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4 NOVEMBRE: “CONOSCERE LA PROPRIA STORIA PER GUARDARE AL FUTURO”

4 NOVEMBRE: “CONOSCERE LA PROPRIA STORIA PER GUARDARE AL FUTURO”

Discorso del Sindaco di Trapani Vito Damiano, per la ricorrenza dell'Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate

Autore: Redazione Aurora/lunedì 4 novembre 2013/Categorie: Italia, Sicilia

Autorità, Cittadini.
Come ogni anno, il 4 novembre ci ricorda la commemorazione del Giorno dell'Unità nazionale e la celebrazione della Giornata delle Forze Armate.
Noto con autentico e immenso piacere che oggi, finalmente, sono presenti gli studenti delle scuole secondarie superiori e di ciò sono loro grato e sono parimenti grato ai loro Dirigenti scolastici e agli insegnanti per aver accolto il mio invito.
Ed è a loro che oggi voglio rivolgermi. In quanto noi, rappresentanti delle Istituzioni, sappiamo già cosa siamo venuti a fare qui, oggi.
E voglio augurarmi, anzi, ne sono certo, che non sia solo una commemorazione riportata nelle nostre agende; che non sia solo un passaggio istituzionale obbligato.
Ebbene, ricordo, anni fa, quando ancora studente delle scuole medie mi trovai, casualmente, ad assistere ad analoga commemorazione, proprio qui, in questa piazza, e rimasi colpito, talché ne serbo ancora il ricordo, rimasi colpito dalla presenza, numerosa devo dire, di persone anziane, pressoché esclusivamente uomini, taluno dei quali mutilato negli arti.
Ci fu qualcuno che fece un lungo discorso, non ne ricordo ovviamente i contenuti, ma ricordo bene che la parola ricorrente era guerra, si parlava di una guerra che aveva causato tante vittime e mi colpirono le lacrime di molti partecipanti.
Di quella manifestazione non ne capii il significato né la finalità. Perché nessuno me ne aveva mai parlato.
Ho voluto dire ciò perché ancora oggi rilevo da parte dei giovani scarsa conoscenza e, quindi, scarso interesse a questo tipo di commemorazioni.
E ancor prima di attribuire ai giovani responsabilità ch'essi non hanno, vorrei che ognuno di noi, qui presente, si interrogasse sulle proprie, per non aver fornito ai giovani la necessaria conoscenza.
Oggi, quindi, vorrei rilanciare il forte e deciso appello a chi ha responsabilità nei confronti dei giovani e del loro futuro: occorre che noi per primi andiamo a riscoprire e rivalutare quei valori denigrati, vituperati e accantonati da fatue e fuorvianti ideologie d’un tempo o da ingannevoli messaggi di facile progresso e arricchimento, per riappropriarci di ciò che ci appartiene, che appartiene alla parte migliore del genere umano, di ciò che è la nostra storia, per poi essere in grado di trasmetterli, nella loro reale portata e valenza, ai giovani, ai nostri figli, ai nostri nipoti.
Dissi lo scorso anno e lo ripeto ancora adesso: non più cerimonie vuote di significato e a volte patetiche, ma ricorrenze vive, comprensibili, nelle quali ritrovarsi e riconoscersi perché si è avuta l’opportunità di imparare la nostra storia, di misurare il nostro potenziale, di verificare i nostri convincimenti, di radicare nel nostro animo i Valori reali e duraturi: quelli della solidarietà, della partecipazione, del senso civico e di appartenenza, dell'orgoglio, della lealtà, dell'onestà, del rispetto, del senso della responsabilità, per citare i più comuni.
L'invito che mi sento di rivolgere ai miei giovani concittadini è quello di appropriarsi della conoscenza della storia, della cronaca di quegli anni e degli ulteriori anni di conflitto che ne seguirono con le conseguenze che ne derivarono negli assetti geo-politici europei e mondiali e di come ciò, ancora oggi, abbia incidenza nelle politiche nazionali, non escluse anche quelle economiche. Conoscenza, quindi, delle proprie radici, del proprio passato che ci consenta di guardare al futuro con la consapevolezza che ognuno di noi è artefice non della sua, ma della nostra storia; dalle nostre scelte e dal nostro agire dipende lo sviluppo sociale; da ciò che sapremo creare dipende il destino dell'essere umano e dell'ambiente che lo circonda.
A riprova di ciò, vale la pena riflettere sull'evoluzione sociale del nostro Paese, conseguenza dei singoli comportamenti dei nostri avi chiamati alla guerra, di chi in quel periodo operò scelte politiche o ebbe responsabilità di comando.
Ecco che oggi noi, per quei comportamenti, per quelle azioni, per quelle scelte, celebriamo l'odierna ricorrenza dell'Unità nazionale.
Perché anche giornata delle Forze Armate? Perché le FF.AA. costituirono l'indispensabile collante al processo di unificazione nazionale, reso possibile attraverso il ruolo da esse svolto e in seno alle quali, giovani provenienti da ogni parte d’Italia si riconobbero in quell’unitarietà d’intenti, di sacrificio e di comune destino, che coinvolse anche le loro famiglie e le rispettive comunità d’appartenenza.
Riconoscendone tale valore, a nome della collettività che rappresento, mi sento di dover rivolgere un ringraziamento alle FF.AA. presenti sul nostro territorio per l’impegno quotidiano e silenzioso svolto a favore della collettività, per la disponibilità offerta nell'aiutare le popolazioni in caso di bisogno, per il contributo di legalità trasmesso con l’esempio, per la tutela della collettività assicurata con la presenza sul territorio, nei cieli e nel mare.
Ed oggi è con gioia che riabbracciamo i bersaglieri al rientro della loro missione all’estero, ringraziandoli per aver rappresentato anche la nostra comunità sotto il vessillo del Tricolore. Un pensiero commosso sento di rivolgere a quanti nelle missioni all'estero, nel segno di quel vessillo e di ciò che rappresenta, hanno perso la vita o hanno subito menomazioni.
Ma ora vorrei che un messaggio positivo raggiungesse i miei concittadini, 
soprattutto i miei giovani concittadini. Sentiamoci orgogliosamente legati alla nostra terra, alla nostra cultura, alla nostra gente ma con altrettanto orgoglio dobbiamo sentirci parte importante e indissolubile della nostra Italia, aperta anche alle altre culture. Lavorare e spenderci per la nostra terra, per la nostra cultura, per la nostra gente significa dare un contributo per la crescita non solo locale ma nazionale.
Quindi, orgoglio nazionale, mai disgiunto dalla cultura dell'accoglienza; fiducia nelle Istituzioni e nei loro rappresentanti; speranza in un futuro migliore da offrire ai nostri figli e ai figli di quanti, mossi da tale speranza, hanno lasciato la loro terra e i loro affetti; ma anche attivismo e responsabilità per crescere nonché iniziative produttive per dare sviluppo. Questo deve essere l’impegno di tutti, Istituzioni e popolazione, uniti, in un percorso di arricchimento prima morale poi culturale e poi ancora economico.
Verso tali obiettivi si sta muovendo l’Amministrazione da me rappresentata, perché crede fermamente nelle potenzialità della gente laboriosa ed onesta.

Viva Trapani, Città e Provincia siciliana d’Italia
Viva le FF.AA.

Viva l’Italia e l'Unità Nazionale

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