it-ITen-USes-ESba-RU

Gli studenti dell’accademia costume & moda di Roma firmano i costumi per la bella addormentata. Progetto unico in Europa

Gli studenti dell’accademia costume & moda di Roma firmano i costumi per la bella addormentata. Progetto unico in Europa

In scena al Teatro Massimo di Palermo, nella rilettura di Matteo Levaggi, il celeberrimo balletto di Čajkovskij

Autore: Redazione Aurora/sabato 16 dicembre 2017/Categorie: Attualità, Danza, Moda, Italia, Sicilia, Lazio

Il classico dei classici del balletto, La Bella Addormentata di Čajkovskij, rivive in una nuova coreografia di Matteo Levaggi, coreografo residente per il 2017 al Teatro Massimo di Palermo, dove lo spettacolo andrà in scena da domenica 17 dicembre. A firmare i costumi di scena, gli studenti del Master in Design del Costume dell’Accademia Costume & Moda. Un progetto unico in Europa, che ha permesso ai giovani neo-costumisti di confrontarsi direttamente con il mondo del lavoro.
Dimostrazione di un'importante volontà di incontro e scambio culturale tra il mondo del teatro, in particolare di uno dei maggiori enti lirici europei, e quello della formazione, l’iter di sviluppo dei costumi si è articolato su una serie di incontri con Matteo Levaggi e il direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo, Marco Bellone. Gli studenti hanno definito la linea artistica per i costumi di ciascun interprete, analizzando la scrittura della nuova creazione coreografica.
Partendo dall’imput creativo del Maestro Levaggi, che per la sua nuova Bella Addormentata ha deciso di ribaltare i canoni classici del costume e intraprendere un viaggio tra le epoche e i generi, gli studenti hanno fatto leva sulle rispettive diversità culturali. Dal mondo delle fiabe del nord Europa a quello delle subculture asiatiche passando per la tradizione della moda italiana. Su questa base, i bozzetti sono il risultato di un lavoro collettivo, che ancora una volta sottolinea come l’Accademia sia, per i suoi allievi, una vera factory in cui le idee si incontrano.
La sartoria che ha realizzato i costumi è la D’Inzillo di Roma, dove gli studenti hanno lavorato coordinando il progetto e affiancandosi alle diverse professionalità.
Nella creazione di Levaggi, i personaggi sono colti in nuovi aspetti: la piccola Aurora (Romina Leone, secondo cast Yuriko Nishihara) è un’orfana, libera e intraprendente come una ragazza contemporanea, che vive in un incantevole palazzo con un paggio, Fosco (Vito Bortone, secondo cast Emilio Barone). Vuole decidere della propria vita, e senza bisogno di una Fata. Si addormenta pungendosi con un mazzo di rose. En travesti non soltanto la Fata Carabosse (come in Petipa), ma anche quella dei Lillà, interpretate rispettivamente da Vincenzo Carpino (secondo cast Riccardo Riccio) e da Andrea Mocciardini. Il principe è Michele Morelli
(secondo cast Alessandro Cascioli). Il paggio Alessandro Cascioli (secondo cast Giovanni Traetto). Tutti danzatori della casa, impegnati e complici di quest’intenso percorso creativo.
L’apertura del primo atto dichiara subito la chiave leggera, giocosa, e adolescenziale della creazione, quando il paggio gioca con delle caramelle giganti. Altra scelta di forte impatto scenico, nel celeberrimo “Adagio della rosa” del primo atto, è la pioggia di tremila rose candide: è il momento in cui Aurora, ormai diventata donna, perde, si avvicina ai pretendenti e danza amando ciascuno di loro. Il secondo atto è spoglio, incentrato sull’amore con l’immancabile bacio. Il terzo atto è quello della festa, con maschere allusive delle fiabe.
La partitura di Čajkovskij ha una durata di esecuzione di oltre tre ore ma in questa versione è eseguita con alcuni tagli. Una creazione leggera, naïf, che reinterpreta un classico ma alla luce di solide basi accademiche. Una sorta di remake cinematografico, frutto di un approfondito percorso personale di studio, che non altera la struttura originale dell’opera.
Levaggi è un artista che ha respirato i classici di repertorio fin dai primi anni di studio della danza. Dopo i primi studi a Reggio Emilia alla scuola classicissima di Liliana Cosi, stella del Teatro alla Scala con il plus del training al Bol’šoj moscovita, ha manifestato prestissimo il suo interesse per il lavoro di “costruttore di movimento” accanto a Loredana Furno e al suo Balletto Teatro di Torino, dove dal 1993 è stato interprete e poi coreografo residente, nel periodo dal 2000 al 2013, e pure condirettore delle stagioni di danza alla Lavanderia a Vapore-Centro Coreografico di Collegno dal 2009 al 2013, luogo prestigioso assegnato in quel tempo appunto al BTT.
Un periodo all’Aterballetto nel 1997, sotto l’allora direzione di Mauro Bigonzetti, la partecipazione al recital teatrale “Memorie di Adriano” con Giorgio Albertazzi nel personaggio di Antinoo, e un’esperienza televisiva con Raffaella Carrà in Carràmba!, hanno conferito a Levaggi il valore aggiunto di un’ulteriore variegata esperienza professionale e il pregio di una tendenza chic-ardita per il glamour, nonché di “senso per il teatro” come alto artigianato complessivo in ogni sua piega.
Ha già vissuto una fase ciaikovskiana, con la sua “Ciaikovskij Suite”, inscenata nel 2014, su brani delle partiture de “Il Lago dei cigni” e de “La Bella addormentata”, liberandosi dal racconto e procedendo per suggestioni, ad esempio inventando un nuovo balletto breve per i cigni, tutti in tutu neri, uomini e donne.
All’International Ballet Festival di Miami già nel 2011 aveva già portato Le vergini, adolescenti in bianco dai corpi vigili e inquieti, ancora su musica del La Bella addormentata.

Ph. Rosellina Garbo

Numero di visite (17513)/Commenti (0)

Redazione Aurora

Redazione Aurora

Altri post di Redazione Aurora

Archivio