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Apre Pitti Uomo 84

Apre Pitti Uomo 84

Autore: Anonym/martedì 18 giugno 2013/Categorie: Attualità, Moda, Italia, Toscana

Secondo le stime del Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda Centro Studi, la moda maschile italiana archivia il 2012 con una dinamica di aumento pari a +1,6%. Nonostante questo dato, affermare che il settore goda di buona salute è prematuro, oltre che fuorviante e svilente.

Il trend positivo è dovuto a due fattori, uno incoraggiate per i mercati e uno desolante per chi la moda, quella vera, la crea: sono infatti in aumento le esportazioni sui mercati esteri e la produzione di maglieria. Essendo questi due dati strettamente legati, il ruolo della creatività sarà fondamentale nell’anno in corso. Per chi crede il contrario, ovvero che mercati e stile non possano accordarsi, ecco una smentita.

Niente da togliere a chi produce maglieria, considerando soprattutto che il settore è fra le eccellenze del sistema-moda italiano (e ha chiuso il 2012 con un +2,9%); quel che preoccupa è la perdita di punti percentuale – sia in fatto di esportazioni che di importazioni – del prodotto sartoriale, delle cravatte e della camiceria. Gli italiani stessi stanno lentamente smettendo di acquistare prodotti made in Italy; alle flessioni negative del sell-out di tutto lo scorso anno, si aggiungono quelle di inizio 2013, che si assesta su un -7,4%.

La sfida del 2013, e degli anni a venire, dovrebbe essere quella di ristabilire un equilibrio fra un tipo di produzione più commerciale, pop, che permetta di mantenere prestazioni positive sui mercati – scarificando un po’ di creatività – e un ritorno di fiducia verso chi investe sul lusso, sui nuovi talenti (non quelli che disegnano t-shirt) e sull’artigianato. Per fare questo basterebbe una politica di investimenti mirati: guadagnando 546 milioni in un anno attraverso le esportazioni, il surplus commerciale ha raggiunto il miliardo e mezzo di euro; Pitti Uomo ha il dovere di chiedere che ne venga messa in circolo almeno una parte. Se il futuro della moda maschile devono essere magliettine stampate, golfini da borghesucci al mare con impresso sul cartellino “hand made”, e pantaloni in jersey, allora tutto quanto detto sopra non ha più senso; Pitti Uomo non avrebbe bisogno di esistere e, al massimo, l’Italia potrebbe tenere per sé i pascoli per allevare le pecore.


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