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Irene Bartalini, la “mamma” di caffelatteacolazione

Irene Bartalini, la “mamma” di caffelatteacolazione

Autore: Anonym/lunedì 10 giugno 2013/Categorie: Attualità, Moda, Toscana

Dopo il grande successo di “Artigianato e palazzo”, nel giardino di “Palazzo Corsini sul Prato”, i bambini vestiti “caffelatteacolazione” hanno sfilato nello storico Chiostro della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Caffelatteacolazione è una azienda toscana, fondata da Irene Bartalini, giovane mamma-stilista, che si occupa di abiti per bambini da 0 ai 10 anni, interamente realizzati a mano con materiali naturali, utilizzando tecniche antiche e prodotti raffinati, naturali come il lino o il cotone. Questa idea “nasce prima di tutto dalla mia esperienza di mamma: non riuscivo a trovare i prodotti per i miei figli che corrispondessero al mio gusto e alle mie esigenze; nasce dalla voglia di realizzare qualcosa di naturale, con linee pulite, semplici, un po’ romantiche”, dichiara Irene Bartalini.

Quanto è importante vedere dei bambini vestiti da bambini e non come, ultimamente avviene, vestiti da adulti in miniatura?
Nel momento che stiamo vivendo e con l’esperienza che ho di mamma, è fondamentale che i bambini siano vestiti in base alla loro età. Vediamo spesso le bambine vestite come “donne in miniatura”. Questo fatto non è solo di cattivo gusto ma è anche è pedagogicamente sbagliato. Stimoliamo già troppo i bambini a comportamenti che non si addicono alla loro età, e quindi se anche nell’abbigliamento li incoraggiamo ad anticipare i tempi, penso che ciò non sia corretto per la loro crescita. Occorre prendere esempio da ciò che erano i bambini di una volta, a quello che era e che dovrebbe ancora essere il loro mondo e trarne ispirazione per i loro giochi o il loro abbigliamento.

Nella società di oggi, in cui, soprattutto nel settore moda, prevale la produzione industriale, il pronto- moda, quanto il fattore artigianale e l’utilizzo di prodotti naturali diviene un valore aggiunto?
Il prodotto artigianale assume oggi un valore ancora maggiore. Non nego che anch’io ricorrevo a marchi a basso costo, soprattutto per la scuola, ma da quando ho iniziato la mia produzione, ho scelto di utilizzare materiali come il jersey, più pratici, più comodi, anche per la scuola. Il significato reale del “made in China”, lo sfruttamento dei bambini da parte di una certa industria, sono temi che mi stanno molto a cuore. Penso quindi sia molto importante vestire i nostri figli con abiti artigianali, e che sia possibile farlo senza spendere cifre altissime.

Quando, nel 2011, ha deciso di portare avanti il suo progetto, è riuscita ad ottenere finanziamenti o si è basata solo sulle sue possibilità?
Tutto quello che ho fatto finora, l’ho fatto contando unicamente sulle mie forze che sono molto limitate; non ho avuto modo di ricorrere a finanziamenti. Ho cercato l’accesso a quelli europei, ma intanto sto cercando di procedere a piccoli passi nei limiti delle mie capacità.

Tra gli obiettivi futuri c’è quello di ingrandire il marchio e puntare sui mercati internazionali?
L’obiettivo è già in parte raggiunto con lo shopping on line, che, per il momento, è solo in versione italiana, ma che è in via di sviluppo così come il sito internet. Mi piacerebbe molto vendere all’estero, esportare il mio artigianato made in Italy.

Quanto vale la pubblicità in questo settore e quanto invece il passa parola?
Io credo che la pubblicità sia molto importante, ma che rimanga fine a se stessa se il prodotto non è di qualità. Quindi è importante, prima di tutto, lavorare sul prodotto, come del resto sto facendo.

E’ in previsione anche una linea per le mamme?
Sì, la mia idea è quella di sviluppare qualche capo anche per le mamme e per tutte le donne. L’ho già fatto su richiesta per qualche amica, poi è diventato un mio obiettivo; vedremo quanto e in che tempi sarà possibile raggiungerlo, ma non si parlerà mai di numeri industriali.  

Come riesce a coniugare il lavoro di mamma con quello di imprenditrice?
Con grandissimi sforzi. Da quando ho deciso di fare questa professione il tempo non mi basta mai; inizio disegnando o cercando il modello, lo faccio sviluppare dalle modelliste, nel frattempo vado alla ricerca del tessuto, della passamaneria, del dettaglio, del bottone, faccio tutto da sola e quindi ho necessità di molto tempo a disposizione. La mia famiglia mi sostiene molto, i miei bambini adorano stare con i nonni. Questa è una grande fortuna.


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