Per la prima volta, al Cantiere internazionale d’Arte di Montepulciano, il festival di musica e spettacolo fondato nel 1976 dal compositore Hans Werner Henze, un’opera lirica in scena in uno spazio scenico insolito e fascinoso come lo splendido Tempio di San Biagio, poco distante dal centro di Montepulciano, capolavoro architettonico di Antonio da Sangallo il Vecchio, esempio di costruzione rinascimentale tuttora di straordinaria unità stilistica e armonia. In questo luogo d’arte straordinario, in programma un capolavoro della storia dell’opera, il seicentesco “Dido and Aeneas” di Henry Purcell, con le sue struggenti melodie dettate da una mirabile ispirazione, a cominciare dalle due arie della protagonista Didone (in questa edizione attuale un’ottima Sabrina Cortese). L’interno del Tempio cinquecentesco si rivela più adatto di quanto previsto, nonostante l’altezza dell’edificio, alle necessità acustiche di un’esecuzione musicale: meno soddisfacente, invece, l’esito dello spettacolo sotto il profilo della visibilità, visto anche il numero molto elevato di posti e di spettatori che, di fatto, ha contribuito a limitare, in parte, la visione. Il regista, scenografo e costumista Michael Kerstan ha inserito un tocco – comunque appena accennato – di attualità (forse inutile), avvicinando l’immagine dei Troiani naufraghi nel Mediterraneo al tempo del mito, ai migranti di oggi sciaguratamente in balia delle onde su quello stesso mare. Una notazione che è apparsa riassorbita, in ogni caso, nel contesto di una messa in scena nobilmente composta, efficace quanto raffinata nelle sue linee classicheggianti, dove l’azione si trasformava quasi in controllata e armonica coreografia di movimenti, sia corali che dei singoli. I tocchi di modernità – le luci a Led – non stonano con l’evocazione di un’atmosfera irreale e lirica, suggestiva. L’esecuzione dell’opera era affidata al Modus Ensemble di Roma, diretto da Mauro Marchetti, che ha messo in luce con grande cura e rispetto i pregi eccezionali della partitura: non solo quelli musicali ma anche quelli poetici. Impeccabili gli interpreti: oltre alla già citata Cortese, la Belinda (la confidente della regina) di estremo rilievo di Giulia Manzini e la Seconda Donna di Roja Weyhenmeyer. Grandissimo successo ha ottenuto il quotato falsettista Stefano Guadagni, nei panni della Maga, affiancato dalle due demoniache Streghe di Lucia Filaci e Caterina Meldolesi. Purtroppo lo spettacolo non avrà repliche, anche se il programma del Cantiere procede intensissimo fino a domenica 31.
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