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11 Oct 2024

Assegnato ad ENEA il Premio Impatto 2024 per la categoria Pubblica Amministrazione

Assegnato ad ENEA il Premio Impatto 2024 per la categoria Pubblica Amministrazione

Tra i principali risultati del progetto, spicca il primo Catasto Energetico Unico, sviluppato in Sicilia in collaborazione con la Regione. Questo strumento, che sarà adottato anche da Puglia, Lazio e Campania, integra gli Attestati di Prestazione Energetica (APE) con i dati sugli impianti termici e gli edifici virtuali, permettendo la geolocalizzazione degli edifici sulla cartografia regionale.

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11 Oct 2024

CONDANNATO PER FURTO VENATORIO "FRECCIANERA", IL NOTO BRACCONIERE DI ISCHIA

CONDANNATO PER FURTO VENATORIO

WWF: risultato che premia i nostri sforzi sul territorio e nelle aule di giustizia.

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11 Oct 2024

IO NON RISCHIO: al via la campagna per la promozione delle buone pratiche di protezione civile

IO NON RISCHIO: al via la campagna per la promozione delle buone pratiche di protezione civile

La Giornata nazionale “Io non rischio – Buone pratiche di Protezione Civile” torna in centinaia di piazze italiane per promuovere le azioni con cui ognuno può contribuire attivamente alla riduzione dei rischi derivanti da eventi naturali.

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11 Oct 2024

ENEA allo IAC con orti hi-tech e facility uniche per prepararsi a Luna e Marte

ENEA allo IAC con orti hi-tech e facility uniche per prepararsi a Luna e Marte

Al più importante evento mondiale sullo spazio (International Astronautical Congress - IAC) ENEA presenta diverse innovazioni, tra cui prototipi speciali di space-farming e sistemi biorigenerativi per riciclare risorse ed energia sulle stazioni orbitanti (Allianz MiCo – Milano Convention Centre, da lunedì 14 a venerdì 18 ottobre).

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10 Oct 2024

LIVING PLANET REPORT DEL WWF: IN SOLI 50 ANNI, A LIVELLO GLOBALE, CALO CATASTROFICO DEL 73% DELLE POPOLAZIONI DI ANIMALI SELVATICI

LIVING PLANET REPORT DEL WWF: IN SOLI 50 ANNI, A LIVELLO GLOBALE, CALO CATASTROFICO DEL 73% DELLE POPOLAZIONI DI ANIMALI SELVATICI

In America Latina e nei Caraibi il calo più marcato delle popolazioni animali monitorate (-95%) seguita da Africa (-76%) e Asia-Pacifico (-60%). Il rapporto 2024 rivela un "sistema in pericolo" mentre il mondo si avvicina a punti di non ritorno pericolosi e irreversibili causati dalla perdita di natura e dal cambiamento climatico WWF: “Ciò che accadrà nei prossimi cinque anni sarà cruciale per il futuro della vita sulla Terra, ma abbiamo il potere - e l'opportunità - di invertire la rotta”.

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10 Oct 2024

Certificazione edifici 2023: le classi meno efficienti per la prima volta sono sotto il 50% per la prima volta

Certificazione edifici 2023: le classi meno efficienti per la prima volta sono sotto il 50% per la prima volta

Tutti i dati del V Rapporto annuale sulla certificazione energetica realizzato da ENEA e Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI).

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Carlos Eugenio García de Alba Zepeda, Ambasciatore del Messico in Italia, darà un nuovo impulso alle relazioni tra i due Paesi

Carlos Eugenio García de Alba Zepeda, Ambasciatore del Messico in Italia, darà un nuovo impulso alle relazioni tra i due Paesi

Il suo programma, oltre alla politica, all’economia, alla cultura, alle scienze, includerà anche lo sport, in particolare il calcio poiché, afferma, “avvicina molto italiani e messicani”. In Messico, nel frattempo, si attende il nuovo NAFTA, dopo la firma degli USA si avrà quella del Canada, mentre si riunirà tra pochi mesi, per la sesta volta, la Commissione Binazionale Messico Italia e, con l’Europa, dopo vent’anni, si rinnoveranno gli accordi.

