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Fra racconto breve e specifico filmico si individuano le tracce del Nuovo Cinema Italiano

Fra racconto breve e specifico filmico si individuano le tracce del Nuovo Cinema Italiano

Si è svolta al Teatro “Tina Di Lorenzo” l'ottava edizione del Noto International Film Festival (16-18 agosto 2024) di cui sono Direttori artistici Giuseppe Favaloro e Salvatore Lucchesi. La Giuria, presieduta dal critico teatrale e cinematografico Giuseppe Liotta, è composta Steve Della Casa, Manuela Ventura, Adriano Saleri, Daniele Ciprì, Enrico Magrelli, Fabrizio Ferracane, Paolo Vivaldi.

Author: Giuseppe Liotta/lunes, 2 de septiembre de 2024/Categories: Realidad, Italia, Sicilia

Attraversano vari generi cinematografici, spesso mischiati fra di loro i venti cortometraggi selezionati, fra gli oltre duecento arrivati al N.I.F.F. (Noto International Film Festival), giunto alla sua ottava edizione, dove al realismo delle situazioni si accompagna, quasi sempre la nota surreale e magica, la metafora trasparente, la poesia dell’immagine, come se deprivato di un suo statuto specifico, il corto esplorasse la via della sperimentazione, dell’azzardo linguistico, cercasse la strada del "film vero", quel linguaggio che ogni cosa vuole tenere insieme: il monologo come il racconto corale, il piano-sequenza e la camera fissa sugli attori, il teatro e il film d’animazione, il documentario e la fiction, dove gli oggetti, le cose, i vari ambienti, sia interni che esterni, diventano, senza soluzione di continuità, un unico "spazio della visione" che genera una fertile moltiplicazione dei punti vista all’interno della composizione filmica che ne arricchisce le atmosfere e i contenuti sembra riportare queste esperienze ad un’idea di cinema degli anni ’60 e ’70 (Antonioni, Resnais, Bresson, Bergman, Bertolucci, Truffaut, Fellini) senza tuttavia arrivare allo sperimentalismo di Godard. Sono sembrati tutti "corti" che aspirano, per ideazione e drammaturgia, al lungometraggio, alla storia lunga, più articolata e completa, allontanandosi, in questo modo, da quel versante documentaristico che alcuni decenni scorsi era dominante in questo genere di proposte filmiche; e, probabilmente, nel recupero di questa particolare dimensione "di ripresa", di ricerca storica e antropologica, di scavo nella tradizione culturale e popolare del proprio territorio, che risiede la chiave per garantire ai "corti" una più lunga e articola vita cinematografica, liberata da intrecci narrativi troppo complessi e poco sostenibili per la "durata" convenzionale del film (dai 12 ai 20 minuti, circa): il lungometraggio, può attendere. 


Giuseppe Favaloro (da sx), Serena Carnemolla, Giuseppe Liotta, Salvatore Lucchesi, Giuseppe Pestillo Ph. Adriano Giallongo.





La Premiazione

La serata di Premiazione ha avuto inizio con la performance di teatro-danza “Femine” della compagnia Ada Ballet Company formata dalle danzatrici Ada Bonomo, Martina Fusca, Emily Fusca, Chiara Tagliaferro, Adriana Musso, Arianna Sessa, Alessia Pannuzzo, Gaia Terranova, con coreografia di Jaime Urciuoli, testi e voce di Serena Carnemolla che ha presentato la manifestazione. 



La Compagnia Ada Ballet diretta da Ada Bonomo (al centro). Ph. Adriano Giallongo.

 

A chiusura di questa edizione del Noto International Film Festival N.I.F.F., è andato in scena lo spettacolo “Repiques de Campanas”, di Alicia Diaz e Anna Villacampa, protagoniste anche del fuori programma con l’accompagnamento musicale del Maestro Salvatore Lucchesi alla chitarra.



Alicia Diaz e Anna Villacampa. Ph. Adriano Giallongo.

 







Autore delle foto e dei video della serata è Adriano Giallongo; il tecnico è Corrado Bellia.

 

 

PREMI N.I.F.F. 2024


Miglior film

“L’ANIMA DELLA FESTA” di Lorenzo Vitrone

Miglior regia premio Mario Monicelli

Jab-Lorenzo Giovenga - Giuliano Giacomelli “FIABEXIT“

Miglior soggetto

Lorenzo Bagnatori, Marco Santi – JOCU

Miglior sceneggiatura

Nicola Pistoia, Alessio Moneta – LENA

Miglior montaggio

Simone Barletta – BOB AND WEA

Miglior fotografia

Andrea Arnone – DESTINO

Miglior film d’animazione

PADER di Jean Vergé

Miglior scenografia

Samantha Giova – FIABEXIT

Miglior documentario

BALUCU di Martina Giannone

Miglior attrice

Georgia Lorusso – L’ANIMA DELLA FESTA

Miglior attore

Simone Casanica – BOB AND WEA

Miglior colonna sonora

Roy Paci – SCIATUMEO

 

 

MOTIVAZIONI N.I.F.F. 2024


Migliore Film   L’anima della festa

20 minuti di puro cinema che sfiora, senza mai appropriarsene, vari generi cinematografici di questo scorcio di inizio millennio (quasi un quarto di secolo a pensarci bene!), e senza mai diventare “citazione”, o "maniera”, per imporsi attraverso uno stile di ripresa filmica che fa somigliare questo coinvolgente “corto” ad un efficace e significativo piano-sequenza che privilegia il punto di vista dello spettatore. La regia abile e raffinata di Lorenzo Vitrone tiene insieme relazioni giovanili sull’orlo del baratro culturale e sociale dentro una solitudine sconfinata e forse irredimibile rappresentata dalla figura della protagonista, una straordinaria Giorgia Lorusso, che alterna gioia, sconfitta ed amarezza riuscendo ad apparire fragile e forte allo stesso tempo.

Migliore Regia (Premio Monicelli)   Fiabexit 

La magia e la realtà del cinema in versione contemporanea mischiate insieme con grande abilità registica ricca di rimandi ai Maestri del genere, Monicelli, Comencini, Tim Roth e perfino Carmelo Bene, senza dimenticare, anzi rendendogli costante omaggio e richiamo, Matteo Garrone. Ma la regia di JAB ha magnifici momenti di originalità nei raccordi, tutti teatrali, fra una fiaba e l’altra, nei cambi nelle modalità di ripresa, e nelle “spiritose” e dichiarate citazioni da “Nuovo Cinema Paradiso”, alla “Dolce vita” di Fellini trasformando il film in una narrazione teatrale per immagini: la fantasia non è più al Potere, ma film come questo aiutano a riprenderselo.   

Migliore Sceneggiatura   Lena

Breve ma intenso racconto filmico che possiede la perfezione di una novella cechoviana per l’infinita, scrupolosa  cura del dettaglio letterario che qui diventa tutto cinematografico attraverso la continua alternanza di primissimi piani e campi lunghi, cambi di scena e prospettive visive, di interni ed esterni che poggiano, sostanzialmente, su due punti di vista: quello del regista che osserva, e quello del protagonista che guarda, tenuti fortemente insieme da una sceneggiatura attenta ai particolari, ad una colonna sonora fatta anche di rumori di strada, passi, acqua che scorre, oggetti che cadono in funzione “drammaturgica”. Interessante la struttura dei dialoghi, mai banali, da conversazione quotidiana, che anche quanto diventano terribili e violenti non scalfiscono la poesia dell’intera situazione.

 

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