È immensa la gioia del Comandante Vittorio Morace, Presidente del Trapani Calcio che dall’Eccellenza ha condotto la “sua” squadra alla serie B, realizzando così, dopo un’entusiasmante, irresistibile ascesa, il sogno dell’approdo alle grandi ribalte nazionali. Adesso tutta Trapani esulta preda di un’indescrivibile euforia: è una vittoria di tutti, è come se la promozione della squadra fosse la promozione della città intera. Quella stessa città dove il Comandante Morace ha deciso di vivere e dove ha fondato, nel 1993, Ustica Lines, iniziando un’attività nel settore del trasporto veloce per passeggeri nei collegamenti marittimi sulla rotta Napoli-Ustica-Favignana-Trapani e Trapani-Pantelleria-Kelibia. Successivamente, con l’aumento della flotta e la costruzione di nuovi aliscafi, la Ustica Lines (circa 430 dipendenti), all’avanguardia per la modernità della flotta, ha conseguito e mantiene il primato nei collegamenti veloci da e per la Sicilia con oltre 1.500.000 passeggeri trasportati e un fatturato che, a maggio 2011, raggiungeva gli 85 milioni di euro. Con il Consorzio Metromare dello Stretto costituito con RFI Spa, Ustica Lines, nel 2010, ha vinto la Gara pubblica indetta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, aggiudicandosi il trasporto marittimo per passeggeri tra Messina Reggio Calabria e Villa San Giovanni. L’anno seguente, attraverso la controllata Trieste Lines Srl si è aggiudicata anche il trasporto veloce in aliscafo, per passeggeri, da e per l’Istria. Una vita per il mare, quella del “Comandante”, diplomatosi capitano di lungo corso all’Istituto Nautico di Napoli, la città dove è nato nel 1941, e una carriera straordinaria, ai vertici della grandi compagnie marittime, attraverso le rotte del Mediterraneo, fino alla costituzione della Ustica Lines. A trent’anni è diventato Amministratore delegato di Alilauro-Aliscafi del Tirreno Spa, poi di Alisur S.A. nelle Canarie (creando linee da e per la Spagna, Cipro e Libano), quindi Direttore generale di SNAV Spa, dalla quale, nel 2004, ha acquistato il ramo d’azienda dedicato ai collegamenti veloci con le Isole Eolie. L’anno successivo, nel 2005, decise – o meglio accettò la proposta - di rilevare la società calcistica trapanese allora in una drammatica crisi.
Comandante Morace, questa è una vittoria del Trapani ma è una vittoria anche sua, lei ha dato moltissimo a questa città.
E questa città ha dato moltissimo a me.
Questa è stata una giornata eccezionale per la città di Trapani per la promozione della sua squadra. Come ha vissuto questo grande successo?
Sono caduto in uno stato tale, dopo la partita, che mi ha reso intoccabile, inguardabile “imparlabile”. Poi sono stato meglio, ma sempre immerso completamente in questa grande gioia.
È una vittoria della squadra e della città: sarà un rilancio anche per Trapani?
Certo, perché finalmente siamo riusciti a raggiungere questo traguardo e la città ne aveva un bisogno assoluto. L’anno scorso eravamo quasi arrivati alla B ma alla fine c’era solo una città che piangeva, nel senso letterale della parola. Ora, invece, abbiamo finalmente visto una città che rideva, nella quale tutti erano contenti, veramente tutti. È davvero emozionante.
Una “città che piangeva”, dodici mesi fa. E lei? Quale fu la sua reazione dopo la mancata promozione dell’anno scorso?
Mi sono sentito piccolo piccolo a far piangere queste persone. È stata una delle più brutte esperienze della mia vita. Mentre ai giocatori, al tecnico, ovviamente all’arbitro, sono andati fischi - perché i tifosi sono così - quando sono uscito dallo stadio, piano piano, applaudivano mentre piangevano. Dicevano “Comandante, non ci abbandoni, non fa niente”. Una cosa incredibile.
È commovente la dimostrazione di grande stima e affetto che i trapanesi le hanno dimostrato; riconoscenza per il suo grande impegno, e per il forte investimento economico che una società di calcio richiede…
È così. Ora, dopo la vittoria, un giornalista mi ha chiesto che cosa mi aspettavo dalla società. Assolutamente niente. Solo l’affetto, e sento di averlo. L’investimento economico è senza dubbio pesantissimo. D’altra parte non si può pensare di vincere un campionato di serie C senza investire. Sarà successo, forse, qualche volta, ma si tratta di casi sporadici.
Quindi ha già previsto nuovi investimenti?
Sì, ma mentre le spese aumenteranno sicuramente, incasseremo senz’altro di più, ad esempio con i diritti televisivi. Nel complesso quello che ho profuso in questa stagione probabilmente sarà la stessa cifra dell’anno prossimo.
Questa vittoria era dunque inattesa e attesa nello stesso tempo?
Certamente, perché proprio in conseguenza della sconfitta dell’anno scorso c’era la forte determinazione a vincere. Determinazione che è poi era venuta a mancare per il fatto che nel nostro girone c’era il Lecce, una società che viene dalla serie A. Questo ci aveva dato molta preoccupazione. Durante il campionato, però, li abbiamo raggiunti, addirittura superati.
Ora cambieranno molte cose per il Trapani Calcio e per la città. Per quanto riguarda la squadra quali sono i progetti nell’immediato?
Per scaramanzia non abbiamo fatto ancora nessuna riunione in merito al futuro.
