it-ITen-USes-ESba-RU

4 dic 2013

Anton e Almerinda Coppola: una splendida storia d’amore tra musica e danza

Anton e Almerinda Coppola: una splendida storia d’amore tra musica e danza

Autore: Rita Sanvincenti / mercoledì 4 dicembre 2013 / Categorie: Attualità, Musica, USA / Vota questo articolo:
Nessuna

Uno speciale ringraziamento per la preziosa collaborazione nella realizzazione dell'intervista a Mr. Enzo Pizzimenti


“Un giorno mia madre mi ha portato ad assistere ad un’opera. Era “Faust” di Gounod. Dal momento in cui ho visto le luci che si abbassavano nel teatro e ho visto la figura di un uomo nella buca dell’orchestra che, all’agitarsi delle sue braccia, faceva uscire musica, ho detto a mia madre: “è quello che voglio fare io”. Aveva circa dieci anni, allora, Anton Coppola, che oggi ne ha novantasei ma non ha dimenticato la straordinaria emozione di quell’istante sulla quale, ancora bambino, decise di costruire la sua vita. Oggi, il Maestro Coppola, che conferma di avere sempre visto crescere, negli anni, la sua passione per la musica - trasmessa dai genitori italiani che gli hanno insegnato ad amarla - è conosciuto come uno straordinario artista, musicista, compositore e direttore d’orchestra. Tra i moltissimi riconoscimenti ricevuti, quello più recente è “Lifetime in Music”, che gli è stato consegnato a New York da Enzo Pizzimenti, Presidente dell’Italian Center for Commercial Affair, in un grande evento organizzato nella prestigiosa sede della Columbus Citizens Foundation.

Dal genio musicale di Anton Coppola è nato un capolavoro come l’opera drammatica “Sacco e Vanzetti”, unica nel suo essere in italiano e in inglese, acclamata entusiasticamente alla sua prima nel 2001 al Teatro dell'Opera di Tampa in Florida, dove il Maestro è stato direttore d'orchestra e direttore artistico. Tra le altre sue attività di altissimo livello, la registrazione di un album Emi di arie di opere pucciniane con l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi” e la famosa soprano rumena Angela Gheorghiu, incisione premiata per i suoi alti valori interpretativi.

La carriera di Anton Coppola è iniziata prestissimo tanto che nel 1925 già cantava nel coro della Gioventù del Metropolitan Opera di New York, prima di frequentare la Manhattan School of Music, di cui poi sarebbe stato, per 15, anni, direttore sia del dipartimento di musica sinfonica che di quello di musica operistica. E’ stato maestro di banda dell'esercito nella seconda guerra mondiale per poi diventare direttore al Radio City Music Hall. 

Suo fratello minore, Carmine, è un apprezzato direttore d’orchestra e compositore; suo nipote è il grande regista Francis Ford Coppola: ha diretto le colonne sonore di alcuni suoi film, “Dracula” e “Il padrino parte III”, nel quale dirige lui stesso l’orchestra nelle scene della “Cavalleria Rusticana” girate al Teatro Massimo di Palermo. Suoi pronipoti sono i celebri attori Nicholas Cage e Talia Shire.

Da 65 anni il Maestro Coppola è felicemente sposato con Almerinda Drago, danzatrice, grande protagonista delle scene internazionali, dalla quale ha avuto i figli Bruno e Lucia.


Maestro, quando e perché ha iniziato lo studio della musica?
Io sono il quinto di sette maschi. Mio padre faceva di mestiere il meccanico, il tornitore, ed era un grande amante della musica: voleva che i suoi figli la studiassero e suonassero qualche strumento, non necessariamente per intraprendere una carriera. E’ stato così che i miei genitori mi hanno messo seduto al pianoforte e da quando avevo otto anni, non ho smesso di suonare. Poi ho voluto diventare direttore d’orchestra e compositore e ho provato a fare sempre del mio meglio.

Maestro Coppola, si sente più compositore o direttore?
Direi direttore d’orchestra. Però quando avevo il tempo di mettermi a scrivere qualche cosa lo facevo. Ed infatti ho scritto la mia opera “Sacco e Vanzetti”. 

