Teatro del porto: ovvero la sala teatrale napoletana, in una zona “malfamata” e ultrapopolare dove Raffaele Viviani lavorò per decenni con la compagnia di cui era capocomico, impresario, musicista, drammaturgo, paroliere e impresario. E “Teatro del porto” è il titolo del nuovo lavoro dedicato a Viviani (1888-1950) da Massimo Ranieri – primattore e mattatore - e da Maurizio Scaparro, regista. Un Massimo Ranieri nel suo ambiente e nella sua dimensione più congeniale, che torna a cimentarsi con il grande autore napoletano, dopo il successo di “Viviani Varietà” delle scorse stagioni (sempre con la regia di Scaparro). Dopo il debutto in Toscana, a Siena (Teatro Rinnovati), e ad Arezzo (Teatro Petrarca) il coloritissimo spettacolo inizia un tour che lo porterà in tutta Italia fino al mese di maggio. È una Napoli autentica, della memoria storica, quella che rivive in palcoscenico. Non solo, ma la realtà del porto, rimanda idealmente ad una dimensione che sta sia in mare che in terra, perché tante esperienze e conoscenze possono essere proprie di chi arriva dal mare così come di chi a quel mare si dirige per attraversarlo, senza più speranza, per emigrare. Le parole e le musiche di Viviani sembrano accompagnare lo spettatore dopo cento anni verso il presente, anzi, verso il futuro: sono storie di emigrazione, di miseria, di famiglie in rovina, quelle raccontate in poesie e canzoni; e sono purtroppo attuali e vere oggi come all’epoca dell’autore. Viviani raccontava Napoli letteralmente dalla strada, dai vicoli, restituendone in pieno la vita, realtà talvolta pittoresca, talvolta dolorosa. Lo spettacolo, prevalentemente musicale, si avvale della voce e della capacità espressiva di Ranieri, che eccelle anche nei numeri e negli sketch di varietà. Con lui – in una composizione corale – sono in scena ottimi giovani attori-cantanti-fantasisti: Ernesto Lama, Angela De Matteo, Gaia Bassi, Roberto Bani, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Antonio Speranza, Francesca Ciardello.
L’orchestra, che dialoga scherzosamente con gli interpreti, sotto la ribalta, è composta Ciro Cascino al pianoforte, Luigi Sigillo al contrabbasso, Donato Sensini ai fiati, Sandro Tumolillo al violino, Giuseppe Fiscale alla tromba, Mario Zinno alla batteria. Le elaborazioni musicali sono di Patrizio Scialò; le scene e i costumi di Lorenzo Cutuli.
Ph. Oreste Lanzetta e Iole Capasso
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