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Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale in mostra al Vittoriano

Giuseppe Verdi. Musica, cultura e identità nazionale in mostra al Vittoriano

Dal 7 dicembre al 19 gennaio 2014, una mostra celebra il bicentenario della nascita del compositore.

Autore: Anonym/lunedì 9 dicembre 2013/Categorie: Attualità, Musica, Teatro, Italia, Lazio

Raccontare un compositore in una mostra rischia di trasformarsi in un insuccesso di dimensioni degne del più costruito melodramma. Raccontarne uno come Giuseppe Verdi, nell’anno del bicentenario della sua nascita, potrebbe sfiorare il pedissequo. Al Vittoriano, dal 7 dicembre al 19 gennaio 2014, è in scena tutto il contrario di quanto le più buie premesse lascerebbero pensare. Marco Pizzo, Massimo Pistacchi e Gaia Maschi Verdi, hanno curato un percorso espositivo suddiviso in sei sezioni che, articolandosi, inquadrano la figura di Verdi nel contesto culturale e politico del suo tempo e, insieme, lavorano alla tessitura di un tappeto emotivo su cui far passeggiare il visitatore. 

Il costante accompagnamento musicale, che varia di sala in sala, frammezzato da alcuni silenzi fra una sezione e l’altra, riporta alla mente note che ci si sorprende nel conoscere già, e sorprese sonore; le riviste, gli oggetti, i dipinti del tempo di questo Maestro, rivivono nel presente (e non viceversa) mostrandoci quanto ci siamo disabituati, in molti luoghi del quotidiano, ad una vita più alta e più semplice.

Giuseppe Verdi è stato un uomo romantico che ha interpretato la cultura europea declinandola nell’attualità italiana. Le sue letture, la sua passione per Shakespeare, andavano di pari passo alla rivoluzione del linguaggio musicale e scenico. Attento a non tradire i principi del teatro, Verdi ha applicato ai suoi melodrammi tutta la forza della pantomima – che nel XIX secolo ha messo radici stabili sui palcoscenici europei, chiedendo ai suoi interpreti di esasperare al massimo in gesto recitato e, insieme ha rivoluzionato il mondo del Bel Canto.

Dai costumi di scena all’interesse del mondo del cinema per la sua figura di uomo, di compositore e di interprete attivo delle istanze politiche dell’Italia nascente, passando attraverso i suoi scritti, le sue sinfonie autografe – e vedere uno spartito scritto di pugno da un animo così grande suscita davvero una certa emozione – fino ad una sezione fra le più riuscite di tutto il percorso ad opera dell’Istituto per i Beni Sonori ed Audiovisivi, che racconta l’evoluzione del sonoro attraverso diversi ascolti, dalle prime incisioni su cera ai CD, questa esposizione fa di Giuseppe Verdi un’opera in fieri. La sua arte è un lascio da conoscere, imparare, amare, studiare, un’eredità con cui confrontarsi non solo in ambito musicale. Una mostra didascalica, interattiva e celebrativa che, invece di annoiare sembra dire “va, pensiero”.


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