E’ stato appena presentato nella sede del Cnr di Piazzale Aldo Moro, in
occasione del Kick- off meeting, il “Global Mercury Observation System”
ovvero, il nuovo osservatorio mondiale sull’inquinamento da mercurio.
“Gmos” avrà un costo complessivo di circa dieci milioni di euro,
coinvolge trentaquattro università e istituzioni di ricerca
internazionali e sarà composto da una rete di quaranta sedi fisse a
diverse altitudini comprese le arie polari (come la base italo- francese
Dome- C in Antartide), postazioni off- shore, campagne oceanografiche e
piattaforme aeree capaci di monitorare l’andamento e le dinamiche di
questa sostanza inquinante al variare delle situazioni metereologiche e
delle emissioni. Il mercurio, metallo pesante detto anche “argento vivo”
(poiché a temperatura ambiente si presenta in forma liquida) ,viene
rilasciato naturalmente dalle rocce, dal suolo e durante l’eruzioni
vulcaniche e artificialmente dall’uomo tramite centrali energetiche
alimentate a carbone, inceneritori per rifiuti, dai processi di
estrazione di oro e argento, dalla produzione di cloro o batterie e
attraverso fertilizzanti. Nonostante venga utilizzato nell’industria
farmaceutica, per le otturazioni dentali, per creare strumenti
comunemente utilizzati come termometri e lampadine a fluorescenza, il
mercurio e i suoi componenti sono in realtà dannosissimi all’ambiente e
altamente nocivi all’uomo. La tossicità di questa sostanza deriva dalla
capacità di trasformarsi in “metilmercurio” e di “bio-accumularsi” nei
tessuti animali, soprattutto negli ecosistemi marini. I pesci, nella
fattispecie i grandi predatori, assorbono una quantità elevatissima di
mercurio che giunge poi sulle nostre tavole contribuendo così al
progressivo avvelenamento dell’uomo. “ Il rischio è più alto per le
popolazioni il cui consumo di pesce pro capite è elevato e nelle aree
dove l'inquinamento ha aumentato il contenuto standard di mercurio in
questo alimento (…)” denuncia il gruppo Zeromercury nel rapporto
"Mercurio nei pesci: un'emergenza sanitaria a livello globale". Quantità
allarmanti si possono riscontrare anche in frutta e verdura trattati
con fertilizzanti a base del metallo stesso. Il metilmercurio e i suoi
composti, sono dei neurotossici e secondo l’ Agenzia internazionale per
la Ricerca sul Cancro, possibili cancerogeni; Gli effetti sull’uomo sono
devastanti, danneggiano il sistema cardiovascolare e nervoso e in caso
di gravidanza, limiterebbero addirittura le possibilità di sviluppo del
cervello nel feto. I dati Ines riportati nel dossier “ Stop al mercurio”
di Lega Ambiente, evidenziano risultati sconcertanti riguardanti l’
Italia: “ nel 2004 sono state emesse in atmosfera 2,16 tonnellate di
mercurio, di cui 1,13 tonnellate (pari al 52% del totale) emesse dal
settore metallurgico, 552 kg (26%) dagli impianti della chimica
inorganica, 174 kg (8%) dai cementifici e 154 (7%) dalle centrali
termoelettriche”. Enorme danno quello prodotto, inoltre, dagli impianti
cloro- soda italiani, che come si legge, sempre nel dossier di Lega
Ambiente: “nel 2001 hanno emesso nell'ambiente ben 765 kg di mercurio su
un totale nazionale di 3,6 tonnellate (pari al 21% del totale), di cui
637 kg in aria (22%) e 128 in acqua (18%)”. Le varie postazioni “Gmos”
saranno collegate in tempo reale
con il centro di acquisizione
ed elaborazione dati della Sezione di Rende dell’ Iia- Cnr, che coordina
il progetto e fornirà i dati alla Commissione Europea e alle maggiori
istituzioni internazionali. L’obiettivo dell’impianto, infatti, come
spiega Nicola Pirrone, direttore dell’Istituto sull’inquinamento
atmosferico (Iia-Cnr) e coordinatore Gmos, “ è realizzare
un’infrastruttura osservativa in grado di fornire dati essenziali per
verificare l’efficacia delle politiche ambientali internazionali: dalla
convenzione internazionale sull’inquinamento atmosferico globale fino
alla strategia europea attuale e al futuro trattato internazionale
sull’inquinamento da mercurio, in corso di definizione in vista del
prossimo Governing Council dell’Unep (2013), il programma ambiente delle
Nazioni Unite”.