Roberto Bolle: indubbiamente la danza gli deve molto. Il suo “Bolle and friens”, in spazi finora riservati al rock e al pop – palasport, teatri tenda, grandi piazze – con un pubblico in massima parte giovane, con cori e striscioni inneggianti al divo della danza, hanno fatto crescere in maniera esponenziale il numero di spettatori che scelgono di assistere a spettacoli di balletto classico. “E’ la cosa più bella – dichiara Bolle, tranquillissimo, a pochi minuti dall’inizio della replica fiorentina di ‘Roberto Bolle and Friends from American Ballet Theatre’ – far scoprire la danza a persone nuove che finora non se ne interessavano per niente. Non a caso, allestiamo spettacoli con un programma composito, con balletti di genere diverso, per far scoprire a questo pubblico nuovo tutti i vari stili di danza, molto diversi l’uno dall’altro. Una grande soddisfazione, per me, vedere l’entusiasmo della gente che riempie i palasport. E’ quello che ho sempre voluto: portare la grande danza a tutti, anche a chi non la conosceva”.
Con Bolle, infatti, la danza diventa popolare, e soprattutto tra i giovani: un risultato che sembrava utopia fino a pochissimi anni fa. E se il motore di questa autentica rivoluzione, tutta positiva, è l’ammirazione per Bolle per la sua bellezza o in quanto sex-symbol, poco importa…
Nello spettacolo con i “friends” dell’American Ballet Theatre (tutti straordinari: Isabella Boylston, Hee Seo, Corey Stearns, Danill Simkin, Julie Kent, Skylar Brandt, James Whiteside), Bolle passa dal “Ballo Excelsior” a una “Sinatra Suite” coreografata da Twyla Tharp (1983), dal nuovo “Through the Light” su musica di Pachelbel a “Passage”. In quest'ultimo brano, un video, suggestivo, quasi da musica pop, con Bolle, prigioniero in un cupo, disumanizzante scenario urbano, si alterna e si sovrappone alla sua esibizione sul palco. Nei suoi duetti e assoli si ritrovano i due poli della sua arte altissima di danzatore: il virtuosismo tecnico e acrobatico – inalterato alla soglia dei quarant’anni – e le qualità espressive che pochi possiedono in tale misura: uno dei motivi, quest’ultimo, della sua presa e immeditata comunicativa nei confronti del pubblico.
Alla domanda se esiste qualcosa – nel campo della danza e non – che non ha mai fatto e che vorrebbe fare, come ad esempio recitare in un film, oppure creare coreografia, o avere una sua compagnia, risponde: “Sicuramente ce ne sono tante. Nel futuro, certamente, vorrei trasmettere la mia esperienza ai giovani, formare dei talenti, creare una mia compagnia, ma per il momento la cosa che mi appaga di più è ancora il rapporto con il pubblico, dal vivo, in serate come questa. Ogni volta è una festa, è qualcosa che non ha eguali”.
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