Il fatto di essere italoamericano ha avuto importanza nelle origini della sua vita artistica?
Sì, perché fino da quando ero piccolo, a casa si ascoltavano dischi di Enrico Caruso, di varie opere. La cosa più bella è stata aver conosciuto, da bambino, il grande maestro Gennaro Papi, napoletano, che mi ha preso in simpatia e per tre anni mi ha insegnato i “trucchetti” delle più belle opere da lui dirette. Il posto dove mi faceva sedere era proprio giù, nella buca dell’orchestra. Poi, il giorno seguente ogni rappresentazione, chiamavo Papi e ci scambiavano opinioni sull’esecuzione. 

Da allora quali sono le opere che ha amato di più? 
Il repertorio italiano: le opere di Verdi, Puccini, Rossini, Bellini, Donizetti, Leoncavallo. 

Perché?
Forse perché scorre nelle mie vene sangue italiano. Essendo americano di nascita, non ho certo trascurato il repertorio americano, inglese, francese o russo: come musicista ho voluto abbracciare tutti i linguaggi musicali. Ma il repertorio italiano era quello che mi apparteneva di più.

Alla decisione di comporre “Sacco e Vanzetti” ha contribuito anche il fatto che lei è di origine italiana?
Certamente. Avevo dieci anni quando i due furono condannati ingiustamente. Ero ragazzo ma ricordo bene che intorno alla tavola c’erano gli amici di mio padre e che si parlava molto di questi poveri disgraziati innocentemente accusati di un delitto. Questa storia ha fatto parte della mia infanzia.

Per questo motivo ha deciso raccontare con la musica questo tragico fatto? 
Era rimasto dentro di me per tanti anni, fino a quando è venuto il momento di sedermi alla scrivania e tradurre i miei sentimenti in musica attraverso la storia di questa tragedia.

Ritiene che il teatro musicale e lirico possa dunque raccontare, con taglio artistico adeguato, vicende di attualità ed affrontare temi civili come lei ha fatto con “Sacco e Vanzetti”? 
Oggi certamente il teatro e la musica potrebbero esprimere situazioni, passioni e tragedie come per esempio la guerra fra ebrei e palestinesi, attraverso le vicende di un amore potenziale fra una ragazza ebrea e un palestinese, o viceversa.

Quali sono stati i momenti più difficili nella sua vita artistica? 
Il momento più brutto è stato quando, dopo essermi sposato, sono stato licenziato, senza ragione, da Radio City Music Hall. 

Quelli di maggiore soddisfazione, invece, quali sono stati?

Sono stati due: il primo nel 1953 quando ha diretto “Otello” ad Hartford con Mario Del Monaco. Il secondo quando, 13 anni fa, ho diretto “Sacco e Vanzetti” a Tampa in Florida.

Cosa farebbe nuovamente e cosa cambierebbe della vita che ha vissuto fino ad oggi?
Ripeterei tutto allo stesso modo. 

Quanto e in che modo oggi si sente italiano?
Mi sento sempre italiano, sia nei gusti enogastromonici come nella musica e nell’arte in genere.

In che termini pensa oggi all’Italia Paese di origine della sua famiglia?
Con affetto, amore, nostalgia.

Come ha trasmesso ai suoi figli la sua passione per la musica? 
Ho trasmesso ai miei figli, Bruno e Lucia, l’amore per la musica, anche se svolgono un’altra professione. Potrebbero essere senza dubbio ottimi pianisti classici, suonano il pianoforte eccezionalmente bene.

Quali sono le doti che dovrebbe avere oggi un giovane che volesse intraprendere una carriera nel mondo della musica?
Oggi un giovane dovrebbe avere come doti principali, oltre al talento naturale, perseveranza, disciplina, sicurezza in se stesso.

Ci sono, oggi, gli spazi per la musica? Dove? In quali Paesi?
Gli spazi esistono ancora in America, Cina, Corea del Sud e Giappone. 

Cosa pensa della musica colta d'avanguardia, dei linguaggi sperimentali della seconda metà del Novecento?
Anche se ascolto ed ho la mente aperta a nuovi stili, la mia preferenza va ai classici italiani non sperimentali.

Nella sua carriera ha condiviso, da quando vi siete conosciuti, ogni momento con sua moglie Almerinda. Quanto è stato importante questo per lei? 

E’ una bellissima storia d’amore e ma anche di passione per l’arte, per la musica e per la danza…Mia moglie ha fatto parte, durante tutta la mia vita, delle mia ambizioni, dei miei sogni, dei miei desideri e progetti artistici e musicali. E’ stata la mia compagna, ha sofferto unitamente a me durante la composizione, durante la creazione delle mie opere. 


Quindi, è stato importante averla accanto?
Sì, e adesso ci godiamo insieme la vecchiaia.

