Le nostre
cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie
all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che
funzionano come gli ingranaggi dentro un motore, spiega il Consiglio Nazionale
delle Ricerche in una nota. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi
ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le
nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro
attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene
raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli
stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto
vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata
efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole,
contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività.
Questa
relazione tra organelli cellulari si basa su un equilibrio molto delicato e
negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come piccole perturbazioni
di questa comunicazione si associno allo sviluppo di svariate patologie, dai
tumori alle malattie neurodegenerative.
In uno studio
condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di
neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola
Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di
Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in
tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli,
seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è
pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Communications.
“Fino ad oggi
studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro
minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela
Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la
collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si
formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse
esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di
seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi
eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste
difficoltà”.
“Nel nostro
laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo
possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel
settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli
organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che
l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la
loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative
ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di
loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo,
basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.
L’importanza di
questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione
tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge la
Prof.ssa Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già
riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la
comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico
ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste
alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia,
oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo
caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.
“Generare e
mettere a disposizione dei ricercatori degli strumenti che consentano di
studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere
nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come
il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche
sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici
innovativi”, conclude Filadi.
Nella foto: (da
sx) Riccardo Filadi, Michela Rossini, Paloma Garcìa Casas, Paola Rizzo.
Crediti: CNR.
Copyright
2024 Aurora International Journal - Aurora The World Wide Interactive Journal.
Vietata la riproduzione anche parziale dei presenti contenuti.