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Sulle tracce di Minosse

Sulle tracce di Minosse

In Sicilia, nelle suggestive Grotte della Gurfa, mito e storia si intrecciano

Autore: Anonym/mercoledì 16 gennaio 2013/Categorie: Attualità, Arte, Sicilia

La Sicilia nasconde numerosi, affascinati segreti. Tra questi, in un luogo semisconosciuto si trova un apparato monumentale tra i più misteriosi: le Grotte della Gurfa. Situate nei pressi del piccolo paese di Alia, in provincia di Palermo, le Grotte si presentano con una struttura monumentale costruita all’interno della roccia: pertanto verrebbe messa in discussione la dicitura semplicistica e naturale di “Grotta”, e avvalorata l’indicazione più artificiale di “tholos”. Al di là del nome, gli studiosi si interrogano sulla funzione di tale edificio preistorico, fino a fondere le teorie con la mitologia.
Per capirne di più dobbiamo fare un salto nel passato, precisamente all’Età del Bronzo (tra il 2500 a.C. e il 1600 a.C.), periodo in cui si pensa sia stato costruito questo esempio d’architettura rupestre. Le Grotte della Gurfa sono state scavate dall’uomo nell’imponente costone di roccia arenaria. Sono costituite da un grandioso ambiente campaniforme (thòlos), dal diametro di circa 16,40 metri ed altezza di 15,83 metri, forato in alto dalla luce (come il Pantheon di Roma) e da un grande “vano a tenda” al piano terra, collegati da corridoi, scale, cisterne, “pozzo di discesa”, camminamenti, a quattro “stanze” al piano superiore ed a svariati altri piccoli ambienti di probabile destinazione funeraria sulla sommità del versante. Ma vi sono anche strutture limitrofe come una sorgente perenne (“la Cuba”), un grande monolite-menhir esterno a ridosso dell’ingresso agli ipogei, una vasca triangolare (per abluzioni rituali?), un ingrottato-santuario di forma triangolare a valle con segni evidenti di megalitismo e quello che resta di un idoletto (un torello?), una tomba a thòlos censita ufficialmente come tale dall’archeologo Tomasello a una ventina di metri dall’ambiente campaniforme più vasto del Mediterraneo (ancora in attesa di riconoscimento archeologico ufficiale). Tale struttura è del tutto simile, ma un po' più alta, di quella di Atreo a Micene.
Questa caratteristica forma a cupola insieme ad altri indizi culturali, storici, mitologici ed archeologici ha riportato numerosi risconti, non ancora accertati, che la Grotta della Gurfa potrebbe essere stata temporaneamente la tomba-tempio del Re cretese Minosse, che arrivò sulla costa agrigentina per inseguire Dedalo, fuggito dal labirinto di Cnosso e rifugiatosi in Sikania per i noti eventi della saga del Minotauro. Minosse morì annegato con l’inganno alla corte del Re Sicano Kokalos e seppellito in una tomba-tempio monumentale aperta al culto di Afrodite e dello stesso Minosse divinizzato. Gli storici antichi datavano tali eventi a “tre generazioni prima della guerra di Troia” che, stando alle datazioni più attendibili sarebbe da collocare tra il 1334 e il 1136 a.C.
Sempre secondo le fonti antiche quella Tomba-Tempio venne distrutta dal tiranno di Agrigento Terone nel 480 a.C., che la ritrovò, quasi un millennio dopo la sua costruzione, risalendo il fiume Platani per andare a fare la guerra ad Imera. Da allora non è più stata identificata. È importante considerare che il sistema fluviale, di cui la Gurfa costituisce lo spartiacque fra la sua parte tirrenica e quella del Canale di Sicilia agrigentino, era quasi sicuramente navigabile per buona parte e quindi da sempre è stato la via di penetrazione per l’entroterra dalle due coste isolane. Questo è quanto racconta il mito intrecciato alla storia. Altre teorie attrubuiscono alle grotte-tholos la funzione di antichi granai, stalle o magazzini.
I millenni passano e ciò che ne rimane è un edificio preistorico che non smette d’attirare curiosità, al punto che il sito ha affascinato personaggi del calibro del regista Giuseppe Tornatore che nel 1995 trasformò le Grotte in set per alcune scene del film “L'uomo delle stelle”; e colpito ne rimase, più recentemente, lo scrittore Valerio Massimo Manfredi che le definì “il Pantheon della Preistoria”.

Forse è la carenza di certezze che rende questo luogo misterioso, ma l’enigma rimane insoluto e molte sono le domande che attendono delle risposte sepolte all’alba dei tempi tra storia, mito e oblio.

Foto di Jim Tatano

Fonti: Carmelo Montagna (a cura di), Sulle tracce di Minosse, ed. Comune di Alia-Ass.to Regionale 

          BB.CC.AA. e P.I., 2005 (Atti del Convegno di Studi 2004)

          Carmelo Montagna, Thòlos e Tridente. Il simbolo del tridente e la civiltà  della thòlos nella valle del

          Platani, ed. Comune di Alia-Ass.to Regionale BB.CC.AA. e P.I., 2007


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