Uno studio
condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con
l’Università di Firenze e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, propone
un approccio innovativo basato su metodi di apprendimento automatico topologico
per supportare l’individuazione della malattia di Alzheimer. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista
scientifica Journal
of the Franklin Institute.
L’uso di metodi
avanzati di machine learning applicati ai dati di spettroscopia Raman acquisiti
su campioni biologici – si legge in una nota del Cnr - permette di rilevare
alterazioni biochimiche associate alla malattia di Alzheimer, facilitando così
un’individuazione più accurata. È quanto emerge da uno studio condotto
dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale
delle ricerche di Pisa (Cnr-Isti) in collaborazione con l’Istituto di fisica
applicata del Cnr di Firenze (Cnr-Ifac), l’Università di Firenze e l’Azienda
Ospedaliera Universitaria Careggi (Firenze). La ricerca mirava a distinguere i
soggetti affetti da Alzheimer da altre patologie del sistema nervoso centrale
mediante la classificazione dei dati ricavati dalla spettroscopia Raman, una
tecnica che analizza le interazioni della luce con le molecole del campione,
rilevando così le alterazioni biochimiche che possono indicare la presenza
della malattia. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal
of the Franklin Institute.
L'innovazione
principale risiede nell’aver applicato, per la prima volta, un metodo avanzato
per l'analisi e la classificazione dei dati di spettroscopia Raman acquisiti da
campioni di liquido cerebrospinale, sfruttando tecniche di apprendimento
automatico topologico. Questo approccio combina il machine learning con la
topologia computazionale, una branca della matematica che studia la struttura e
la forma dei dati, permettendo di identificare in modo preciso alterazioni
biochimiche che possono segnalare la malattia di Alzheimer. “Dagli spettri
Raman vengono estratte caratteristiche di forma (features topologiche), che
vengono poi utilizzate per addestrare algoritmi di machine learning capaci di
classificare i dati. L'ottimizzazione del processo consente di selezionare il
miglior modello predittivo, aumentando così l'accuratezza nella distinzione tra
Alzheimer e altre patologie del sistema nervoso centrale”, afferma Maria
Antonietta Pascali, ricercatrice del Cnr-Isti.
I risultati
sono promettenti, infatti il metodo ha dimostrato prestazioni stabili su
diversi dataset. “L'accuratezza dell'86% raggiunta nella classificazione dei
campioni di liquido cerebrospinale suggerisce un potenziale importante nel
riconoscimento dei soggetti Alzheimer. Con ulteriori perfezionamenti, questa
tecnica potrebbe migliorare le capacità diagnostiche e integrarsi nella pratica
clinica”, aggiunge Pascali.
L'importanza di questa ricerca è sottolineata
dalla crescente prevalenza dell'Alzheimer a livello globale. Responsabile del
60-70% dei casi di demenza nel mondo, si stima che entro il 2050, con
l'invecchiamento della popolazione, circa 152 milioni di persone saranno
affette da questa malattia o demenze correlate. In questo contesto, la ricerca
di nuove terapie e di marker biologici per una diagnosi precoce è cruciale.
“Questa
metodologia promette di fornire una chiave di lettura efficace non solo per
l'Alzheimer, ma potenzialmente anche per altri casi studio. Le evidenze della
ricerca fanno sperare che nel prossimo futuro si possa affinare ulteriormente
il metodo anche per fornire delle indicazioni aggiuntive riguardo i meccanismi
biochimici alla base dell'insorgenza e dell'aggravarsi di questa malattia”,
conclude Pascali.
Lo studio è
stato svolto nell’ambito del progetto "Proteomics, radiomics and machine
learning-integrated strategy for precision medicine of Alzheimer's"
(Prama), finanziato dalla regione Toscana, condotto da Cnr-Ifac, Cnr-Isti,
Università di Firenze e Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, nei
laboratori di ricerca coordinati da Paolo Matteini, Davide Moroni, Fabrizio
Chiti e Benedetta Nacmias.
Foto in primo piano: Schema del
metodo: dallo spettro di Raman alla predizione della classe, attraverso
l'utilizzo di descrittori topologici. Credits: Laboratorio Segnali e Immagini -
Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione (CNR).
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