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Sergio Gagliolo, l’arte nell’Orto botanico di Firenze

Sergio Gagliolo, l’arte nell’Orto botanico di Firenze

“Rose e foglie su una linea di silenzio” il titolo dela personale ideata e curata da Elisabeth Vermeer

Autore: Redazione Aurora/domenica 11 giugno 2017/Categorie: Attualità, Arte, Italia, Toscana

Inedita location per la personale dell’artista ligure Sergio Gagliolo, “Rose e Foglie, su una linea di silenzio”, ideata e curata da Elisabeth Vermeer e allestita negli spazi della Serra Fredda all’Orto Botanico di Firenze (via Pier Antonio Micheli, 3), dove è stata inaugurata alla presenza di Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Angela di Ciommo, Direttore del Museo di Storia Naturale, Mario Luzzi, Direttore dell’Orto Botanico.
L’esposizione che potrà essere visitata fino al 17 settembre (tutti I giorni dale 10 alle 19 e chiusura il mercoledì), si colloca al centro di un progetto interdisciplinare che racconta la botanica da svariati punti di vista, accostando al naturale approccio scientifico altre discipline come la letteratura, il canto, la musica, la danza contemporanea, la moda, la cuisine, fino all’astronomia specificamente al suo ruolo per la vita vegetale.

Gagliolo, che vive e lavora a Vallebona, nell’entroterra di Bordighera, nei suoi sessanta anni di pittura ha saputo attribuire ad essa un valore etico prima che poetico, seguendo ancora i canoni di uno sguardo educato ai tempi della paziente contemplazione. L’immaginario dei suoi paesaggi è meticolosamente curato, avendo studiato per decenni l’esposizione delle pietre al sole, la qualità delle radici degli ulivi, e la geometria dei petali delle rose bianche. Simile ai ritmi e alle fasi di ricerca del botanico, Gagliolo suggerisce un modo diverso di porgere la natura a chi la osserva: come occasione, cioè, per riflettere e per conservare a più lungo ciò che svanisce giorno dopo giorno davanti ai nostri occhi.

Il sito congeniale per questo genere di narrazione pittorica - si legge nella presentazione della mostra - è, senza dubbio, una cornice contaminata dalla sua storia cinquecentesca quale è “Giardino dei Semplici”, Orto botanico di Firenze, dove l’arte interagisce direttamente con la scienza, e dove la flora tesse il filo conduttore di un progetto di stampo antroposofico.
Trentacinque opere provenienti dallo studio dell’artista e da due collezioni private, Piergiorgio Parodi e Daniele Audetto, sono esposte nella Serra Fredda ed in uno spazio antistante dove il suono dell’acqua di una piccola grotta rivestita da piante, rende egregiamente l’idea della coesistenza tra la natura ed una pittura cristallina, decantata.
Il progetto espositivo realizzato da Elisabeth Vermeer propone l’ambientazione site-specific dei dipinti, trasformando lo spazio in una scenografia su misura che offre al pubblico una passeggiata tra varie stagioni artistiche, dagli Anni ‘60 fino al presente, dalla sala degli ulivi allo spazio delle rose e delle bougainvilles.

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