerario, consistente in una tomba
a ipogeo riconducibile a una importante famiglia del luogo, i “PULFNA”.
Particolarmente
ricco il corredo funebre, composto di suppellettili e vasellame sia fittile che
metallico, tra cui quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l’antica
divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo, un balsamario
contenente ancora tracce organiche del profumo utilizzato in antichità, un
pettine in osso, situle e oinochoe in bronzo, comunemente utilizzati dalle
donne etrusche durante banchetti e simposi.