Sarà inaugurata venerdì 17 maggio, presso la Casa del Cinema di Roma, la Mostra del Cinema Messicano Primavera 2019, diretta da Cecilia Romo Pelayo. La rassegna, che si concluderà domenica 19, vede in programma film prodotti ed ambientati in Messico, dagli anni Trenta fino al 2018, con una selezione di film ad opera della stessa Cecilia Romo Pelayo e da Andrea Bustínzar, Elisa Teodoro, María Amel Kuri Hanud. La manifestazione, che è ad ingresso libero, si apre (ore 17:00) con il primo di una Trilogia dedicata alla Rivoluzione messicana del 1910, El prisionero número trece (1933), di Fernando de Fuentes.
La pellicola narra la tragedia di un colonnello che, attraverso una serie di eventi ordina accidentalmente l’esecuzione di suo figlio.
Alle 19:00 seguirà l’anteprima italiana di Silencio (2018) prodotto e diretto da Lorena Villareal Treviño, che sarà presente all’inaugurazione. Interpretato da Rupert Graves, John Noble e Melina Matthews, il film racconta la storia di Ana, psichiatra di successo, single, che conduce una vita tranquilla occupandosi di suo figlio e del nonno, il dottor James White, uno scienziato riconosciuto a livello mondiale, che si trova a lottare contro la demenza. Costui, nel passato, aveva scoperto – e nascosto perché non cadesse in mani sbagliate – una pietra dai poteri incredibili, nella 'Zona del Silencio', un luogo misterioso in cui accadono fatti inspiegabili, conosciuta come il “Triangolo delle Bermuda” del Messico. La vita di Ana viene sconvolta quando qualcuno viene a conoscenza dei poteri della pietra e lei si vede costretta a trovarla per salvare suo figlio.
La trilogia della rivoluzione continua, sabato 18, alle ore 17:00, con El Compadre Mendoza (1933) di Fernando de Fuentes. Il protagonista è Rosalío Mendoza, proprietario terriero messicano negli anni della Rivoluzione, che sopravvive ai drammatici eventi di quel periodo facendo amicizia con i militari dell’esercito e con i rivoluzionari. Tutti vengono accolti nella sua fattoria, ma la situazione diventa insostenibile e Rosalío si troverà costretto a scegliere da che parte stare.
Alle ore 19:00 sarà proiettato il documentario Batallas Íntimas (2016) di Lucía Gajá, che esplora il tema della violenza domestica basato attraverso le storie di donne sopravvissute a questo dramma, originarie di cinque Paesi (Messico, Spagna, Stati Uniti, Finlandia e India).
Il programma prosegue con la proiezione, alle ore 21:00, di El Hogar al Ravés (2014) di Itzel Martínez del Cañizo. Il film narra la difficile realtà degli adolescenti Gerardo, Omar e Santos che vivono nelle abitazioni popolari di Tijuana. Oltre alla grande amicizia, condividono un profondo vuoto in casa: le loro madri, infatti, lavorano tutto il giorno in fabbrica. I ragazzi, a modo loro, affrontano la monotonia, la solitudine e il desiderio di crescere, sopravvivendo in un luogo ostile.
Domenica 19 maggio alle ore 17:00 sarà proiettato Vámos con Pancho Villa (1936) di Fernando de Fuentes, con cui si conclude la Trilogia dedicata alla Rivoluzione. In quel periodo è ambientata la storia di un gruppo di valorosi contadini, conosciuti come i “Leones de San Pablo”, che si uniscono all’esercito di Pancho Villa.
Alle ore 19:00 è in programma El Lugar sin límites (1977) di Arturo Ripstein. Il film racconta la storia di La Manuela, omosessuale, che insieme alla figlia, ‘La Japonesita', gestisce un postribolo di provincia. Una sera, Pancho infastidisce La Japonesita e La Manuela si pone in sua difesa con una danza. Sedotto, Pancho bacia La Manuela appassionatamente. Padre e figlia competono per la stessa passione in un luogo spietato in cui la gentilezza si mescola all’odio.
La Mostra del Cinema Messicano Primavera 2019 si conclude con il film, alle ore 21:00, Derecho de Playa (2016) di Jorge Díaz Sánchez che narra le vicende dei pescatori della costa meridionale di Jalisco che hanno esercitato liberamente il loro lavoro per decenni. Durante gli ultimi anni sono stati minacciati dall’impulso privatistico sempre più presente nelle attività di pesca della regione. Li assiste la Costituzione Messicana ma, anche così, nulla garantisce loro il diritto di continuare ad esercitare la pesca. Per salvaguardare il lavoro, un lavoro con molti pericoli in mare e con rischi fuori, dovranno lottare uniti per far valere il loro diritto alla pesca.
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