E lei, Signora Almerinda, grande artista della danza, come ha vissuto accanto al Maestro? 
La mia vita con mio marito è stata proprio straordinaria. Abbiamo due figli e per tanti anni abbiamo dovuto seguire le tournée in tante città: uno di loro è nato a Chicago e l’altra a Boston. Hanno circa cinquant’anni adesso. Quando erano piccoli li ho allattati e ho fatto tutto quello che fa una madre, correttamente, ovunque mi trovavo, anche in treno. La vita è stata orribile per quattro, cinque anni. Poi, quando siamo ritornati nella nostra casa, erano cresciuti e dovevano andare a scuola. Così ho dovuto restare a casa. In quel periodo non ero vedova, non ero divorziata, ma ero comunque una donna senza marito! E’ stata molto dura. I primi anni di matrimonio, prima che arrivassero i bambini, eravamo proprio felici. E alla fine, adesso, nella nostra vecchiaia – io ho 88 anni – abbiamo il dono della salute. Sono stati anni meravigliosi, quelli trascorsi insieme. Ma in mezzo ci sono stati lavoro, ansia, crescita dei figli e non è stata facile la vita in quegli anni.

Fate anche attività fisica per mantenervi in forma? 
Camminiamo molto: almeno due miglia al mattino, piano piano. Io, nella mia stanza da letto, tutti i giorni, faccio venti minuti di sbarra e altri esercizi a terra. Mi sento sempre meglio dopo aver fatto movimento. Il segreto è muovere il corpo e camminare. Qualunque esercizio va bene.

Lei, Maestro Coppola, continua ad avere una attività professionale molto intensa…
Non ho mai smesso di dirigere benché abbia la bellezza di 96 anni. La ragione della mia longevità è una sola: pasta e fagioli e un bel bicchiere di vino.

Anche lei, Signora Almerinda, mangia pasta e fagioli? 
Non solo pasta e fagioli, ma comunque sempre cibo buono. Sfortunatamente mangiamo anche un po’ troppo: ci piace molto, e questo è un problema. Non siamo ancora ingrassati ma è molto duro trattenersi quando si ha l’appetito. Anton mi dice sempre di non fare questo o quel piatto. Io lo preparo lo stesso e a lui fa molto piacere.

Cucina lei personalmente?
Sì, ma siamo soltanto in due, adesso. Quando i nostri figli abitavano con noi, io ero sempre troppo occupata per pensare alla tavola. Quando sono andati all’Università ho deciso di mettermi in cucina e di imparare a cucinare bene. Così, quando ritornavano a farci visita dicevano: “adesso sei una buona cuoca ma quando eravamo noi qua non ci preparavi tutte queste buone cose”.

Qual è il vostro piatto preferito, a parte la pasta e fagioli?

Ce ne sono tanti, non so da dove cominciare. Mi piacciono molto le patate fritte, gli gnocchi che mia madre preparava spesso e che erano deliziosi: ma occorre molto tempo per prepararli. Poi ci piacciono i legumi in genere, le lenticchie, i fagioli cannellini, la scarola, il peperoncino, l’olio d’oliva e il parmigiano.

Foto di Vito Catalano


Copyright 2013 Aurorainternationaljournal.com e Aurora - The World Wide Interactive Journal
Vietata la riproduzione anche parziale dei presenti contenuti

Numero di visite (33331)      Commenti (0)

Rita Sanvincenti Rita Sanvincenti

Rita Sanvincenti Altri post di Rita Sanvincenti
Record di visitatori nei musei di Volterra: superati ieri i numeri del 2019 venerdì 28 agosto 20200

Record di visitatori nei musei di Volterra: superati ieri i numeri del 2019

Il Sindaco Santi, l’Assessore alle Culture Danti, al Turismo Luti, e il direttore della Pinacoteca commentano i dati mentre la città ...

ANNULLATE LA MAXI YACHT ROLEX CUP E LA ROLEX SWAN CUP giovedì 27 agosto 20200

ANNULLATE LA MAXI YACHT ROLEX CUP E LA ROLEX SWAN CUP

La decisione è derivata dal rilevamento, in Costa Smeralda, della curva epidemiologica in preoccupante salita.  

La “Clitennestra” di Alma Daddario in scena al Parco archeologico Lilibeo mercoledì 19 agosto 20200

La “Clitennestra” di Alma Daddario in scena al Parco archeologico Lilibeo

“(…) denuncia l’ottusa arretratezza di una società patriarcale che relega la donna a passivo oggetto di scambio, contesa ...

