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In visita a Genova una delegazione del Parlamento giordano

In visita a Genova una delegazione del Parlamento giordano

Dall’incontro tra Kholoud Khatatbeh, il Presidente di EML Maiolese e il Consiglio regionale ligure, l’ipotesi di un convegno internazionale sull’immigrazione e sull’accoglienza

Autore: Rita Sanvincenti/domenica 28 febbraio 2016/Categorie: Attualità, Italia, EML, Giordania, Italia

Ha preso forma a Genova, nella sede della Regione Liguria, l’ipotesi di realizzare un convegno internazionale sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza, al centro di un incontro ufficiale avvenuto nel capoluogo ligure tra una delegazione del Regno di Giordania guidata dalla parlamentare Kholoud Khatatbeh, il Presidente dell’EML (European Muslims League) Ambasciatore Alfredo Maiolese e il vice presidente del Consiglio regionale Sergio Rossetti. Quale sede sarebbe stata individuata la Commenda di San Giovanni Prè, gioiello medievale edificato con destinazione religiosa, divenuto punto di riferimento per i pellegrini che sostavano a Genova nel loro viaggio verso Gerusalemme, al tempo delle crociate. “Un edificio storico – ha dichiarato Maiolese (anche Responsabile degli Affari Esteri dell'Organizzazione Mondiale degli Stati) - dal quale si vuole lanciare un appello per la pace, la sicurezza e l’unione dei popoli, per costruire ponti di amicizia e di tolleranza”.
La grave crisi internazionale determinata dagli incessanti flussi migratori che interessano in particolare l’Europa e tutta l’area del Mediterraneo ha fatto emergere la necessità di affrontare e gestire il problema dell’accoglienza dei profughi innanzitutto in maniera umanamente ed eticamente accettabile.
Il regno di Re Abd Allah II rappresenta in merito a questi temi, un modello da adottare, un esempio virtuoso di accoglienza, di pacifica convivenza, di perfetta integrazione e di assoluto rispetto tra culture e religioni diverse che hanno concorso a rafforzare la stabilità della Giordania, unita e forte anche nella lotta al terrorismo. Alla fine dello scorso gennaio, il Governo di Amman ha reso noti i dati dell’ultimo censimento relativo all’anno 2015. Nel Paese vivono 9,5 milioni di persone delle quali 6,6 milioni sono giordani mentre 2,9 milioni appartengono ad altre nazionalità: i siriani, con 1,265 milioni di presenze, rappresentano il gruppo più numeroso. Vi sono inoltre gli iracheni, tra i quali prevalgono abbondantemente i cristiani in fuga dai territori occupati delle forze dell’Isis, i palestinesi, gli egiziani, e perfino i ceceni. Non sorprende che nel febbraio scorso, Re Abd Allah II, durante il suo incontro con il ministro britannico Philippe Hammond, dichiarando che i siriani rifugiati in Giordania sono 635.000, abbia espresso le crescenti difficoltà del Paese nel fronteggiare l’emergenza immigrazione.
Ben diversa è la situazione dell’Italia la cui popolazione, al 1 gennaio 2016, secondo l’ISTAT, è di 60,656 milioni di residenti: 55,6 milioni sono cittadini italiani, mentre gli stranieri sono 5,54 milioni, corrispondenti all’8% della popolazione totale, con un incremento nell’ultimo anno di 39.000 unità, a fronte della diminuzione di 179.000 cittadini italiani residenti.
Il numero dei migranti presenti in Italia, secondo il Ministero dell’Interno, con aggiornamento al 30 gennaio, risulta essere di 104.750. Cifra che, purtroppo, non può che essere destinata ad aumentare drammaticamente.
"Ritengo importante che in questa fase, in cui assistiamo a poderosi flussi migratori fra le due coste del nostro mare - ha dichiarato il vice presidente Rossetti durante l’incontro con la delegazione giordana - siano intensificate le relazioni fra i popoli che stanno vivendo questa difficile e tormentata situazione scongiurando il rischio di una chiusura delle frontiere o di pericolosi rigurgiti nazionalisti".
"Il convegno proposto, a cui potrebbe prendere parte anche un alto rappresentante del governo di Amman – ha aggiunto il consigliere regionale Giovanni Lunardon presente all’incontro - può costituire un appuntamento importante. Un nuovo passo verso la comprensione di un fenomeno di portata mondiale, certamente di difficile gestione, ma che rappresenta un'occasione per l'Europa e l'Italia per riaffermare i principi di tolleranza e accoglienza, per gettare un ponte di pace tra le due sponde del Mediterraneo".
La parlamentare giordana, sottolineando lo spirito di generosa accoglienza del suo Paese nei confronti dei profughi, espresso senza nessun tipo di discriminazione, ha manifestato la sua soddisfazione per l’esito della sua missione in Italia rivelatasi proficua al fine dell’organizzazione del convegno.

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