Author: Rita Sanvincenti/Monday, January 20, 2020/Categories: News, Italia, Messico

Carlos Eugenio García de Alba Zepeda è il nuovo Ambasciatore del Messico in Italia. Una carriera diplomatica eccellente, la sua, ricchissima di incarichi ed esperienze bilaterali, multilaterali e consolari, in diversi Stati ed organizzazioni internazionali. Con l’Italia, in particolare con Roma, dove ha studiato, ha un legame speciale grazie anche ad amicizie che si sono mantenute vive nel tempo e ad incontri straordinari, come quello avuto con il Prof. Umberto Cerroni, che definisce un “eroe accademico” e che considera suo mentore.
Nel programma, al quale sta già lavorando, l’Ambasciatore García de Alba Zepeda, non escluderà alcun settore, nemmeno quello dello sport, poiché esso, afferma, “avvicina molto italiani e messicani”. Niente che possa rinvigorire i rapporti tra i due Paesi, verrà trascurato, in primo luogo sotto il profilo politico, economico, culturale, scientifico, in un periodo storico, come l’attuale, molto complesso, caratterizzato da grandi trasformazioni a livello globale. Tra esse, la più recente è rappresentata dal nuovo NAFTA e dal rinnovo del ventennale accordo tra Messico ed Europa che nei prossimi mesi verrà rinnovato.
Eccellenza, a giugno 2019 le è stato conferito l'incarico di Ambasciatore del Messico presso la Repubblica Italiana. Hanno influito, su questa nomina, anche la sua formazione accademica, che include un Master in Scienze Politiche, un dottorato in Sociologia all’Università La Sapienza di Roma e successivamente l’incarico di Addetto commerciale in questa stessa Ambasciata?
Per me è un altissimo onore che il mio Paese, il mio Governo, il Presidente López Obrador, il Ministro Marcelo Ebrard, abbiano deciso di mandarmi in Italia come Ambasciatore, perché è un Paese in cui ho vissuto, ho studiato, che quindi credo di conoscere; ed è un Paese importante in cui rappresentare il Messico. Cosa abbia influito sulla decisione dei miei “grandi capi” veramente non saprei dirlo. Bisognerebbe chiedere al Presidente e al Ministro… Occorre capire se questi miei antecedenti servono a svolgere le mansioni di Ambasciatore. Per me, anche se sono sbarcato da appena due mesi e mezzo, quando mi parlano di Umbria, di Calabria o di piccoli paesi, so a cosa si riferiscono perché ci sono stato, li ho conosciuti, li ho visitati. Quando si rivolgono a me in italiano, sono capace di capire e non ho bisogno di un traduttore. Credo che aiuti conoscere un po’ il Paese, la cultura, la lingua. Senz’altro, questa la posso migliorare e perfezionare ma, fortunatamente, ho raggiunto un livello sufficiente per poter parlare e per approfondire gli argomenti.
Nel periodo della sua formazione accademica, del Master e del dottorato a Roma, come si è trovato in Italia?
Mi sono trovato come tutti coloro che, ad un certo punto della vita, essendo giovani, decidono di andare altrove. Gli inizi non sono facili: non lo è trovare un posto per viverci, fare nuove amicizie, imparare la lingua. Non parlavo italiano e ho dovuto cominciare da zero. Poi, un po’ alla volta, aiutato dai tanti amici italiani che ho avuto, che mi hanno capito e aiutato, inserito ed accettato, un giorno, d’un tratto, mi sono reso conto che mi ero inserito, adattato, abituato ad una maniera diversa di pensare. Ho avuto un grande professore che senz’altro è stato per me un mentore, un grande riferimento intellettuale, il prof. Umberto Cerroni, che ormai, purtroppo, ci ha lasciati. Quando, dopo aver studiato da giovane le sue opere, in Messico, stavo per incontrarlo la prima volta, a casa sua, in viale Manzoni, ero molto nervoso, perché non riuscivo a credere che avrei