Comprendere i
processi attraverso i quali si formano, all’interno del cervello, le varie
regioni cognitive è una sfida fondamentale nelle neuroscienze. Il tema è al
centro di uno studio condotto dall’Istituto di biofisica del Consiglio
nazionale delle ricerche (Cnr-Ibf) di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore con
il supporto del Center for Human Technologies dell’Istituto Italiano di
Tecnologia di Genova. La ricerca, di cui il Cnr dà notizia, ha indagato i meccanismi molecolari e
cellulari che portano alla formazione delle onde di attività delle distinte
aree cognitive dell’encefalo durante lo sviluppo embrionale.
La ricerca,
pubblicata su Stem Cell Reports si è concentrata sul "pallio",
la parte più esterna del cervello in via di sviluppo dove hanno origine
strutture cruciali per l’apprendimento e la formazione della memoria come la
corteccia cerebrale, l'ippocampo e la corteccia entorinale. Il team, guidato da
Federico Cremisi della Scuola Normale Superiore e Angelo Di Garbo del Cnr-Ibf,
ha utilizzato un approccio innovativo per studiare le varie “vie di
segnalazione cellulare”, cioè le modalità con cui le cellule comunicano tra
loro e stabiliscono la formazione delle diverse subregioni del pallio: si
tratta di processi che avvengono nelle primissime fasi dello sviluppo
cerebrale. Agendo su cellule staminali embrionali, i ricercatori hanno
manipolato la segnalazione biochimica intracellulare e inibito, in particolare,
due importanti vie di segnalazione con un nuovo protocollo sperimentale
denominato MiBi. Quindi, su tali cellule sono state eseguite approfondite
analisi di espressione genica dal gruppo di Luca Pandolfini dell’Istituto
Italiano di Tecnologia di Genova, per verificare quali geni erano “attivati” o
“spenti”. L’analisi ha permesso di verificare che i neuroni prodotti con questo
trattamento sono tipici della corteccia entorinale, una regione cerebrale
fondamentale nella formazione della memoria e mai riprodotta finora utilizzando
colture cellulari. “I risultati delle analisi hanno evidenziato che, a questo
stadio, le cellule cerebrali mostrano modelli di connettività unici”, spiega
Federico Cremisi (Scuola Normale Superiore e Cnr-Ibf). “In coltura, infatti, le
cellule entorinali hanno formato connessioni con i neuroni della regione
dell’ippocampo distinte rispetto a quelle formate con i neuroni dalla corteccia
cerebrale. Non solo: a contatto con i neuroni entorinali i neuroni ippocampali
hanno generato spontaneamente attività elettrica sincronizzata, che ricorda le
onde cerebrali osservate durante alcuni processi cognitivi”.
Lo studio, spiega il Cnr, ha
quindi confermato che la segnalazione intra-cellulare embrionale svolge un
ruolo fondamentale prima per la formazione delle connessioni fra cellule
nervose e poi per lo sviluppo delle onde cerebrali delle diverse regioni del
pallio: la corteccia cerebrale, l’ippocampo e la corteccia entrorinale. La
sperimentazione in vitro ha permesso di capire che proprio i cambiamenti nelle
vie di segnalazione intra-cellulare determinano il tipo di onde delle diverse
aree anche in assenza di ulteriori influenze esterne durante il successivo
sviluppo del cervello. “Le conseguenze funzionali sono che questi segnali
precoci non solo determinano l'identità delle cellule, ma influenzano anche la
formazione di specifiche connessioni tra i neuroni e la generazione di attività
elettrica sincronizzata, caratteristiche fondamentali per il corretto
funzionamento del cervello”, conclude Di Garbo.
L’autore
principale dello studio è Fabrizio Tonelli, all’epoca dello studio dottorando
presso il Laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore di Pisa. Allo
studio hanno contribuito anche Ludovico Iannello (Cnr-Ibf) e Stefano Gustincich
(IIT).
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