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Islamic Banking, non-interest banking

Islamic Banking, non-interest banking

Secondo la legge islamica il denaro non può essere generato da altro denaro bensì dal lavoro. Etica e sostenibile, la banca islamica è accessibile a tutti, anche ai non musulmani.

Autore: Rita Sanvincenti/lunedì 7 gennaio 2019/Categorie: Attualità, Italia, EML

A fondamento del sistema bancario islamico sta la partecipazione azionaria dell’istituto all’investimento, anziché il profitto tratto dagli interessi sulle somme prestate, perché secondo la legge islamica “il denaro non deve essere generato da altro denaro bensì dal lavoro”. Un principio che non è solo religioso ma anche morale alla base di un sistema socio-economico molto diverso da quello occidentale. Il rapporto tra banca e cliente, sia esso individuo o società, si fonda sulla condivisione dei rischi e dei guadagni, equamente stabiliti da un contratto tra le parti, in relazione ad un determinato investimento.
Nelle società occidentali, in quella europea ed in quella americana, la storia e lo sviluppo delle banche ha avuto ben altri principi ispiratori che inevitabilmente hanno condotto a disastri più o meno annunciati. D’altra parte i sistemi bancari riflettono le società che li hanno prodotti. In quelle di fede musulmana, regolate rigidamente dal Corano, è e resta inammissibile ciò che vieta la religione, che si colloca sempre al di sopra delle leggi umane.
Questo spiega, in parte, il contrasto alla diffusione delle banche islamiche che, specialmente con l’avvicendarsi di crisi economiche sempre più frequenti e complesse, possono risultare decisamente attraenti o almeno invitare a molte riflessioni e ragionevoli ripensamenti.
Alfredo Maiolese, Presidente di European Muslims League, già nel 2012 ha organizzato convegni riunendo molti tra i più autorevoli esperti del sistema bancario islamico per diffonderne la conoscenza ed offrire occasioni utili per approfondire tematiche di così grande interesse.
Presidente Maiolese su quali principi e leggi si basa il sistema bancario islamico?
Il sistema bancario islamico, noto anche come "non-interest banking", è un sistema basato sui principi della legge islamica, o Shari'ah, che è basata sul Corano e gli Hadith, i detti e le azioni del Profeta Muhammad*, e guidato dall'economia islamica. Quando sono necessarie maggiori informazioni o indicazioni, i banchieri islamici si rivolgono a studiosi e sapienti. Due dei principi fondamentali sui quali si basa la banca islamica sono la condivisione dei profitti e delle perdite e il divieto di riscuotere e pagare interessi da parte degli istituti di credito che sono anche investitori. La legge islamica proibisce infatti la raccolta di interessi o "riba" sul denaro dato in prestito. Tutte le imprese bancarie seguono rigorosamente questa morale islamica. Le regole stabilite sulle transazioni sono chiamate Fiqh al-Muamalat. In genere le transazioni finanziarie all'interno del sistema bancario islamico sono una forma culturalmente distinta di investimento etico. Ad esempio, è vietato investire in alcol, nel gioco d'azzardo, nell’allevamento di maiali ed in tutto ciò che per i musulmani è proibito assumere o praticare.
Quanti sono approssimativamente gli istituti bancari islamici nel mondo?
Sono più di trecento dislocati in oltre cinquanta Paesi, compresi gli Stati Uniti.
La storia dell'attività bancaria islamica quando inizia?
L'origine del sistema bancario islamico risale all'inizio dell'Islam, nel settimo secolo. La prima moglie del Profeta Muhammad*, Khadija, era una commerciante. Il Profeta* si occupò, come agente, dei suoi affari, usando molti degli stessi principi tuttora utilizzati nel settore bancario islamico contemporaneo. Nel Medioevo le attività commerciali e gli affari, nel mondo musulmano, si basavano sempre su quegli stessi fondamenti. Questi si diffusero in tutta la Spagna, nel Mediterraneo e negli Stati baltici, fornendo probabilmente alcune delle basi per i principi bancari occidentali. Dagli anni '60 agli anni '70, le banche islamiche sono riemerse nel mondo moderno occidentale.
Senza la raccolta e l’accumulo degli interessi, proibito dalla legge islamica, in che modo le banche traggono profitto dalla loro attività?