Le “Nuove leggi dell’universo” secondo il Prof. Guido Tonelli, al Teatro Romano di Volterra  	martedì 18 agosto 20200

Le “Nuove leggi dell’universo” secondo il Prof. Guido Tonelli, al Teatro Romano di Volterra

Nell’ambito della rassegna Rigenerare Umanità, è in programma venerdì 21 la conferenza che chiude il cartellone ...

“L’uomo dal fiore in bocca”, successo strepitoso per lo spettacolo con la regia di Simone Migliorini. Sul palco per i saluti finali anche il Sindaco, e i Presidenti di Fondazione e Banca CR Volterra venerdì 14 agosto 20200

“L’uomo dal fiore in bocca”, successo strepitoso per lo spettacolo con la regia di Simone Migliorini. Sul palco per i saluti finali anche il Sindaco, e i Presidenti di Fondazione e Banca CR Volterra

A conclusione della diciottesima edizione del Festival Internazionale, numero record di spettatori, moltissimi dei quali dal Nord Europa.  

L’uomo dal fiore in bocca con Simone Migliorini sulla scena del Teatro Romano martedì 11 agosto 20200

L’uomo dal fiore in bocca con Simone Migliorini sulla scena del Teatro Romano

Lo spettacolo in Prima nazionale conclude la diciottesima edizione del Festival Internazionale.  

Edoardo Siravo, dopo il Premio Flaiano alla Carriera 2020, in prima nazionale a Volterra con “Prometeo” giovedì 6 agosto 20200

Edoardo Siravo, dopo il Premio Flaiano alla Carriera 2020, in prima nazionale a Volterra con “Prometeo”

Al Teatro Romano con Siravo, la figlia Silvia, Ruben Rigillo, Gabriella Casali, Alessandro D’Ambrosi, lo spettacolo tratto dalla tragedia di ...

L’impegno dell’Istituto Fanfani, leader nella diagnostica medica, nell'emergenza Covid-19 mercoledì 29 luglio 20200

L’impegno dell’Istituto Fanfani, leader nella diagnostica medica, nell'emergenza Covid-19

Fondato nel 1954 dal Prof. Manfredo Fanfani, l’Istituto che porta il suo nome, guidato adesso dai figli Fabio e Stefania, è sempre ...

RSS
12345678910 Ultimo

8 apr 2024

È stata inaugurata a Palermo la mostra “Franco Barbagallo, Globetrotting 1983-2013, Immagini e parole”. Resterà aperta fino al 30 aprile 2024

È stata inaugurata a Palermo la mostra “Franco Barbagallo, Globetrotting 1983-2013, Immagini e parole”. Resterà aperta fino al 30 aprile 2024

La narrazione visiva di trent’anni di viaggi e di incredibili emozioni vissute ed immortalate dal celebre fotoreporter, è ora disponibile anche on line nel sito dedicato alla mostra.

0 Commenti
Valutazione articolo: 5.0

4 apr 2024

Il giro del mondo in 446 scatti del foto reporter Franco Barbagallo

 Il giro del mondo in 446 scatti del foto reporter Franco Barbagallo

Un viaggio emozionale, un’esperienza unica attraverso la mostra antologica “Franco Barbagallo, Globetrotting 1983-2013, Immagini e parole”, a Palermo dal 7 al 30 aprile 2024.

 

0 Commenti
Valutazione articolo: 5.0

22 giu 2023

XXI stagione del Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra, la presentazione a Palazzo del Pegaso

XXI stagione del Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra, la presentazione a Palazzo del Pegaso

Alla conferenza stampa di presentazione, nel Media Center Sassoli di Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio Regionale della Toscana, hanno partecipato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo, il consigliere regionale Diego Petrucci, il sindaco di Volterra Giacomo Santi e il fondatore e direttore artistico del Festival Simon Domenico Migliorini.

0 Commenti
Valutazione articolo: 5.0

21 giu 2023

Prende il via la regata per The Nations Trophy – Swan One Design organizzata dallo YCCS in associazione con ClubSwan Racing

Prende il via la regata per The Nations Trophy – Swan One Design organizzata dallo YCCS in associazione con ClubSwan Racing

La regata è riservata alle classi monotipo del cantiere Nautor, i ClubSwan 50, ClubSwan 42 e ClubSwan 36

0 Commenti
Valutazione articolo: Nessuna
12345678910 Ultimo

Archivio