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22 giu 2023

XXI stagione del Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra, la presentazione a Palazzo del Pegaso

XXI stagione del Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra, la presentazione a Palazzo del Pegaso

Alla conferenza stampa di presentazione, nel Media Center Sassoli di Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio Regionale della Toscana, hanno partecipato il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo, il consigliere regionale Diego Petrucci, il sindaco di Volterra Giacomo Santi e il fondatore e direttore artistico del Festival Simon Domenico Migliorini.

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21 giu 2023

Prende il via la regata per The Nations Trophy – Swan One Design organizzata dallo YCCS in associazione con ClubSwan Racing

Prende il via la regata per The Nations Trophy – Swan One Design organizzata dallo YCCS in associazione con ClubSwan Racing

La regata è riservata alle classi monotipo del cantiere Nautor, i ClubSwan 50, ClubSwan 42 e ClubSwan 36

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29 mag 2023

Premiazione del Concorso “Una fiaba per la legalità e la solidarietà” Riservato agli alunni dell’Istituto Comprensivo “Capuana – Pardo” di Castelvetrano (TP)

 Premiazione del Concorso “Una fiaba per la legalità e la solidarietà” Riservato agli alunni dell’Istituto Comprensivo “Capuana – Pardo” di Castelvetrano (TP)

L’evento si svolgerà presso il Centro Commerciale Belicittà il 31 maggio 2023 (ore 10:30) alla presenza del Questore di Trapani Salvatore La Rosa, della Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Castelvetrano Laura Cavasino, della Dirigente dell’Istituto Anna Vania Stallone.

 

 

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21 mag 2023

Record di partecipazione al XIII Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti - Chimali 2023 con oltre 300 iscritti

Record di partecipazione al XIII Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti - Chimali 2023 con oltre 300 iscritti

Tra gli appuntamenti di maggiore interesse della tre giorni di Marsala, la Tavola rotonda “Istituzioni, enti di controllo e scienza a sostegno delle filiere agro-alimentari”.

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13 mag 2023

Messina Wine Fest, la prima edizione dal 14 al 17 giugno 2023

Messina Wine Fest, la prima edizione dal 14 al 17 giugno 2023

Fulcro di MWF è “Incoming and B2B with international buyers” organizzato da Sicindustria con Enterprise Europe Network per promuovere e favorire il business internazionale delle imprese siciliane del settore vitivinicolo.  

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12 mag 2023

Il Premio “Girolamo Bambara” al XIII Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti - Chimali 2023

Il Premio “Girolamo Bambara” al XIII Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti - Chimali 2023

Nell’ambito di Chimali 2023, dal 29-31 maggio 2023 a Marsala, verrà consegnato il prestigioso riconoscimento istituito per volontà della Prof. Patrizia Bambara figlia dell’illustre ricercatore.

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PABLO ZINGER, IL RE DELLA ZARZUELA, EREDE DI PIAZZOLLA

PABLO ZINGER, IL RE DELLA ZARZUELA, EREDE DI PIAZZOLLA

Una personalità artistica straordinaria che affascina il pubblico di tutto il mondo con la musica ispanoamericana

Autore: Rita Sanvincenti/sabato 2 agosto 2014/Categorie: Attualità, Musica, Italia

