Nicola Basso,
professore emerito di Chirurgia generale della Sapienza ha donato
all’Università la propria collezione di circa 500 reperti archeologici, riunita
con passione dal padre Raffaele, anch’egli chirurgo, amante della storia e
dedito allo studio della terra di Daunia e di quella degli Etruschi. Gran parte del
prezioso patrimonio donato all’Ateneo – riporta una nota della Sapienza - è in
mostra in un’esposizione permanente allestita presso il Palazzo del Rettorato
con il titolo Antiche genti di Puglia, inaugurata oggi 20 dicembre dalla
Rettrice Antonella Polimeni.

Nicola Basso e Rettrice Antonella. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.
L’allestimento della collezione Basso, curato da
Laura M. Michetti e da Alessandro Conti del Dipartimento di Scienze
dell’Antichità, con il supporto di Claudia Carlucci del Polo Museale Sapienza,
ha coinvolto un gruppo di dottorandi e studenti di Etruscologia e antichità
italiche, che si sono occupati anche della schedatura preliminare di tutti i
reperti e della loro documentazione fotografica, mettendo a frutto l’esperienza
acquisita nel Museo delle Antichità etrusche e italiche dell’Ateneo.

Collezione Basso. Studenti. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.

Collezione Basso. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.
“Con
l’inaugurazione odierna dell’esposizione permanente resa possibile grazie alla
generosa donazione dell’amico e collega Nicola Basso – dichiara la Rettrice
Antonella Polimeni – si offre alla nostra comunità un’ulteriore occasione
concreta per vivere pienamente gli spazi del nostro Ateneo. Attraverso le opere
d’arte esposte sin dalla sua fondazione e le mostre ospitate in questi anni,
con oggetti e documenti di epoche diverse e stili artistici differenti, il
Palazzo del Rettorato del nostro Ateneo sta diventando di fatto una galleria
d’arte viva, accessibile e aperta al territorio. L'atto di mecenatismo di
Nicola Basso, che desidero ringraziare con sincero affetto e gratitudine, ci
ricorda che la storia non è mai una rottura, ma un filo ininterrotto che lega
le generazioni e che trova il suo pieno compimento nel momento della
restituzione autentica alla collettività”.

Collezione Basso. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.
La collezione
Nicola Basso, specifica la nota, si compone di reperti prevalentemente
ceramici. Gli oggetti esposti al Rettorato sono riconducibili alle culture
fiorite nell'antica Apulia nel corso del primo millennio a.C., prima della
conquista del territorio ad opera di Roma. Gli oggetti sono il prodotto delle
botteghe di ceramisti attivi nelle aree dei Dauni, dei Peuceti e dei Messapi
che abitavano nell’area e che, con modalità diverse, entrarono in contatto sia
con i coloni greci stanziatisi nel meridione della Penisola, sia con altri
popoli del variegato mosaico che componeva l’Italia preromana. Tipiche dei
corredi funerari della Daunia sono le ceramiche in argilla depurata con
decorazione geometrica, lineare o vegetale in bruno e rosso, prodotte tra i
primi decenni del VII e la fine del III sec. a.C., dapprima modellati a mano o
alla ruota lenta e solo a partire dal V secolo realizzati al tornio. Un nucleo
molto numeroso e di notevole qualità è costituito da vasi rivestiti di vernice
nera, a volte con decorazione sovrapposta in rosso, opera di botteghe attive a
Metaponto, nella valle del Bradano e nella Peucezia costiera (Rutigliano,
Ruvo), nella Daunia meridionale (Lavello, Salapia).

Collezione Basso. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.
Per i vasi sovradipinti
policromi – definiti anche “di Gnathia” dalla prima località di ritrovamento
nel Brindisino, Egnazia – sembra certa una pluralità di centri di manifattura,
tra cui spicca la città magnogreca di Taranto. Inoltre sono presenti alcuni
esemplari di vasi realizzati nella tecnica a figure rosse “a risparmio”, le
cosiddette ceramiche italiote, realizzate a partire dalla metà del V sec. a.C.
con decorazioni figurate.
In primo piano: Collezione Basso. Crediti foto: Sapienza Università di Roma.
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