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La Pasqua a Firenze: i riti e lo scoppio del carro

La Pasqua a Firenze: i riti e lo scoppio del carro

Autore: Anonym/mercoledì 27 marzo 2013/Categorie: Italia, Toscana

La Pasqua, da sempre, viene vissuta dai fiorentini sotto un duplice aspetto, quello strettamente liturgico-religioso legato alle celebrazioni della morte e resurrezione di Cristo e quello fokloristico-popolare, legato allo Scoppio del carro.
Il Sabato Santo, restando fedeli ad un’antica tradizione della città di Gerusalemme, tramandata fin dai tempi delle Crociate, si usava portare il fuoco benedetto di casa in casa.
Pochi, anche fra i fiorentini, conoscono l'antica cerimonia del Fuoco Santo e le sue origini.
Il 26 novembre 1095, il Papa Urbano II, in occasione del Concilio Ecumenico di Clermont, indisse la prima Crociata con lo scopo di difendere i pellegrini che si recavano in Terra Santa e liberare Gerusalemme ed il Santo Sepolcro dal dominio dell'Islam.
La prima Crociata partì nel 1097 sotto la guida di Goffredo IV di Buillon (detto di Buglione) trovando l'adesione di oltre 2500 fiorentini, incitati alla partenza dal diciottesimo Vescovo di Firenze, Ranieri. Questi Crociati erano al comando di Pazzino di Ranieri de' Pazzi, nobile famiglia fiorentina.
Il 15 luglio 1099, i Crociati, dopo un lungo assedio, conquistarono la Città Santa e liberarono il Santo Sepolcro. Goffredo di Buglione rifiutò di essere nominato Re di Gerusalemme, preferendo l'appellativo di Protettore del Santo Sepolcro.
La tradizione ci racconta che Pazzino de' Pazzi fu il primo Crociato che riuscì a scalare le mura di Gerusalemme sventolando la bandiera dei Crociati. Per questo gesto Goffredo di Buglione gli concesse il privilegio di adottare il proprio stemma ed inoltre gli donò tre scaglie di pietra focaia provenienti dal Santo Sepolcro.
Pazzino portò questo dono a Firenze al suo rientro, il 16 luglio 1101, quando venne trionfalmente accolto dai suoi concittadini. Le Pietre divennero immediatamente oggetto di venerazione da parte del popolo.
Queste pietre focaie, con le quali si accendeva il Sacro Fuoco nel giorno del Sabato Santo, vennero conservate a lungo nel palazzo della famiglia Pazzi, presso la quale, ogni anno, i rampolli delle nobili famiglie fiorentine facevano a gara per prendere per primi il Fuoco Santo con la loro "facellina" che altro non era che una torcia, per poi distribuirlo, dopo aver intonato canti, per le strade della città dalle quali raggiungeva il focolare di ogni casa, come si faceva a Gerusalemme.
Successivamente le tre pietre vennero conservate nella Chiesa di Santa Maria Sopra la Porta, vicina alla porta sud di Firenze (da cui l'attuale nome di via Por Santa Maria), Chiesa che si affacciava sulla Piazza di Parte Guelfa, e che venne denominata Chiesa di San Biagio, soppressa il 27 maggio 1785.
Le pietre del Santo Sepolcro, a questo punto divenute quattro, a causa della rottura di una di esse, vennero trasferite nell'adiacente Chiesa dei Santi Apostoli, dove si trovano ancora oggi.
Questa chiesa, un piccolo gioiello, una delle più antiche di Firenze, datata anno mille circa, si trova nella Piazzetta del Limbo, così denominata perché lì sorgeva un cimitero riservato alla sepoltura dei bambini deceduti prima di ricevere il Battesimo. La Chiesa venne fondata dal re dei Franchi, Carlo Magno, Imperatore del Sacro Romano Impero.

Al suo interno, oltre alle quattro pietre conservate nella canonica, si trova anche l'antico "portafuoco" fatto realizzare dai Capitani di Parte Guelfa per sostituire l'antico cero con il quale si trasportava il Fuoco Santo fino alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Si tratta di un braciere di ferro con un'aquila rossa, stemma di Parte Guelfa, e sopra una colomba in volo.
Anche oggi, la sera del Sabato Santo, il fuoco, acceso con le Pietre del Santo Sepolcro, viene prelevato dalla Chiesa dei Santissimi Apostoli e con il "portafuoco" viene portato in solenne processione fino al Duomo, scortato dai "Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme" riconoscibili dal loro mantello bianco caratterizzato dalla "Croce potenziata" ( o "Croce di Gerusalemme") sulla spalla sinistra, simbolo delle cinque piaghe di Cristo ed accompagnato da tutte le autorità religiose, civili e dal Gonfalone, oltre che dalle squadre del Calcio Storico Fiorentino, dagli Sbandieratori degli Uffizi e dai musici.
Arrivati a Santa Maria del Fiore, dal "portafuoco" si preleverà la fiamma per accendere il cero pasquale ed iniziare così alle cerimonie .
La mattina successiva, Pasqua di Resurrezione, di buon’ora, partirà da via del Prato il "Carro" affettuosamente chiamato dai fiorentini "Il Brindellone" che, trainato da splendidi buoi bianchi di razza chianina con corna e zoccoli dorati, attraverserà, lentamente, tutto il centro di Firenze e giunto in piazza del Duomo si posizionerà fra il Battistero di San Giovanni, lato "Porta del Paradiso" e l'ingresso del Duomo, in un punto prestabilito dato che fra il carro ed una colonna di legno posta davanti all'altare maggiore verrà teso un cavo metallico che attraverserà tutta la navata, sul quale una volta dato fuoco alle micce correrà la "Colombina".
Il primo di questi carri, molto più piccolo e semplice dell'attuale, venne fatto costruire dalla famiglia Pazzi, per il trasporto del fuoco. Quello in uso oggi ha circa due secoli e viene continuamente restaurato perché ogni anno deve sopportare un numero incredibile di esplosioni, la mattina di Pasqua.
Mentre all'interno del Battistero il Cardinale Arcivescovo presiede il Canto dell'Ora Terza, assieme ai Canonici del Capitolo Metropolitano, ai chierici ed ai seminaristi oltre ai Cavalieri del Santo Sepolcro ed alle Autorità Civili presenti, le squadre dello Storico Calcio in Costume fanno il sorteggio per stabilire come si affronteranno i quattro quartieri per le celebrazioni di San Giovanni. Al termine si annuncerà la fine del sorteggio con squilli di chiarine e rulli di tamburi.
A questo punto prenderà avvio la solenne processione introitale dal Battistero all'interno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, aperta dallo stendardo della Risurrezione e composta, in ordine di ingresso, dai seminaristi, i ministrati, il Capitolo Metropolitano, i concelebranti, il Cardinale Arcivescovo, seguito dai "Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme" ed in chiusura dalle Autorità cittadine. Giunti nell'ottagono, sotto la cupola del Brunelleschi, avrà così inizio la Messa Pontificale che si sospenderà al canto del "Gloria", quando - al suono festoso della campane - verrà accesa la miccia che farà partire la colombina bianca, dando inizio all'assordante, quanto fumoso e colorato "scoppio del carro" fra le grida e gli applausi della folla.
Se la colombina compirà il percorso altare-carro e ritorno senza problemi dando correttamente fuoco alle polveri del "Brindellone", questo significherà per la campagna un anno propizio, di raccolti abbondanti.

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