conosciuto finalmente questo eroe accademico. Mi riceve, mi offre un caffè e mi dice: allora Carlos, cosa sei venuto a fare in Italia? Gli parlo dei miei progetti accademici, di tutte le cose che volevo leggere. Si gira. Era un po’ stanco di non capirmi, di storie che non gli interessavano, così mi interrompe e mi dice: tu sei venuto in Italia per studiare? Sì, gli rispondo. E lui: non ci sono biblioteche, non ci sono Università in Messico? Se sei venuto solo per questo, torna nel tuo Paese. Lì ci sono i libri. Se invece sei venuto in Europa, in Italia, perché devi imparare un nuovo sistema di pensare, una nuova storia, una nuova cultura, ti devi “buttare” e andare nei mercati, nei musei, nelle chiese, nelle piazze. È stata, questa, per me, la grande lezione di vita di un grande intellettuale che mi ha detto: “sei venuto ad imparare una maniera di pensare molto diversa da quella a cui sei abituato. Questa è la tua sfida: capire una maniera diversa di vedere l’universo”. È stato un grande insegnamento.
Oltre al professore ha trovato molti amici in Italia? Li ha ancora?
È un fatto curioso che, dopo ventisei anni che ho lasciato l’Italia, sono tornato e sto ritrovando alcuni vecchi amici, compresi quelli dell’Ambasciata, perché ho lavorato proprio qui, in questo stesso palazzo. Il mio ufficio era alla fine di questo corridoio. È buffo e bello ritrovarsi. Con alcuni, pochi, sono rimasto in contatto durante questi anni, con altri ci stiamo rincontrando adesso, non solo con gli amici di tutti i giorni con cui si andava a mangiare la pizza, ma anche con gli imprenditori italiani con i quali ho avuto a che fare quando ero Addetto commerciale. Con mia sorpresa, si ricordano di me, hanno risposto alle mie telefonate, stupiti di sentirmi e chiedendomi cosa sono venuto a fare in Italia, non sapendolo ancora… Ora stiamo ricominciando a fare dei progetti di investimenti, di scambi. È bellissimo che dopo tanti anni ancora si ricordino di me. Sono fortunato. La vita ogni tanto offre queste cose. E non sto parlando di piccoli, ma di grandi imprenditori che ho incontrato quasi trent’anni fa e che ancora sono attivi.
Nella sua carriera si è occupato dei progetti destinati ai messicani che vivono all’estero. Da quando è venuto a studiare in Italia e poi vi è tornato con il suo primo incarico diplomatico, cosa è cambiato per i suoi concittadini che vivono nel nostro Paese? Quanti sono adesso?
In Italia sono sei-settemila. Vengo da Los Angeles, dove ero Console generale e dove vi sono due milioni di messicani. Il fatto interessante è che quando sono stato qui come studente e poi come diplomatico, all’inizio della mia carriera, il Governo non aveva dei programmi per i messicani all’estero come li ha adesso. Sono progetti recenti. All’epoca il rapporto era di tipo consolare, legato ai passaporti, ai certificati. Adesso è molto diverso. Il Governo del Messico ha una cinquantina di programmi di promozione culturale, artistica, educativa, scientifica, specifici per i messicani che vivono all’estero, non che vi si trovano per turismo. Questo è un fatto nuovo per me: tornare in Italia portando questi programmi.
Ci sono stati, nel frattempo, anche nuovi accordi internazionali con l’Italia?
