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Il Presidente di Confindustria Trapani, Gregorio Bongiorno: per lo sviluppo del territorio, riqualificare l’offerta turistica

Il Presidente di Confindustria Trapani, Gregorio Bongiorno: per lo sviluppo del territorio, riqualificare l’offerta turistica

La "ricetta" è il prodotto "Turismo Trapani" realizzato da società consortili

Autore: Rita Sanvincenti/giovedì 25 luglio 2013/Categorie: Attualità, Business Internazionali, Italia, Sicilia

“Ci auguriamo che già entro la fine dell’anno ci sia una ripartenza, una sorta di giro di boa – dichiara Gregorio Bongiorno (38 anni) da due mesi alla presidenza di Confindustria Trapani - soprattutto sotto l’aspetto degli appalti pubblici in quanto, comunque vada, è noto il fatto che nella nostra regione servono infrastrutture”. Imprenditore lui stesso nel settore dei rifiuti, dell’edilizia e del turismo, Bongiorno, che vive e lavora a Castellammare del Golfo, ha ricoperto la carica di Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, per poi affiancare, negli ultimi cinque anni, il suo predecessore Davide Durante, nel ruolo di Vicario. Il neo Presidente si mantiene in linea con le dichiarazioni di inizio mandato, ovvero che “l’imprenditore per antonomasia non può farsi scoraggiare, deve prima di tutto credere che una via d’uscita ci sia e deve credere che questa debba essere cercata e non attesa invano”. L’Associazione degli Industriali della Provincia di Trapani, che fa parte del sistema Confindustria Sicilia, registra al primo posto delle categorie merceologiche, secondo i dati ufficiali, il settore edilizia ed energetico ambientale con il 15,3% delle imprese iscritte. Al secondo posto si trova il terziario avanzato (13%), mentre al terzo posto (10,9%), l’agroalimentare e il metalmeccanico. Rappresentano il 6,5% degli associati, le aziende del settore enologico, che si trovano al quarto posto; al quinto, con una presenza del 4,3%, le imprese di installatori e di trasporti - logistica. Infine, il 2,2% è costituito dalle aziende del settore, marmo, credito - finanza – assicurazioni, servizi aziendali, materie plastiche, grafica-cartotecnica-editoriale, tecnologia e informatica, viaggi-turismo, e varie. Secondo dati ufficiali, aggiornati a fine 2011 e forniti da 160 aziende delle 220 allora associate, il numero dei dipendenti risulta complessivamente 4345.

Presidente, in che misura Confindustria Trapani riflette la presenza industriale nella provincia?

All’interno della nostra associazione abbiamo aziende di diversi settori che non fanno altro che rispecchiare quella che è la presenza degli stessi settori in tutta la nostra provincia. Abbiamo aziende di eccellenza nei settori agroalimentare ed enologico; quello del marmo è molto rilevante a livello nazionale ed europeo. E’ inoltre molto significativo, sia nella provincia che all’interno dell’Associazione, il comparto turistico sul quale sicuramente si dovrà lavorare molto.  E’ un settore che mi piace definire come una sorta di “bufalo imbufalito”, nel senso che va “domato”, indirizzato, perché in questo momento si muove in maniera molto confusa. In alcuni casi è caratterizzato da iniziative singole che stentano a partire perché non inserite in una logica di cooperazione e di gestione di affari comuni, come potrebbero essere ad esempio, delle società consortili create per la vendita del prodotto “turismo Trapani”.

Le imprese dei settori più forti che lei ha citato, lavorano prevalentemente sul mercato  nazionale o anche sull’estero?

Anche sull’estero, perché hanno capito che a causa della crisi, che ha comportato una riduzione dei consumi soprattutto all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, dovevano colmare questo gap, questa riduzione dei ricavi, trasferendo le loro vendite soprattutto fuori dall’Europa. Hanno ottenuto ottimi risultati, sia in termini economici, sia anche perché sono riusciti a far apprezzare i nostri prodotti anche fuori dai confini nazionali.

Qual è invece il settore più problematico in questo momento?

Uno dei settori che in questo momento sta soffrendo di più è sicuramente quello dell’edilizia, sia quella privata che quella pubblica. L’edilizia pubblica è in grande difficoltà per ovvie ragioni di azzeramento - più che riduzione - degli appalti pubblici, perché in questo momento non vi sono investimenti, se non pochissimi, in infrastrutture. L’edilizia privata lo è per diverse ragioni: in primis per la riduzione del reddito e quindi di capacità di spesa delle famiglie, con la conseguente riduzione delle possibilità di accedere ad un mutuo, che è sempre più problematico ottenere.