Guadagnano denaro senza l'utilizzo di interessi di addebito. Le banche islamiche usano sistemi di partecipazione azionaria. Partecipazione azionaria significa che se una banca, ad esempio, presta denaro ad un'azienda, questa rimborserà il prestito senza interessi, concedendo alla banca una quota dei suoi profitti. Se l'azienda però non produrrà profitto, conseguentemente l’istituto bancario non ne beneficerà. Più precisamente, il denaro non può generare altro denaro, ma solo il lavoro, il “sudore”, possono portare ricchezza. Nel sistema bancario islamico, quindi, non è esposta al rischio solo una parte, ma entrambe: banca e cliente-partner. Cosi facendo e diversificando in un “giardinetto” di investimenti, tutti guadagnano ed i rischi per la banca sono ridotti. Essa, a sua volta, ha investitori privati e cosi agendo produce utili da distribuire agli azionisti. Ad esempio, nel 1963, gli egiziani formarono una banca islamica a Mit Ghmar. Quando la banca prestava denaro alle imprese, lo faceva con un modello di partecipazione agli utili. Per ridurre il rischio, la banca ha approvato solo il 40% circa delle sue domande di prestiti commerciali, ma il rapporto di default era zero.
Qual è la differenza tra banche islamiche e “finestre islamiche"?
Mentre una banca islamica è basata interamente e gestita con principi islamici, una “finestra islamica” fa riferimento ai servizi forniti da una banca convenzionale ma basati su principi islamici. Ad esempio, in Oman, ci sono due banche islamiche, Bank Nizwa e Al Izz Islamic Bank. Sei delle sette banche commerciali del Paese offrono anche servizi bancari islamici attraverso “finestre” o sezioni dedicate, all’interno della banca convenzionale.
Un contratto utilizzato dal sistema bancario islamico come potrebbe essere strutturato?
Un esempio di contratto è musharakah: nella finanza islamica è una società mista o una struttura di partenariato in cui i componenti condividono i profitti e le perdite di un'impresa. Poiché la legge islamica (o Shari’ah) non permette la riscossione di un interesse nel prestito effettuato, musharakah consente al finanziatore di un progetto o di una società, di ottenere un rendimento sotto forma di una parte dei profitti effettivi ottenuti secondo un rapporto prestabilito. Tuttavia, a differenza di un creditore tradizionale, il finanziatore condividerà anche eventuali perdite, qualora si verifichino, anche su base proporzionale. Musharakah è un tipo di Shirkah al-Amwal (o partnership), che in arabo significa "condivisione". La Musharakah svolge un ruolo vitale nel finanziamento di operazioni commerciali basate su principi islamici. Ad esempio, supponiamo che l’individuo A voglia avviare un'impresa ma abbia fondi limitati. L’individuo B ha fondi in eccesso e desidera essere il finanziatore in musharakah con A. Le due persone raggiungeranno un accordo sui termini ed inizieranno un'attività in cui entrambi condivideranno una parte dei profitti e delle perdite. Ciò annulla la necessità per A di ricevere un prestito da B.
Può una persona acquistare la prima casa con un mutuo di tipo tradizionale ovvero con il pagamento di capitale e interessi?
La legge islamica, come abbiamo spiegato, vieta il pagamento di interessi, motivo per cui sarebbe impossibile comprare la prima casa con il mutuo tradizionale. Il Corano, però, proibisce l’usura ma ammette il commercio. Per acquistare un immobile ricorrendo ad un mutuo di tipo tradizionale, si è obbligati a pagare una rata mensile (capitale ed interessi) per circa 20 anni, con la conseguenza che se il contraente perde il lavoro, dopo alcune rate, nasce la mora e dopo qualche mese, egli è obbligato a lasciare l’immobile, che verrà messo all’asta dalla banca stessa per il recupero del prestito concesso e non restituito. Con la sua famiglia si troverà così senza lavoro e senza più una dimora. Nella banca islamica, invece, l’istituto acquista la casa, ad esempio al prezzo di 100.000 euro, la rivende al cliente ad un prezzo maggiorato, che rappresenta appunto il guadagno della banca, ma nel caso in cui egli dovesse perdere il lavoro e non poter far fronte al pagamento della rata mensile, l’impegno mensile verrà congelato e la banca aiuterà il suo cliente a trovare un lavoro che gli permetterà, successivamente di onorare il suo debito. La proprietà sarà trasferita alla fine del pagamento dell’intero debito da parte del cliente. Con tale contratto la banca assume un ruolo di sostegno dell’individuo, perché la sua funzione non è solo quella di ottenere profitto, ma anche quella di operare con filantropia.


*Pace su di Lui




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