Con l’Italia esistono relazioni sino da quando abbiamo stabilito gli accordi diplomatici nel 1876. Ce ne sono altri, di diverso tipo, datati, che risalgono alla fine dell’Ottocento, alcuni dei quali oggi non valgono più. Nell'estate 1991 periodo nel quale ero in Ambasciata, si è firmato il primo accordo quadro di cooperazione bilaterale Messico Italia. In quella occasione è venuto in Italia l’allora Presidente Carlo Salinas. È andato a Torino ed è toccato a me organizzare questa tappa; poi è venuto a Roma, quindi a Milano, Vigevano e Venezia. Successivamente, dal 1991 al 2011, si sono rinforzati i vincoli, si sono moltiplicati gli accordi e, nel 2011, si è presa la decisione, molto giusta, di creare la Commissione Binazionale Messico Italia che da allora ogni due anni si riunisce. Lo ha fatto per cinque volte. L’ultima è stata ad ottobre 2017, qui a Roma. Adesso stiamo pensando di organizzate la sesta edizione a Città del Messico, il prossimo mese di maggio. Sarà un momento importante, perché sarà l’occasione per effettuare una valutazione dei rapporti bilaterali, per firmare nuovi accordi, per mettere a punto quelli che ci sono e anche per pianificare il futuro: cioè stabilire dove vogliamo andare da oggi a due anni. Questo serve molto anche perché la Commissione, capeggiata dai Ministri degli Esteri dei due Paesi, è di altissimo livello. Di solito, con i Ministri, sono presenti dei collaboratori del settore politico, un gruppo di imprenditori, un Consiglio bilaterale di affari, che si riunisce e che si accorda su come sviluppare ulteriormente gli affari tra i nostri Paesi.
Negli ultimi anni le riforme strutturali volute dal Presidente Peña Nieto, hanno reso possibile l’ingresso di grossi gruppi italiani come, ad esempio, Eni.
Sì, soprattutto nel settore energetico, dove senz’altro alcune aziende italiane, Eni, Enel, Enel Green Power, hanno approfittato di questa riforma. Siamo stati fortunati ad avere grossi investimenti italiani in questo settore, con la creazione, ovviamente, di nuovi posti di lavoro e del trasferimento di tecnologia.
Eni ha vinto il primo appalto…
La prima azienda straniera che ha tirato fuori una goccia di olio dal sottosuolo messicano è stata Eni e, lo scorso agosto, l’amministratore delegato Descalzi ha consegnato al Presidente López Obrador il “primissimo” olio estratto.
Per il Messico è un risultato importante?
Importantissimo, storico.
Si sta procedendo in questa direzione?
Ora siamo in una fase di revisione degli appalti futuri e delle strategie. Nessun contratto è stato cancellato. Stiamo effettuando valutazioni sia sul fronte delle energie fossili che su quello delle rinnovabili.
Quali sono le cause che hanno determinato questa necessità?
Le priorità cambiano. Il Presidente López Obrador è convinto che le energie fossili siano importanti e che non devono sparire. Si sta quindi potenziando l’azienda nazionale messicana Pemex. Si cerca di aumentare la capacità di raffinazione in Messico, per importare meno possibile olio e benzina, che adesso stiamo immettendo in grande quantità. Per questo stiamo costruendo una nuova raffineria, Dos Bocas, che riuscirà, quando sarà ultimata, a diminuire la quantità di petrolchimici che adesso importiamo.
Dove è situata Dos Bocas?
Nello stato di Tabasco, nel Sud del Messico.
È un progetto esistente da qualche anno?
Sì, ma adesso è diventato concreto. Si vuole avviare questa nuova raffineria in maniera tale che possa determinare una vera e propria svolta sulla dipendenza dai petrolchimici che abbiamo in Messico.
Sul fronte energetico, riguardo ai contenuti dell’Agenda 2030 dell’ONU, qual è la posizione del Messico?
Il Messico è molto impegnato ed è sempre stato all’avanguardia su questo fronte per raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello internazionale. Quelle che erano chiamate “le mete del millennio”, come la riduzione della povertà, la protezione dell’ambiente, sono le mete delle quali tutti beneficeremo a livello mondiale. La cura dell’ambiente, in particolare, è di interesse centrale per il Messico che continuerà scommettere sulle fonti rinnovabili. Quello che è cambiato è che si è stabilito che lo Stato produrrà il 54% dell’energia rinnovabile e lascerà ai privati, messicani e stranieri, il 46%. Questo è quello che è variato: non nell’impegno con l’energia rinnovabile ma nella distribuzione. Enel sarà, se non il principale, uno dei primi fornitori di energia rinnovabile in Messico.