Naturalmente la squadra ha bisogno di essere integrata con altri giocatori. L’allenatore è un personaggio che ci ha portato per mano fino alla B, speriamo di portarlo ancora con noi fino ai nuovi traguardi.
Qual è il prossimo traguardo?
Il prossimo è quello che rimane: naturalmente la serie A. Non ci dobbiamo fermare. Ci abbiamo messo ben 7 anni ad arrivare in B e non era previsto di farcela.
Da quando avete iniziato a crederci?
Da quando mi sono fatto una esperienza tale che potesse farmi capire che cosa occorreva fare per arrivare in A. Quando sono entrato nel mondo del calcio, questo era per me assolutamente sconosciuto. I primi anni sono stati propedeutici.
Rispetto ad altri grandi eventi, la promozione della squadra in serie B quali effetti può avere per la città?
Per quello che riguarda l’aspetto emotivo, il calcio certamente è più di altri sport nel cuore di tutti i trapanesi. La vela è di grandissimo richiamo. Lo abbiamo visto anche recentemente con la RC44 Trapani Cup. Vi sono, come quella, anche altre manifestazioni che – sia pure di durata limitata - hanno prodotto, in proporzione, dei grossi vantaggi economici alla città.
Per quanto riguarda lo stadio sono previsti degli interventi strutturali?
Naturalmente dobbiamo intervenire e lo faremo.
Interverrete in vista del prossimo campionato?
Credo che comunque avremo un anno di comporto.
Ha già pensato a nuovi acquisti per la squadra?
Non ho ancora fatto programmi.
Per quanto riguarda Ustica Lines, Comandante Morace, quali sono i suoi progetti?
Stiamo ultimando il cantiere navale che sarà molto importante sia per noi che per la città. Trapani storicamente è sempre stata una città con abbondanza di cantieri. Adesso non lo è più tanto e la creazione di questo cantiere - in un momento in cui nessuno penserebbe di farlo, vista la crisi economica che stiamo vivendo - è molto significativa, anche perché è dedicato ai mezzi veloci e farà nascere nuovi impulsi.
Quanti lavoratori vi troveranno occupazione?
Abbiamo cominciato con una quarantina e presto arriveremo a 80, 100. Poi, ovviamente, nascerà un indotto.
Da quanti mezzi è composta la flotta Ustica Lines?
Adesso siamo a 30.
Cosa verrà realizzato, per la precisione, nel nuovo cantiere?
La prima attività è la costruzione di un aliscafo. Gli aliscafi sono sempre stati all’avanguardia del trasporto veloce a livello mondiale. Da tre anni abbiamo creato un gruppo di ingegneri navali, che attualmente sono 7 e abbiamo completato il progetto di innovazione per gli aliscafi. Il nostro programma ha come obiettivo la costruzione di un aliscafo di grande capacità per numero di passeggeri, un numero mai raggiunto in passato: arriverà a 350 mentre prima il limite era circa 220. Con questa costruzione l’aliscafo si conferma come il miglior mezzo esistente per il trasporto veloce: per sicurezza, comfort e performance.
Sono i primi, i vostri, ad essere realizzati con questa nuova tecnologia? Sono esclusivi di Ustica Lines?
Gli aliscafi, che esistono dal 1954, sono mezzi navali che sfruttano una meccanica aerea, cioè hanno una configurazione che richiama quella delle ali degli aerei. Questo però non incide sulla manutenzione del mezzo. L’aliscafo è sempre stato pensato come un mezzo difficile da mantenere mentre i nostri sono studiati per essere a portata di mano degli operatori. Le innovazioni che apporteremo a questi ultimi di nostra produzione saranno brevettate. Cambieranno anche le ali, che verranno costruite con un sistema completamente diverso. Abbiamo realizzato questo nuovo progetto collaborando con l’Università di Palermo, con il dipartimento di Ingegneria Meccanica.
Questa nuova generazione di aliscafi cosa offre in termini di velocità e di consumo?
Permette di raggiungere una certa velocità con un basso consumo di gasolio: un risultato importantissimo.
Il consumo di gasolio quanto è inferiore rispetto a quella dei catamarani?
La riduzione del consumo è di circa il 35 - 40%.
Quale velocità può raggiungere?
È molto superiore a quella degli altri mezzi. Un catamarano arriva a 28 nodi al massimo, noi arriviamo a 38 con il secondo aliscafo, ancora in fase di realizzazione. Credo che poi la velocità si assesterà sui 40 nodi.
Questo secondo aliscafo verrà costruito qui a Trapani?
Come il primo, che verrà prelevato con il rimorchiatore e portato qui a Trapani nel nostro cantiere.
I nuovi aliscafi verranno inseriti nei tragitti che ora sono coperti dagli altri mezzi?
Si, normalmente noi costruiamo da 1 a 2 barche ogni anno. Di recente ne abbiamo realizzate 7: non aliscafi ma monocarena.
Realizzate i nuovi aliscafi anche per la vendita?
Certo, per tutti coloro che hanno linee veloci.
Quale sarà il loro costo?
Non ho ancora la cifra definitiva che sicuramente si aggirerà intorno ai 7 milioni.
Questi nuovi aliscafi collegheranno Trapani con le isole, inserendosi nello stesso circuito?
Si, sostituiremo quelli presenti, che verranno venduti. Per il momento abbiamo sempre costruito ampliando la flotta. Ci saranno poi altri collegamenti da fare.
Quali?
Per il futuro contiamo di riprendere la linea che avevamo creato per le Isole Canarie.
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