Pablo Zinger è direttore d'orchestra, pianista, compositore, arrangiatore, oltre che saggista e conferenziere. Musicista di grande ecletticità, si dedica al repertorio classico, specialista nel tango, nella musica latina, nella zarzuela (della quale è stato definito negli Stati Uniti “il re”), così come nell'opera di Astor Piazzolla. Ha lavorato in America, Spagna, Russia, Giappone, Corea, Hong Kong, Sudafrica, Grecia, Polonia, Slovenia, Germania e Norvegia.
Si è esibito in un programma di tango con Placido Domingo al Constitution Hall di Washington, ha diretto, tra gli altri, il Concerto per il 50° anniversario di Paquito D'Rivera al Carnegie Hall e la prima di “Maria de Buenos Aires” di Piazzolla, a Mosca. 
Tra le sue opere, il musical in inglese – libretto e musica – latino-ebraico “Bela”, (realizzato con lo scrittore Ilan Stavans), “Le tentaciones de Gonzalez”, basata sul libro dello scrittore uruguaiano Hugo Bardalla “Tiene la muerte atada”, suo omaggio ai compositori latinoamericani “Bésame mucho”, un grande successo che ha ottenuto numerosi premi della critica, nella presentazione al Teatro del Repertorio Spagnolo di Nuova York dal 2012.
Fra le sue incisioni, oltre a quelle dedicate alla zarzuela, “Tango apasionado” con Astor Piazzolla, “Chamber Music from the South” e “El Clarinetista” (nomination al Grammy Awards) con Paquito D'Rivera, “Las Puertas de la Mañana” (canzoni di Carlos Guastavino) e due album dedicati alla musica del compositore classico-flamenco Carlos Surinach.
E' stato Direttore Musicale dell'Istituto di Teatro Polacco di New York, fondato da Nina Polan, e ha proposto spesso musica polacca negli Stati Uniti, dall'opera “Halka” di Moniuszko fino a spettacoli di cabaret.
Ha fondato lo ZingerSeptet, con sede a Valencia, e si è laureato in Musica e Direzione d'orchestra alla Manhattan School of Music, dove ha studiato piano con Zenon Fishbein. 

La zarzuela è un genere musicale che dovrebbe essere più conosciuto. Lei, che è stato definito “il re della zarzuela” si è impegnato per diffonderlo il più possibile negli USA e nel mondo. Che cosa ha ostacolato la sua diffusione?

La zarzuela è uno dei miei generi preferiti. Ha molte somiglianze con il teatro musicale degli Stati Uniti, con la sua alternanza di parti parlate e cantate (come l'operetta, il Singspiel, l'Opera-Comique francese ecc.) e anche con la sua grande varietà di stili e di dimensioni (da piccoli pezzi in uno stile quasi da cabaret a grandi lavori di dimensione operistica).

Ho cominciato a fare la zarzuela con il direttore René Buch al Teatro di Repertorio Spagnolo di New York nel 1981, e ho lavorato lì fino al 1994. Recentemente sono tornato là presentandovi il mio spettacolo “Bésame mucho”, che ha avuto molti riconoscimenti dalla critica a New York.
A partire dal 1989 ho diretto zarzuelas con orchestra a New York per il Bronx Arts Ensemble, a El Paso (Texas), Santa Barbara (California), Montevideo (Uruguay), Orlando (florida) e più recentemente, per sei anni, al National Hispanic Cultural Center di Albuquerque.
Credo che i produttori d'opera tendano a pensare alla zarzuela come ad un genere “esotico”. Quando la propongono negli Stati Uniti, pensano che facendo la zarzuela potranno attrarre un pubblico di lingua spagnola – che ogni volta è più numeroso - nei teatri d'opera , in modo che successivamente questo pubblico veda il repertorio “vero”, cioè l'opera italiana, francese e tedesca... Questa è una mentalità colonialistica, un po' quella di “educare i selvaggi”, ed un prodotto dell'ignoranza dei grandi valori musicali (e occasionalmente valori teatrali) della zarzuela. Zarzuelas come “Luisa Fernanda” di Moreno-Torroba o “La tabernera del puerto” di Pablo Sorozabal non hanno nulla da invidiare alle opere italiane o francesi. 

Lei è un grande specialista del tango, quello di Astor Piazzolla e di altri: pensa che il tango sia musica “colta”, una forma di musica classica moderna? Oppure ritiene che sia inutile la distinzione tra musica “colta” e musica “leggera”?
La distinzione tra la “musica colta” e la “musica popolare” è una delle disgrazie della cultura contemporanea. All'epoca di Bach, Beethoven, Mozart, Chopin e Liszt i compositori suonavano, componevano e improvvisavano. Nei concerti si eseguiva musica contemporanea, non musica di 100 o 200 anni prima. Oggi, i compositori classici (a parte alcune onorevoli eccezioni) non suonano, i musicisti classici non improvvisano e gli improvvisatori suonano “jazz”. Questo ha causato una decadenza della così detta musica classica. Piazzolla era una grande eccezione. Suonava, componeva e improvvisava, con una conoscenza ugualmente profonda della musica “popolare” e “classica”. Piazzola poteva orchestrare un pezzo sinfonico o scrivere un tema di 4 minuti per il suo quintetto con la stessa facilità. La sua musica è eseguita oggi da complessi sinfonici e da camera, musicisti jazz, compagnie di ballo classico o moderno, cantanti “pop” ecc. Altri grandi compositori che riuscirono ad essere ugualmente eclettici sono George Gesrshwin, Ernesto Lecuona e Leonard Bernstein, tutti tra i miei preferiti.