Riguardo ad altri tipi di energia, come ad esempio quella eolica, quella marina, o quella idroelettrica, il Messico non dovrebbe avere grossi problemi, data la ricchezza di risorse del Paese?
Si deve distinguere quali tra le risorse. Ad esempio, l’Europa è così ricca di acqua che voi quasi ve ne scordate. Il Messico, invece, non ne ha molta e non è nemmeno equamente distribuita sul suo territorio. La maggiore quantità si trova al Sud mentre il fabbisogno principale è al Nord. Questo è un grossissimo problema poiché si tratta di una risorsa essenziale ed è un esempio del fatto che il Messico non ha tutto, come a volte sento dire. Magari avesse più acqua… È tra i Paesi con la più alta esposizione solare, praticamente dappertutto. Si può veramente scommettere sulla generazione di energia solare senza limiti. In tutto il Messico abbiamo il vento, e, anche se vi sono alcune zone più adatte di altre all’energia eolica, abbiamo un grande vantaggio perché quelle idonee sono molte. Poi ci sono altri tipi di energia in fase sperimentale, come quella ricavata dalle onde del mare, che, però, non è stata sviluppata. Richiede ancora ricerca ed è molto cara. Forse tra alcuni anni potrà diventare un’altra fonte. L’idroelettrica non è la nostra risorsa più grande. Abbiamo una forte componente di energia idrica ma, a lunga scadenza, non potremmo scommettere molto su di essa. In alcuni Paesi si sta rivalutando il nucleare, ma non credo che sia la strada da percorrere. Non lo dico a nome del mondo, ma in Messico l’energia nucleare non si sta considerando. Abbiamo solo un impianto nucleare, a Laguna Verde, nello Stato di Veracruz, che produce circa il 2% del fabbisogno nazionale. Non intendiamo importare questa energia né costruire altri impianti nucleari. Stiamo invece realizzando questa nuova combinazione di fossile e rinnovabile con delle nuove regole del gioco.
L’interesse di investitori statunitensi in Messico è notevole. In quali termini e con quali previsioni si manterrà?
Al punto che il nuovo NAFTA che sarà ratificato in questi giorni dagli Stati Uniti, come lo sarà poi dal Canada, contiene un nuovo capitolo che non esisteva riguardante l’energia. Ci sarà un nuovo mercato libero nel Nord America sul fronte energetico. Nel passato non esisteva la riforma energetica di cui parliamo, ma con il nuovo NAFTA si avrà un accordo di libero scambio energetico fra i tre Paesi che ci farà diventare il COP energetico più grande e più importante al mondo.
È una conferma che le posizioni politiche spesso non corrispondono agli interessi e alle decisioni economiche?
Voi italiani siete bravi ad insegnare al mondo che la politica va su un fronte e l’economia su un altro.
L’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti del Messico non dimostra questo?
Trump disse, durante la sua campagna, che avrebbe completato l’accordo come il peggiore per gli Stati Uniti. Questo è un nuovo NAFTA. In ogni negoziato si perde e si guadagna. In alcuni settori, come ad esempio quello automotive, il Messico ha dovuto cedere alcuni punti, ma in altri ha guadagnato moltissimo, come ad esempio in quello energetico, in quello farmaceutico nel settore dell’e-commerce e della proprietà intellettuale. In molti settori, che non esistevano prima, beneficeremo ulteriormente di questo nuovo NAFTA. Quindi non si è cancellato niente, ma si è rinnovato e devo dire chiaramente che con esso le tre economie del Nord America riusciranno ad integrarsi ulteriormente e avranno ancora più bisogno una dell’altra nel futuro.
