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UN BERRETTO PIENO DI RISATE

UN BERRETTO PIENO DI RISATE

Valter Malosti riscrive per la scena il classico testo pirandelliano trasformandolo in un irresistibile e travolgente delirio comico.

Autore: Anonym/giovedì 4 maggio 2017/Categorie: Attualità, Teatro, Italia

Milano – Teatro Franco Parenti
IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello. Adattamento e regia di Valter Malosti.
Con Cristina Arnone, Paola Pace, Paolo Giangranasso, Roberta Caronia, Roberta Crivelli, Valter Malosti e Vito Di Bella. Luci Francesco Dell’Elba. Scene Carmelo Giammello. Costumi di Alessio Rosati. Produzione Teatro di Dioniso con il sostegno del Sistema Teatro Torino.

Un’ora e mezza di teatralità allo stato puro per questo “Berretto a sonagli” di Pirandello proposto da Valter Malosti nella sua prima versione in dialetto siciliano, senza nessuna concessione a quelle convenzioni della scena che facevano centro quasi esclusivamente sul personaggio di Ciampa. In questo spettacolo ciò che entra in gioco è soprattutto lo smarrimento e il delirio piccolo borghese di tutti i personaggi, vittime, come quelli di Molière, della società a cui appartengono, nevroticamente tesi a raggiungere i loro privati obiettivi.
Malosti li coglie nel momento della loro massima frenesia ed eccitazione comportamentale, disegnando il ritratto espressionistico e grottesco, perfino caricaturale, della loro caparbia e solitaria disumanità. Mostra l’altra faccia della presunta e comunque impossibile tragedia: quel suo lato comico, burlesco, velleitario sotteso al testo pirandelliano, e costruisce un meccanismo teatrale impeccabile fatto di vorticose entrate e uscite degli attori in scena, come se fossimo davanti ad un testo di Feydeau, o ad un vaudeville rivisitato. Ma il lavoro del regista si è concentrato soprattutto sui suoi magnifici attori assegnando a ciascuno di loro un carattere particolare che ben si accordava con tutto l’insieme: bravissima Roberta Caronia che è una Beatrice Fiorica furiosa, inarrestabile all’inizio e poi, nel finale, quasi disorientata e sorpresa dall’esito degli eventi: a lei il regista regala ineffabili pose da quadri di Balthus; Paola Pace si destreggia magnificamente nel doppio ruolo della Saracena e di Donna Assunta, la madre di Beatrice; Vito Di Bella disegna autorevolmente il personaggio di Fifì con uno sguardo alla sceneggiata napoletana; Paolo Giangrasso è un delegato Spanò da commedia cechoviana; Cristina Arnone è una sempre tempestiva Fana, la domestica di casa, mentre Roberta Crivelli, che fa la moglie di Ciampa, si inventa un timbro di voce che da solo fa scattare le risate del pubblico. Malosti si affida la parte di Ciampa, e ci restituisce un personaggio inedito, umoristico, che nonostante la sua teoria delle tre corde (la civile, la seria e la pazza), rimane essenzialmente un uomo ridicolo, senza qualità. Perfetti gli elementi di scena ideati da Carmelo Giammello, così come i coloratissimi ed eleganti costumi di Alessia Rosati, e le luci di Francesco Dell’Elba.

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