Il suo complesso si chiama Nuevo Tango Septet? Che cos’è il “nuovo tango”?
Il termine “nuovo tango” si applica generalmente allo stile inventato soprattutto da Piazzolla. Egli è cresciuto a New York, dove la sua famiglia si trasferì quando lui aveva 8 anni. Lì ascoltò molte musiche diverse: il jazz di Harlem, la musica classica che gli insegnò il suo professore ungherese, Bela Wilda, la musica degli ebrei dell'Est europeo che abbondavano nel suo quartiere del Lower East Side di New York in quell'epoca, e il tango che suo padre portò dall'Argentina. Piazzolla amalgamò elementi di tutti questi tipi di musiche, più alcuni tratti di musica classica d'”avanguardia”, e da tutta questa miscela creò la nuova musica che chiamò Nuovo Tango, e che oggi è lo “standard” del Tango contemporaneo. Il mio settetto, che ha base a Valencia in Spagna (ZingerSeptet, prima chiamato Nuevo Tango Zinger Septet) segue questa filosofia, di non separare le musiche differenti, ma di combinarle… La formazione è totalmente “classica” (oboe, clarinetto, violino, violoncello, chitarra, contrabbasso e piano) ma lo stile è totalmente eclettico. I componenti sono l'oboista Roberto Turlo, il clarinettista Josè Franch Ballester, il violinista Enrique Palomares, il violoncellista Mariano Garcia, il chitarrista Ruben Parejo e il contrabbassista Xavier Sapiña, e io al piano. Suoniamo tango, Nuovo Tango, Bossa Nova, Chorinho, musica da film, classica, qualsiasi cosa. Leggiamo musica, improvvisiamo, facciamo suoni con la bocca o con il corpo, calpestiamo il pavimento, di tanto in tanto perfino cantiamo... 

Come conobbe Piazzolla, e come accadde che le affidò le direzione di alcune sue importanti prime esecuzioni? 
Ho conosciuto Piazzolla in modo sorprendente... Ricevetti una chiamata tellefonica in cui mi disse: “Sono Astor Piazzolla e voglio che tu sia il direttore d'orchestra della mia prossima opera a New York”. Io risposi: “Non prendermi in giro: chi parla?”. In effetti era veramente Astor Piazzolla, e io diressi la sua opera “Tango apasionado” a New York, con eccellenti critiche per la mia direzione musicale e subito registrai il disco di quell'opera con lui al Radio City Music Hall, per l'etichetta American Clavé. Ricevetti la telefonata a seguito di una raccomandazione del grande musicista argentino Carlos Franzetti, che mi segnalò poiché mi aveva conosciuto attraverso Paquito D'Rivera”.


Qual è il livello dei Paesi centroamericani e delle orchestre dell’America Latina che lei ha diretto più volte? Sono arrivate a potersi misurare con la qualità di quelle d’Europa e dell’America del Nord?
La mia esperienza come direttore di orchestre sinfoniche è relativamente limitata. Sì, ho avuto l'onore di dirigere orchestre come la Simon Bolivar del Venezuela, o l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Costa Rica, o la Sinfonica di Maribor in Slovenia, o l'Orchestra Filarmonica di Montevideo, ma non mi considero un esperto in questa materia.

Nel mondo del Centro e del Sud America vi è un crescente interesse per la musica sinfonica europea?
Le orchestre sinfoniche di tutto il mondo sono state fondate per suonare la musica sinfonica europea e l'opera europea. Generalmente tutti questi complessi hanno cominciato suonando quasi esclusivamente il repertorio sinfonico e operistico tradizionale europeo. Alla fine del secolo XIX è sorto un movimento musicale nazionalista nella maggioranza di questi Paesi. I compositori andarono avanti utilizzando i modelli strumentali e strutturali europei, utilizzando però temi e ritmi più locali. In seguito sono apparsi compositori, tanto in America Latina quanto negli Stati Uniti, che hanno rivoluzionato i modelli europei e hanno scritto musica che ha a sua volta ispirato i compositori europei. Tra questi possiamo evidenziare Gershwin, Villa Lobos, Ginastera, Chávez, Revueltas, ecc.

