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Giorgio Morandi. Al Vittoriano di Roma una monografica sull'artista

Giorgio Morandi. Al Vittoriano di Roma una monografica sull'artista

Il Complesso del Vittoriano continua il proprio lavoro di ricerca sulla pittura del Novecento

Autore: Redazione Aurora/mercoledì 4 marzo 2015/Categorie: Attualità, Arte, Italia, Lazio

Il complesso del Vittoriano di Roma continua il suo lavoro di ricerca sulla pittura italiana del Novecento ospitando fino al 21 giugno 2015 una mostra monografica dedicata a Giorgio Morandi. Artista fra i più noti a livello mondiale nel secolo scorso e incisore di straordinario talento, Morandi ha posto al centro della propria opera gli oggetti e gli scenari della vita quotidiana, utilizzandoli come strumento per guardare al presente con l’occhio acuto di chi studia i suoi riflessi attraverso l’osservazione della luce.

Proprio seguendo questa traccia, il percorso espositivo si propone di delineare e presentare al pubblico la modernità e il complesso itinerario intellettuale ed emotivo espresso da Morandi nelle sue nature morte e nei suoi paesaggi. «Gli stessi titoli che ho scelto per queste opere sono convenzionali, come Natura morta, Fiori o Paesaggio, senza alcuna allusione alla bizzarria o a un mondo irreale», dichiarava l’artista che, prendendo distanza dal narrativo e dalle poetiche sociali, scavalcava le contingenze consegnando al suo linguaggio la voce dell’universalità.

Le opere in mostra sono state scelte per mettere in evidenza – in una lettura inedita, ma anche in una successione meticolosa e approfondita – lo sviluppo dei temi affrontati dal maestro, così da offrire ai visitatori la possibilità di indagare il modus operandi di Morandi e di ricostruirne l’universo artistico. In quest’ottica, un’attenzione particolare è rivolta a evidenziare e ad accostare tra loro opere caratterizzate dalle sottili variazioni di uno stesso tema all’interno dei diversi generi pittorici trattati dall’artista. La rassegna, distribuita in un ordine cronologico e tematico, ripercorre l’intero cammino di Morandi e include opere espresse con differenti tecniche: pittura, incisione, acquerello e disegno. 

Attività, o meglio ricerche, svolte in parallelo, spesso intersecate. Si parte dalle prime opere, realizzate nel solco delle avanguardie e della tradizione italiana, per giungere a quelle degli ultimi anni, caratterizzate da una progressiva rarefazione e pervase da un’inquietudine tutta moderna. «Credo che nulla possa essere più astratto, più irreale, di quello che effettivamente vediamo. Sappiamo che tutto quello che riusciamo a vedere nel mondo oggettivo, come esseri umani, in realtà non esiste così come noi lo vediamo e lo percepiamo», in queste parole si condensa il credo pittorico dell’artista. 

Mantenendo alta l’attenzione sulla poetica di Morandi la mostra, curata dalla Direttrice della Fondazione Longhi Maria Cristina Bandera, dà conto della sua attenzione per i grandi maestri italiani, da Giotto e Masaccio a Piero della Francesca e Caravaggio, fino alla scoperta della moderna pittura francese, e in particolare di Cézanne. Non mancano il passaggio e l’adesione al primo Futurismo, alla Metafisica, alla ricerca di un Nuovo Plasticismo. Molti anche i riferimenti all’amore per il cinema e ai contatti di Morandi con registi quali Michelangelo Antonioni e Federico Fellini che, insieme a Pier Paolo Pasolini hanno scelto di inserire nei propri film le opere del pittore o di utilizzarle come fonte di ispirazione.

Nel catalogo, edito da Skira, sono presenti saggi di Maria Cristina Bandera, Catherine Goguel e Fabio Fiorani, e scritti inediti di Roberto Longhi, Giulio Paolini e Ferzan Ozpetek che ha definito il lavoro di Morandi un “miracolo della condivisione di un sogno”.


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