“Buonasera”. Francesco, il gesuita 266esimo papa della Chiesa Cattolica, ha salutato il mondo così, affacciandosi su una piazza San Pietro che lo ha certamente colpito. Alle 20:23, per lunghi istanti è rimasto in silenzio, attonito, di fronte a una folla oceanica: via della Conciliazione, le strade laterali di Borgo Pio, due tribune stampa, una di fronte alla facciata della basilica e l’altra di lato, con riflettori e obiettivi di foto e videocamere puntati, erano lì, tutti, in attesa della sua parola.
Questo non è l’unico scenario che si è trovato di fronte il nuovo vescovo di Roma “che i miei fratelli cardinali sembra siano andati a prendere quasi alla fine del mondo”. La sua elezione lo porta ad essere il primo gesuita a sedere sul soglio di Pietro, il primo latino americano e il primo a scegliere di chiamarsi Francesco - , nome che ha dato “una gioia immensa” alla Comunità Francescana.
Con una semplice battuta sulla sua nomina da un posto tanto lontano, l’ex arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, ha strappato il primo sorriso e il primo caldissimo applauso al suo uditorio. Quasi una stretta di mano fra lui e la gente che, sembra chiaro sin da subito, non smetterà di cercare per tutto il suo pontificato. Salutato Benedetto XVI, per cui ha chiesto di pregare, ha domandato ai presenti una preghiera silenziosa per sé, perché lo benedicessero prima che fosse lui stesso a farlo di rimando. Autorità e carisma da vendere: per il minuto successivo, almeno, il silenzio ha riempito la piazza.
Argentino di origini italiane – astigiane per l’esattezza, Francesco ha commosso Roma per la sua sincera emozione: “adesso vi lascio, pregate per me, ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna. Buona notte e buon riposo”.
I festeggiamenti, un’ora dopo, erano ancora in corso; piazza San Pietro era un tappeto di bandiere di ogni nazione e, la Chiesa può confortarsi, i giovani superavano certamente in numero adulti e anziani.
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