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“GEMME DELL’IMPRESSIONISMO” AL MUSEO DELL’ARA PACIS DI ROMA.

“GEMME DELL’IMPRESSIONISMO” AL MUSEO DELL’ARA PACIS DI ROMA.

Per la prima volta i capolavori della collezione impressionista e post impressionista della National Gallery of Art di Washington fanno tappa in Italia.

Autore: Anonym/martedì 22 ottobre 2013/Categorie: Attualità, Arte, Italia, Lazio

Un piccolo angolo d’arte francese, un ritaglio della cultura europea a cavallo fra il XIX e il XX secolo, è in esposizione al Museo dell’Ara Pacis di Roma. Un tesoro gelosamente custodito e amorevolmente curato dalla mano dei mecenati americani, la collezione di dipinti impressionisti della famiglia Mellon, resa poi pubblica e pietra su cui nacque la National Gallery of Art di Washington, resterà in mostra fino al 23 febbraio 2014. 

Il percorso su cui si articola “Gemme dell’Impressionismo. Dipinti della National Gallery of Washington”, va dal semplice godimento che un’arte così dolce – per quanto idealmente di rottura – come quella degli Impressionisti può dare, fino all’osservazione della vita privata e della cultura dell’alta borghesia che dalla fine del 1800 ha costruito l’America come la conosciamo oggi. 

Sessantotto opere suddivise in aree tematiche raccontano la storia della pittura en plein air a partire da alcuni dipinti del maestro di Monet, Eugène Boudin. L’esclusività, inevitabile specchio dei gusti privati dei collezionisti, è il vero divertissement su cui la curatrice Mary Morton sembra aver tracciato l’intera trama dell’esposizione, il cui titolo originale, “Impressionism, an intimate view”, non è stato tradotto alla lettera proprio per la difficoltà di tener fede alla polisemia del termine “intimate”. Ma è parafrasando questo aggettivo, scavando nelle sfumature di familiarità, di vicinanza nelle relazioni, di intimità amicale che esso esprime, che si può trovare la forza del legame che tiene insieme ogni dipinto scelto dai Mellon.

Un Van Gogh ricco nella tessitura cromatica ma pacatissimo nella pennellata; il Degas dei cavalli da corsa; ritratti quasi confidenziali– e sorprendentemente contemporanei – di Toulouse-Lautrec; Sisley nei sui rari momenti di luce inglese, fino ai pezzi da vero estimatore (di un periodo più che di un artista) nei due piccoli Redon non simbolisti. Molti altri sono i pittori esposti, non epigoni e non “della scuola di”, tutti grandi, tutti maestri, tutti, a loro modo, voci soliste del grande coro che è la pittura di tocco, nata grazie anche alle scoperte scientifiche del XIX secolo, raccontate anch’esse in una sezione didattica che desterà la curiosità dei più piccoli.

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, National Gallery of Art di Washington e organizzata da Zètema Progetto Cultura, rappresenta un prestito di altissimo valore, reso possibile grazie ad uno scambio tra Istituzioni all’interno del progetto Dream of Rome, iniziativa che rientra in 2013 - Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti e che porterà il Galata Morente dei Musei Capitolini nella “Rotunda” della stessa National Gallery. Uno scambio di opere inserito in un progetto più ampio, che prevede un’osmosi culturale il cui obiettivo finale è, come insegna l’arte stessa, la condivisione e la comprensione che il patrimonio artistico di un singolo o di un Paese non è soltanto di quel singolo o di quel Paese ma dell’umanità tutta.


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