E’ appena rientrata in Sicilia la delegazione che dalla provincia trapanese, in particolare da Paceco ed Erice, si è recata in visita ufficiale ad Aqaba, in Giordania. L’invito a conoscere la città, che sorge a Sud della capitale Amman, è partito dal suo governatore Kamel Mahadin spinto dalla volontà di promuovere progetti di sviluppo di questa provincia giordana, alla ricerca di know-how, di imprenditori, tecnici specializzati, di acquisire nuove tecnologie. Potrebbero esservi le condizioni – secondo quanto è emerso - perché dopo questa prima visita possano nascere rapporti commerciali, progetti industriali di aziende dell’hinterland trapanese che potrebbero anche trasferirsi ad Aqaba. I sindaci di Paceco, dott. Biagio Martorana, di Erice dott. Giacomo Tranchida, la dott. Rosa Castiglione del Centro assistenza disabili “Armonia” di Trapani e l’imprenditore Gaetano Tosto di Alcamo, che era stato ad Aqaba in precedenza e per questo si era fatto da tramite con il Governatore, hanno fatto parte della missione. “Noi sindaci abbiamo portato il nostro territorio con i nostri prodotti – spiega il Sindaco di Paceco Martorana.
Sindaco Martorana, ad Aqaba chi ha incontrato la vostra delegazione?
Abbiamo incontrato il Governatore, i direttori responsabili del commercio, il direttore dell’aeroporto oltre ad alti funzionari della provincia di Aqaba. L’incontro è stato molto interessante anche per scambiarsi esperienze e amicizia. Abbiamo quindi invitato ufficialmente Kamel Mahadin a visitare il nostro territorio e la provincia di Trapani.
Quando avverrà questa visita e quale sarà il programma?
La visita della delegazione giordana si svolgerà dal 16 al 18 maggio. In quella occasione avremo la possibilità di far conoscere al Governatore Kamel Mahadin i prodotti del nostro territorio, i prodotti enogastronomici come il sale e l’aglio rosso. Incontrerà gli imprenditori, i rappresentanti dell’Associazione Industriali di Trapani e verrà accompagnato a visitare le cave di marmo e il territorio di Erice. E’ in programma anche un incontro con il presidente dell’aeroporto di Birgi per verificare le possibilità di attivare un collegamento con voli diretti da Trapani ad Aqaba.
L’ipotesi di rendere più veloce il collegamento tra la Sicilia e la Giordania quali vantaggi potrebbe produrre per entrambi i territori?
Per avviare un rapporto di tipo commerciale fra Trapani, Paceco, Erice e Aqaba è fondamentale che si riducano le distanze ovvero che si possano coprire in tempi brevi. Attualmente si è obbligati a fare scalo in tre aeroporti e, con i tempi di attesa, si impiegano 12 ore circa. Perciò non è possibile nemmeno pensare all’esportazione, all’importazione o al commercio prima che vangano realizzati collegamenti aerei diretti che potrebbero coprire la distanza in solo tre ore: tenendo conto del fatto che non è consentito attraversare lo spazio aereo di Israele, cosa che permetterebbe di accorciare ancora di più i tempi.
Esiste una compagnia aerea che potrebbe effettuare questi collegamenti con voli diretti?
Sì, la compagnia giordana Royal Jordanian Airlines potrebbe mettere a disposizione degli aerei per coprire settimanalmente o bi-settimanalmente questa tratta.
Quali caratteristiche ha il territorio dove sorge Aqaba?
Aqaba si trova sul Mar Rosso, a circa 300 chilometri a Sud di Amman, e ha 120.000 abitanti. E’ una città molto graziosa con numerosi alberghi costruiti da società multinazionali. E’ prevalentemente turistica, e in fase di sviluppo. E’ in corso di realizzazione, da parte di una azienda italiana che ne ha ricevuto l’incarico, una laguna: 400 ettari di deserto verranno trasformati in spiagge pompando acqua dal mare e realizzando un percorso all’interno di questo spazio che consentirà la creazione di circa 12 spiagge. All’interno verranno realizzati edifici residenziali, alberghi e ristoranti.
Oltre al turismo su cosa si basa attualmente l’economia della regione di Aqaba?
Principalmente sulla pastorizia. Complessivamente la zona si trova in una condizione di povertà ma è in fase di sviluppo per cui vi è necessità di tecnologia e di tecnici specializzati, di imprese disposte anche a trasferirsi là ad impiantare nuove industrie. Inoltre è alla ricerca di capitali stranieri per effettuare opere in comproprietà.
Quindi per il Trapanese Aqaba potrebbe essere interessante anche dal punto di vista industriale?
Certamente, può esserlo per le imprese che vogliono delocalizzare la loro produzione. Il maggior vantaggio deriva dal fatto che si tratta di una zona franca: non ci sono tasse e c’è una grande disponibilità da parte del Governatore e di tutto il Governo a cedere aree alle imprese interessate.
Il Governo di Aqaba ha manifestato interesse anche per i prodotti del Trapanese?
Sì, abbiamo portato loro, ad esempio, il nostro sale ed è stato molto apprezzato: attualmente lo importano dalla Turchia e potrebbe essere, in futuro, importato dalla Sicilia; così pure il marmo. Da noi si trovano molte segherie e cave di marmo, che, come materiale pregiato, potrebbe risultare di loro interesse.
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