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Un “Mefistofele” grandioso e spettacolare: da rivalutare l’opera di Arrigo Boito da Goethe

Un “Mefistofele” grandioso e spettacolare: da rivalutare l’opera di Arrigo Boito da Goethe

Il direttore Francesco Pasqualetti sottolinea i valori musicali di una partitura sottovalutata nello spettacolo che ha debuttato a Pisa

Author: Anonym/Thursday, March 24, 2016/Categories: News, Teatro, Italia, Toscana

Poco rappresentato, il “Mefistofele” di Arrigo Boito, nei teatri lirici. Del resto, gli “addetti ai lavori” e i musicologi snobbano – tradizionalmente - il suo autore come compositore, al di là delle sue ambizioni, vedendo in lui soprattutto un letterato, un intellettuale, al limite un divulgatore musicale che contribuì meritoriamente a diffondere in Italia il linguaggio operistico straniero (più quello di Meyerbeer che di Wagner, in realtà). In più, questi quattro atti più un Prologo più un Epilogo (in pratica altri due atti) sono una sorta di “kolossal” lirico, con in più l’handicap di frequenti intervalli, a fronte di atti di durata relativamente breve. L’impresa produttiva di un allestimento del “Mefistofele” non ha spaventato, tuttavia, i teatri lirici di Pisa, di Rovigo (Sociale) e di Lucca (Giglio) che si sono affidati alla regia di Enrico Stinchelli. La prima del nuovo allestimento è stata a Pisa, al Teatro Verdi strapieno per due recite, con gruppi di appassionati di lirica provenienti anche dall’estero. Una messa in scena spettacolare, di forte impatto, questa di Stinchelli, grazie anche all’uso massiccio di proiezioni che hanno integrato le strutture scenografiche (il tutto firmato da Biagio Fersini e da Mav – Mad About Video). Le scenografie virtuali permettono a costo basso ambientazioni suggestive ed evocatrici, con risultati visivi impossibili da raggiungere con scenografie reali. Qui, poi, in alcune parti, come quelle del Paradiso, erano in scena centinaia di coristi e danzatori per un effetto-“kolossal” – appunto – che ha entusiasmato gran parte del pubblico. Una resa teatrale che ha reso giustizia all’ardua e tormentata impresa creativa di Boito: certo, la sua musica e la profondità intellettuale del libretto restano molto lontane dal livello “Faust” di Goethe, ma ne costituiscono comunque il tentativo di traduzione il più possibile autentica e compiuta in una messa in scena lirica. Boito non dimentica neppure la seconda parte del “Faust”, a cominciare dalla Notte Classica di Walpurga alla quale dedica il quarto atto, sogno di grecità comunque affascinante. Né si possono discutere il lirismo e l’ispirazione melodica di numerosi momenti della partitura, o il vigore che intenderebbe essere quasi wagneriano, enfatizzato giustamente dalla direzione di Francesco Pasqualetti sul podio dell’Ort-Orchestra della Toscana. Nel complesso, la sua concertazione ha cercato di illuminare al meglio i valori musicali non secondari dell’opera, cercando di persuaderci che “Mefistofele” meriti l’attenzione e la considerazione di un classico, se non di un capolavoro della lirica.
Il basso Giacomo Prestia come Mefistofele ha le doti non solo vocali ma anche di magnetismo e di presenza scenica quasi istrionica richieste dalla parte. La regia ha puntato a rendere il personaggio anche più infernale di quello che sarebbe: gli è attribuita, ad esempio, l’istigazione all’uccisione del bimbo di Faust e di Margherita da parte della mamma (succede alla fine della Notta di Valpurga, il quadro scenicamente meno riuscito dello spettacolo). Nell’opera, in realtà, il demoniaco tentatore e poi compare di Faust è più beffardo che malvagio: anzi, è spesso accattivante e simpatico. Tra gli altri interpreti Antonelli Palombi è parso un Faust dalla vocalità a tratti splendida ma a momenti discontinua. Non più una rivelazione, ma una conferma Valeria Sepe (classe 1985) come Margherita, mentre Elisabetta Farris ha affrontato adeguatamente la robusta parte di Elena di Troia. Tuttavia, nel complesso, la recitazione degli attori, almeno dal punto di vista della gestualità, è apparsa un po’ convenzionale: un dettaglio negativo, non adeguato alla cura all’allestimento. Altri interpreti Sandra Buongrazio (Marta), Sergio Dos Santos (l’assistente Wagner e Nereo) e Moon Jin Kim (Pantalis).
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