Paquito D’Rivera e Placido Doming, due amici con cui ha avuto ed ha un fecondo legame artistico. Lavorerà di nuovo con loro?
Paquito D'Rivera è un grandissimo amico, con cui ho cominciato a lavorare nel 1983. L'ho conosciuto attraverso sua moglie (allora era la sua fidanzata) Brenda Feliciano, che cantava l'opera di Manuel De Falla “La vida breve” con la mia direzione a New York. Egli venne a vederla, e mi salutò con grande gentilezza dopo lo spettacolo. Io lo invitai a casa mia a suonare insieme musica da camera, e ora dice che sono stato io a portarlo di nuovo alla musica classica dopo tanto tempo. Con Paquito ho diretto molti concerti sinfonici e ho formato anche un trio con il violoncellista brasiliano Gustavo Tavares: insieme abbiamo fatto moltissimi concerti in molte città e nazioni. Considero Brenda e Paquito cari amici.
Con Placido Domingo ho lavorato come Direttore Assistente all'Opera di Washington per la zarzuela “Doña Francisquita”, e anche come pianista e direttore della parte dedicata al tango del suo concerto “De mi alma latina” che si fece nella sala da concerto più grande di Washington, Constitution Hall. Inoltre gli feci un'intervista sulla zarzuela nella mia qualità di “giornalista” della rivista Opera News, che dedicò un numero completo alla zarzuela l'anno scorso. Il maestro Domingo è sempre stato amabilissimo con me.
In tutti e due i casi, sia con Paquito che con Placido, mi piacerebbe moltissimo lavorare di nuovo con loro. In questo momento la mia carriera sta avendo una svolta nuova, ora che ho cominciato molto di più a comporre. Negli ultimi anni ho composto un musical in spagnolo, una specie di zarzuela, o di musical uruguaiano, con libretto dello scrittore uruguaiano Hugo Bardallo e per la regia dell'attore, regista e produttore uruguaiano Nelson Landrieu, dal titolo “Las tentaciones de Gonzalez”, sul tema folcloristico latinoamericano e universale, cioè su una scommessa tra Dio e il diavolo. Più di recente, insieme allo scrittore messicano Ilan Stavans, che insegna a Anherst nel Massachussets, ho composto un musical in inglese, che unisce la nostra eredità latinoamericana e la nostra eredità ebraica (tutti e due siamo discendenti degli ebrei dell'Est europeo che emigrarono in America Latina). Questo musical, intitolato “Bela”, combina elementi di tango con la musica ebraica “klezmer” e con il teatro musicale statunitense. La vicende originale si svolge nell'Argentina del 1930. Dico questo perché credo che il mio tempo sarà sempre più dedicato alla creazione di nuove opere di teatro musicale scritte da me. E' un “peccato di vecchiaia”... 

Come direttore del Polish Theatre Istitute di New York per la parte musicale, si impegna per una maggiore conoscenza del repertorio polacco. Quali sono gli autori, passati e moderni, da far scoprire, visto che nel resto del mondo si conosce quasi solo Chopin?
Il mio lavoro con il repertorio musicale polacco si deve soprattutto ad una mia amica, una gran signora, Nina Polan, che era direttrice dell'Istituto Teatrale Polacco di New York e che è morta nello scorso febbraio. Lei mi ha fatto conoscere molti compositori polacchi, dai classici come Moniusko (autore della grande opera nazionale, “Halka”), Newiadomski, Karlowicz, Szymanowski , ecc. , alla musica folcloristica, e alle canzoni popolari come Marian Hemar, Jerzy Peterburski o Wladislaw Szpilman (conosciuto per il film “Il pianista”), tutti questi ultimi anche ebrei. Con lei ho fatto dei concerti molto diversi, comprese anche le canzoni complete di Chopin o di Paderewski, tutte di grande bellezza, e sono andato in Polonia in 5 o 6 occasioni, fino al punto di aver appreso a leggere e a capire (un poco anche a parlare) la lingua polacca. 
Oggi sono sempre più interessato a un genere particolare della musica della Polonia (ma anche dell'Ucraina, della Russia ecc.), che è la musica Yiddish. Quella era la lingua di famiglia dei mie padri, un idioma che oggi si parla molto poco, ora che la grande massa degli ebrei dell'Est europeo che emigrarono in America non lo parlano più; però l'interesse accademico e artistico per questa lingua del passato e per la cultura degli ebrei dell'Est europeo sta crescendo molto. 