Quando è prevista l’entrata in vigore del nuovo NAFTA?
Bisogna aspettare che i canadesi, che sono più indietro con i tempi, ratifichino l’accordo. Non hanno fornito una data. Dopo la ratifica occorrano tre mesi per l’entrata in vigore, quindi credo che per questa estate avremo in pieno un nuovo NAFTA.
Riguardo al settore automotive, in quale parte del Messico si registra la massima concentrazione di imprese?
Negli Stati di Guanajuato, Jalisco, in quello che chiamiamo el Bajío, Querétaro, Aguascalientes, in piccola parte Città del Messico e nel Nord del Paese con aziende di componentistica.
La componentistica è destinata anche al mercato automotive statunitense?
Certo, con la differenza che con il vecchio NAFTA il 64% di un’auto doveva avere componenti prodotte nel Nord America. Con questo il 75%. È stato aumentato di undici punti il contenuto regionale di componentistica.
Se la decisione degli Stati Uniti in materia di dazi dovesse gravare troppo sui prodotti italiani, tale condizione potrebbe risultare vantaggiosa per il Messico?
Bisogna esplorare. È quello che ho sempre detto ai produttori italiani di vino e di olio. Il consumo di questi prodotti in Messico sta crescendo velocemente, quindi ci sono spazi. Purtroppo, però, spesso si incontrano imprenditori che non vedono il Messico come una potenziale destinazione dei loro prodotti. Il messaggio che mando ai produttori di vino e di olio italiano, è: provate il mercato messicano. Non solo provate ad esportare, ma anche ad associarvi a produttori locali e provate a produrre in Messico perché produce vino di qualità e se volete esportare negli Stati Uniti, considerate di produrlo in Messico per esportarlo negli Stati Uniti.
Non solo il vino, però, può essere prodotto in Messico?
Anche olio, abbigliamento, mobili, gioielli, calzature, arredamento. Tutta la materia prima che occorre in questi settori industriali, in Messico si trova. Abbiamo mano d’opera qualificata. Il Messico è il primo produttore mondiale d’argento. Viene importato in Italia per essere trasformato in argenteria: meglio quindi produrlo in Messico ed esportarlo da lì negli Stati Uniti.
Si tratta dunque è un ulteriore incentivo?
Certo, come sta accadendo adesso con la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Noi non l'abbiamo voluta, ma se c’è stato qualche vincitore finale, questo è il Messico. Siamo diventati il primo socio commerciale degli Stati Uniti al mondo.
Come valutate la presenza di imprenditori cinesi in Messico?
In Messico non vi sono ostacoli o preclusioni verso imprenditori cinesi che vogliono produrre legalmente, creare posti di lavoro. Io stesso ho aiutato aziende cinesi a Los Angeles e svariate aziende cinesi a stabilirsi in Messico. Sono benvenuti. Abbiamo bisogno di investimenti esteri in Messico. Per noi rappresentano più posti di lavoro, meglio qualificati, meglio pagati.
Per quanto riguarda i rapporti con i sindacati vi sono particolari problematiche in Messico?
Non maggiori che altrove. Come dappertutto bisogna essere chiari e trasparenti sul contenuto dei contratti ma il Messico non è un Paese particolarmente ostile. Abbiamo cura dei diritti dei lavoratori che devono essere rispettati.
Tra gli incarichi diplomatici che ha ricoperto, quale, tra essi, ritiene essere stato più significativo per lei? Da quale esperienza si sente più arricchito?
