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La Giordania entra con due Consiglieri nel Parlamento Mondiale degli Stati

La Giordania entra con due Consiglieri nel Parlamento Mondiale degli Stati

Il Regno di Re Abd Allah II, modello di convivenza tra musulmani e cristiani, è unito e forte contro l’Isis

Autore: Rita Sanvincenti/lunedì 16 febbraio 2015/Categorie: Attualità, EML, Giordania

In esclusiva da Amman. La Giordania entra con due Consiglieri nel Parlamento Mondiale degli Stati per la Sicurezza e la Pace. Il Segretario Generale dell’Organizzazione Intergovernativa che ha sede a New York, Ambasciatore Alfredo Maiolese, si è recato in visita ufficiale ad Amman. Durante la prima parte della missione ha formalizzato la nomina di due nuovi Consiglieri: l’On. Dr. Mohammad Alqudah Nouh, Consigliere Politico, e l'On. Talaat Hussein, Consigliere Diplomatico. Grande soddisfazione per entrambi che hanno accettato di aprire azioni diplomatiche con il Governo giordano per la creazione di un importante “laboratorio di pace”, per evitare scontri di civiltà e per sviluppare i già buoni rapporti che esistono tra cristiani e musulmani. “Nell’Islam la pace ha il ruolo più importante del mondo - ha dichiarato l’On. Dr. Mohammad Alqudah, ex Ministro, “Awqaf and Islamic Sanctities” ed ex MInister of “Youth and Sports”.
L'On. Talaat Hussein, uomo d’affari giordano, nel ricevere il nuovo incarico, ha commentato: “Ho sentito parlare molto bene dell’Ambasciatore Maiolese e degli sforzi per avvicinare l’Oriente all’Occidente e all’America Latina. Oggi abbiamo bisogno di creare questi ponti e abbiamo visto queste possibilità nel Parlamento Mondiale, la nuova organizzazione che collabora con le Nazioni Unite. Questi nobili obiettivi meritano di essere sostenuti per il raggiungimento della pace mondiale, in risposta a coloro che oggi invece stanno lavorando per portare avanti le guerre, partendo dalla Giordania che è invece un Paese stabile, grazie al Re Abd Allah II che negli anni del suo regno, lo ha reso un esempio di pacifica convivenza, un modello da adottare”.
Esemplare anche la reazione della Giordania di fronte al barbaro assassinio del pilota Muadh Kassasbe da parte dei miliziani dell’Isis “il cui obiettivo – spiega l’On. Dr. Mohammad Alqudah - era infatti quello di destabilizzare il Paese: la popolazione, nel disegno dei terroristi, si sarebbe rivoltata contro il Re che aveva mandato a combattere il pilota. Non ci sono riusciti: il popolo giordano, con loro sorpresa, si è unito ancora di più, stringendosi intorno alla famiglia del pilota martire, una tragedia per loro e per tutta la Giordania. Da tutto il Regno sono giunte 200.000 persone a portare conforto e solidarietà ai genitori. La morte in guerra è prevista, ma non in questo modo: nessuno può bruciare un essere umano. In Giordania quando c’è una tragedia o qualcosa che non va, tutti noi giordani siamo uniti come una grande famiglia ed così che abbiamo sentito la morte, da martire, di Muadh Kassasbe.

Noi giordani siamo musulmani mentre l’Isis non rappresenta affatto i musulmani. Noi siamo i musulmani veri. In Giordania ci sono i cristiani che vivono con i musulmani. Non c’è differenza tra noi e loro. Siamo forti e dobbiamo fare la guerra contro il terrorismo”.


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