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L'Aquila, volti e segni di un terremoto

L'Aquila, volti e segni di un terremoto

Lo spazio della memoria

Autore: Anonym/martedì 2 luglio 2013/Categorie: Attualità, Arte, Italia, Lazio

Il Complesso del Vittoriano di Roma ospita fino al 18 luglio la mostra fotografica “L’Aquila, volti e segni di un terremoto”. Roberto Grillo, autore delle opere, chiude il suo percorso documentario a quattro anni dall’evento che ha segnato gli abitanti del capoluogo abruzzese – e con loro l’Italia e il mondo intero.

Attraverso i cinquanta scatti esposti, divisi nelle sezioni “Soggetto”, “Oggetto” e “Soggetto/Oggetto”, Grillo compie una vera e propria anatomia della psiche; scegliendo di abbandonare la foto di reportage, si dedica a un tipo di ritratto che è il preludio a una sua ricerca verso le forme dell’astratto.

Quella che scorre sotto gli occhi dei visitatori non è, infatti, una rappresentazione delle macerie fisiche, dei resti materiali del terremoto. I soggetti ritratti, tutti in studio e su fondo bianco, sono stati invitati a tornare con la memoria alla notte del 6 aprile 2009 e a far fluire nella gestualità o nella sua totale assenza le proprie emozioni. Una sedia, unico elemento in studio, è essa stessa soggetto delle immagini: recuperata dal fotografo dopo il terremoto, è simbolo di ciò che resta per chi la utilizza come medium d’interazione fra l’obiettivo e il proprio io, e memoria delle 308 vittime in uno scatto – toccante – che la ritrae da sola.
Anche nelle altre due sezioni, più spinte dal punto di vista sperimentale, Grillo focalizza la sua ricerca sul frammento ora psicologico ora fisico. La lente scheggiata di un occhiale è, idealmente, identica a un volto sfocato, al dettaglio di un corpo; sui nove primissimi piani della terza parte, esasperati in fase di stampa, l’autore chiede ai soggetti ritratti di scrivere lungo le linee dei loro volti le parole che emergono dal ricordo.

“Questa esposizione è un momento di passaggio e, finalmente, ho trovato il coraggio di dedicarla a L’Aquila, che rimarrà sempre una fonte d’ispirazione ma che, da qui in poi, non voglio più ritrarre. O avrò la forza di intraprendere una via nuova o, altrimenti, tornerò a essere ‘solo’ un fotografo” – con queste parole Roberto Grillo sembra volersi dare il coraggio di proseguire verso la sua nuova maniera di astrazione. 

Le foto che ha scelto di portare in questa mostra hanno il difficile compito di essere, insieme, soggetto e oggetto dell’arte: nel primo caso la interpretano, nel secondo devono “testimoniare” a favore di un passaggio da una forma ad un’altra.


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