Faccio questo mestiere da ormai trentatré anni. Ho iniziato nell’’87 la mia carriera. Ho vissuto in otto Paesi. Sono stato due volte negli Stati Uniti e due volte in Italia. Ho imparato che non ci sono Paesi migliori o peggiori, ma Paesi differenti. Ogni Paese arricchisce. Molto dipende da noi. Bisogna sempre vedere il lato positivo. Qual è stata la mia migliore esperienza? Tutte. Sono stato anche in Paesi come El Salvador che qualcuno potrebbe pensare essere stata un’esperienza minore rispetto alle altre, ma non è così. Vi ho trovato dei bravissimi lavoratori. Ho avuto una grandissima esperienza in El Salvador, nel Centro America. In questa carriera tutto aiuta a diventare più professionali, più capaci.
In Italia quale sarà il suo programma e con quali priorità lo svolgerà?
Non trascurerò nessun settore perché in ognuno va trovata una possibilità. Parlavo con i miei colleghi di questo: c’è una cosa che avvicina molto italiani e messicani ed è lo sport. Cosa si è fatto nella storia dei rapporti tra Italia e Messico sul fronte sportivo? Pensiamo che non sia una cosa importante, ma chi ha detto che lo sport non aiuti ad avvicinarci di più? Non trascurerò nessuna attività anche sul fronte sportivo. Sto organizzando alcune iniziative, che non posso ancora anticipare, ma confermo che anche su questo fronte mi attiverò, perché credo che il calcio, in modo particolare, ci avvicini molto. Certamente ci sono delle priorità e non posso dire che lo sport sarà posto al di sopra di tutto il resto, perché non sarebbe il caso. Il rapporto politico va curato. Siamo Paesi amici, abbiamo buoni rapporti, ma non è detto che non possano migliorare ulteriormente il livello di scambi, le visite, non solo dei Ministri degli Esteri, che sono una priorità, ma anche degli altri settori della politica, dell’educazione, della cultura, della scienza, della sicurezza. Possiamo prendere in considerazione tanti fronti per avvicinarci ancora di più sul fronte politico, su quello culturale e su quello turistico. Quando mi dicono che 200.000 italiani in Messico sono molti e che lo sono anche 180.000 messicani in Italia, rispondo che per me non lo sono. Forse sono troppo esigente, ma per un Paese di 62 milioni di abitanti e uno di 125 milioni di abitanti, non credo che stiamo scambiando granché. Bisogna essere ambiziosi e far crescere queste cifre. Bisogna mettere in atto delle strategie, incrementare i collegamenti aerei, aumentare gli investimenti italiani in Messico ma anche quelli messicani in Italia.
Quali sono i settori più interessanti nei quali investire in Messico?
In questo momento bisogna accrescere quello che c’è già, come il settore automotive, componentistica auto, farmaceutico, energetico e non è detto che non possano crescere l’agroalimentare, il chimico, il manifatturiero in generale, il settore moda.
Ci sono già progetti definiti?
Non ci sono dei progetti ma sto avviando molteplici contatti su diversi fronti e non tutto concentrato su Roma, per far capire che c’è desiderio, volontà di accrescere i rapporti economici, commerciali, tecnologici; che bisogna approfittare del fatto che il nuovo NAFTA darà ulteriori vantaggi agli imprenditori che vogliono lavorare sul fronte nordamericano; che ci sarà fra pochi mesi anche un nuovo accordo, una nuova associazione economica speciale, strategica, tra l’Unione Europea ed il Messico. Dopo venti anni abbiamo aggiornato la precedente che ormai era datata. Siamo nella fase finale dei negoziati e, sicuramente, quest’anno avremo anche un nuovo accordo di libero scambio, non solo commerciale, ma anche politico. Questi due fatti confermano chiaramente che il Messico è un Paese conveniente, interessante, in cui investire.



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Rita Sanvincenti

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