In questo quadro negativo, lei fa però notare, che la grande necessità di infrastrutture in Sicilia potrà determinare una ripresa …

Ce lo auguriamo. Normalmente le infrastrutture vengono realizzate dallo Stato, la parte pubblica, che attraverso le concessioni, le dà in appalto ad imprenditori privati. Tra l’altro, pare che parte dei finanziamenti regionali trasferiti dall’Unione Europea si tradurranno in investimenti della Regione Siciliana in infrastrutture.

Quali interventi potrebbe mettere in atto la Regione?

Potrebbe intervenire sul rinnovamento delle linee ferroviarie.

Per quanto riguarda la portualità sarebbe necessario completare le banchine, dragare il porto, aumentare i fondali per consentire a navi più grandi di arrivare a Trapani.

Per quanto riguarda le aziende che sono in difficoltà, qual è la situazione adesso?

Le aziende in difficoltà sono tante, ma occorre fare una distinzione tra quelle che, comunque vada, possano risorgere e quelle che sono invece in difficoltà cronica, che ormai non hanno nessuna possibilità di guarigione. Il tasso di mortalità, che anche la camera di Commercio ci fornisce, è superiore agli anni passati, quando nascevano più nuove aziende rispetto a quelle che chiudevano. Oggi non è più così.

Esiste un piano di intervento di Confindustria Trapani per sostenere le imprese?

Quello che stiamo cercando di fare è assistere le aziende, in un momento così critico, soprattutto quando le difficoltà nascono da una lungaggine burocratica o dall’inefficienza  della pubblica amministrazione, come ad esempio per il rilascio di autorizzazioni, o di tutta una serie di problematiche che bloccano l’attività delle aziende. Oltre a questo, che rientra nel nostro ruolo, cerchiamo di fare le nostre proposte per sostenere iniziative o idee che derivano da altri, lavorando su una “ricetta” per lo sviluppo di questa nostra provincia. Una ricetta che non può prescindere sicuramente dal turismo, dal porto di Trapani, e da un sistema di opportunità che può riguardare anche altri comuni della nostra provincia, nell’ottica della riqualificazione dell’offerta turistica.

L’obiettivo è quello di un turismo di livello superiore?

Direi innanzitutto di una buona offerta turistica, soprattutto sotto l’aspetto e il rapporto qualità-prezzo. Oggi, secondo i dati che sono emersi da un convegno organizzato da Confindustria Sicilia, il turista arriva da noi, in Sicilia in quanto meta balneare e, solo in seconda battuta, in quanto meta culturale., Altrove le bellezze naturali che sono un’attrattiva per il turista che cerca il mare, forse, in alcuni casi, possono essere migliori di quelle della Sicilia. I competitors iniziano a crescere. Ciò detto, o iniziamo a pensare ad una idea di sviluppo turistico, oppure perderemo presenze a discapito di altre località  balneari altrettanto belle, forse anche più belle di quelle della nostra Sicilia. Il nostro “vacanziere d’agosto” purtroppo viene solo per fare il bagno e prendere il sole.

Vi sono dei progetti precisi per il settore turistico? 

Ci stiamo lavorando e, come Confindustria Trapani, siamo stati i fondatori del distretto turistico e lo stiamo assistendo in pieno. E’ un contenitore, o meglio un tavolo intorno al quale parte pubblica e parte privata si possono incontrare per dialogare in un ambiente più sereno, meno di scontro e soprattutto fattivo. Il distretto diventa anche un momento di riflessione su quelle che possono essere le strategie comuni fra operatori privati e parte pubblica. Tra l’altro a giorno scadrà il bando emanato dalla Regione Siciliana e il nostro distretto vi parteciperà.

Bando relativo a che cosa?  

Alla finanza agevolata, dell’Unione Europea, su fondi comunitari tesi alla riqualificazione turistica, alla informatizzazione con applicazioni di ultima generazione, tali da essere utilizzate dai turisti per avere tutte le informazioni necessarie.  La strada da percorrere è anche quella di riqualificare il territorio con tutta una serie di servizi rivolti al turista. 




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