Qual è il rapporto di Pablo Zinger con l’Italia?
Ho sempre avuto una grande ammirazione per la cultura e la musica italiana, includendo, ovviamente, il cinema italiano. Recentemente ho fatto una serie di concerti con un programma di musica da film, che includeva musiche di Nino Rota , (Amarcord, Il padrino), Bacalov (Il postino) ecc. Marcello Mastroianni e Sofia Loren (in particolare la seconda) sono stati grandi idoli della mia infanzia. L'opera italiana, in particolare Puccini, mi interessa moltissimo, e annovero anche Mozart (grazie al suo librettista Lorenzo Da Ponte) tra i compositori d'opera italiana. Nel mio paese natale, la cultura (e la cucina) italiana hanno avuto un'incidenza molto grande, grazie ai numerosi immigranti italiani. Credo che un 40% della popolazione uruguaiana abbia una parte di sangue italiano. Naturalmente anche l'influenza italiana a New York è importantissima. Ho avuto il piacere di visitare l'Italia (Venezia, Firenze) con mia moglie Adriana, ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita e spero, in futuro, di poter conoscere molte altre città d'Italia. Più di recente, per iniziativa di un mio grande amico, il calabrese Enzo Pizzimenti, ho partecipato come Direttore Musicale ad un omaggio al grande maestro e compositore, Anton Coppola, presentando selezioni della sua opera “Sacco e Vanzetti”.

Una domanda non di carattere artistico: che cosa le manca dell’Uruguay vivendo negli Stati Uniti?
Ho vissuto a New York quasi due terzi della mia vita. Per me New York è la mia casa. Qui ho lavorato, mi sono sposato, ho avuto mia figlia, ho conosciuto grandi musicisti come Paquito, Piazzolla o Domingo. Conservo tanti bei ricordi del mio Paese natale, l’Uruguay, e dalla mia città, Montevideo, e vado a trovare la mia numerosa famiglia tutto gli anni. Confesso che quando guardo il calcio, anche se non sono un tifoso, sono felice quando vince la squadra dell’Uruguay ai mondiali. In Uruguay ho mio padre che ha 92 anni, mio fratello e mia sorella, una zia, dei nipoti, dei cugini, ecc..
Montevideo è una città bellissima, che vale la pena visitare. In più, l’Uruguay sta vivendo un momento relativamente brillante dal punto di vista economico e culturale, ed è appena stato definito “Paese dell’anno” dalla rivista The Economist. Un’altra grande attrattiva sono le città di mare, le stazioni balneari con resorts, come Punta del Este, Atlantida, La Paloma ecc. La cucina combina elementi della cultura italiana e spagnola, così come il tipico “asado” per gli amanti della carne. In agosto presento là un concerto dedicato alla zarzuela, organizzato da una mia cara amica, María Julia Caamaño, direttrice del Centro Cultural de Musica.

Qual è il suo rapporto con Enzo Pizzimenti, che ha organizzato l’evento in onore del Maestro Anton Coppola, e che ama tanto la musica spagnola e latina?

Ho avuto il grande piacere di conoscere Enzo Pizzimenti alcuni anni fa, quando venne a studiare con me, raccomandato dal mio amico Francisco Casanova, grande tenore dominicano. Prima di tutto Enzo, e sua moglie Pina, sono carissimi amici. Inoltre, Enzo è uno studente scrupoloso e serio, che, pur senza essere musicista di professione, sta dedicando tanto tempo e amore al canto lirico, e ugualmente a imparare tanti brani in spagnolo e in inglese, zarzuela, tango, teatro musicale statunitense ecc. Enzo ha anche organizzato molti eventi musicali in cui ho suonato e diretto, inclusi un concerto di opera e zarzuela, concerti di tango, di musica di Piazzolla, di musica spagnola e più di recente l’evento dedicato al maestro Coppola che ho menzionato prima.

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Rita Sanvincenti

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