it-ITen-USes-ESba-RU

Antonella Conca a Boccadarno: la prima donna in Italia alla direzione di un porto turistico

Antonella Conca a Boccadarno: la prima donna in Italia alla direzione di un porto turistico

“L’offerta nautica non è il singolo porto ma è quella della costa toscana: è un’idea un po’ più ampia di portualità”. Tra i suoi obiettivi la “destagionalizzazione” del porto.

Autore: Rita Sanvincenti/lunedì 16 settembre 2013/Categorie: Attualità, Italia, Toscana

Prima donna in Italia a dirigere un porto turistico, Antonella Conca, 37 anni (una laurea in Economia e Commercio all’Università di Pisa, un grande amore per il mare), dopo Cala de’ Medici, a Rosignano, è ora al vertice del neonato Porto di Boccadarno, inaugurato a giugno. Uno scalo destinato a diventare una grande opportunità per i turisti che potranno giungere a Pisa e in tutta la Toscana, non più solo in auto o in aereo, ma anche via mare.
Manca però – sottolinea Antonella Conca - una diffusa cultura della nautica che, proprio in un Paese come l’Italia si dovrebbe sviluppare fino dalle scuole elementari.

Vi sono delle iniziative volte ad avvicinare i bambini alla nautica?
Dove lavoravo prima a Cala De’ Medici, erano stati organizzati degli incontri con i bambini che venivano a visitare il porto e a ricevere informazioni e spiegazioni su di esso. Perché, già nelle classi elementari un bambino non può studiare come è fatta una barca? Secondo me potrebbe esserci una interazione tra vari soggetti per poter avvicinare le persone alla nautica, contribuendo così a formare, con l'andare del tempo, anche personale qualificato che operi in questo settore. 

Ci si appassiona alla nautica seguendo eventi e competizioni?
In Italia vengono organizzate delle regate, delle competizioni di livello mondiale che, però, alla fine, risultano essere rivolte solo agli addetti ai lavori, a parte l’America Cup che è certamente di maggior richiamo. Anche se in Toscana vengono organizzate in vari porti, questo non interessa: non perché non interessi la vela, ma perché manca proprio questo tipo di cultura. 

Forse è uno sport di nicchia? 
Forse, anche se oggi non ha più senso parlare di nicchie di mercato.
Ci sono delle categorie di barche che non hanno un costo elevato. Ci sono, infatti, persone che si comprano un'auto in più e altre che, invece, si comprano un gommone. 
Le barche, comunque, sono considerate un bene di lusso…
Per me è un lusso anche una sigaretta… ci sono tante cose che io considero un lusso. E’ un fatto di mentalità, che forse cambierà nel corso degli anni con un impulso dall’alto.

Cosa rappresentano i porti turistici ed in particolare quello di Boccadarno?
Credo nei porti turistici perché sono luoghi nei quali ci si avvicina al mare che ha sempre un grande potere “curativo”. Con il porto di Pisa, situato vicino ad un aeroporto, si ha una possibilità in più di collegarsi con il mare, un modo in più per arrivare in una città storica come Pisa. 

Che tipo di formazione occorre per dirigere un porto turistico?
Quella che si consegue con l'Istituto Nautico. Diversamente è possibile arrivarci attraverso l'Università, con Nautica o Ingegneria navale. Non vi sono altre possibilità. 

Quale è stato il percorso che ha portato Antonella Conca alla direzione di questo porto? 
Dopo ragioneria con indirizzo sperimentale, ho proseguito con la Facoltà di Economia e Commercio, con indirizzo bancario. Poi ho lavorato a Milano, mentre preparavo la tesi, in un gruppo bancario assicurativo ed infine in Solvay Chimica, come stagista, nel reparto contabilità industriale. Successivamente ho iniziato a lavorare al porto Cala de’ Medici. Era la fase di start up, dieci anni fa, quando hanno cominciato l’attività: e quindi c’era da fare un po’ tutto. La mia formazione è stata piuttosto commerciale, nella logistica, e nel marketing. Dopo dieci anni ho avuto voglia di cambiare e mi si presentata questa opportunità. Comunque a Cala de’ Medici controllavo anche tutta la logistica del porto, seguivo, cioè, anche la parte gestionale: ingressi, uscite, posizionamenti, pacchetto clienti, contrattualistica. Chiaramente non mi occupavo della parte tecnica, anche perché sarebbe stato impossibile occuparsi di tutto. 

Lei ha la patente nautica?
Certo. La mia è stata una necessità: dato il mio percorso di studi non sapevo neanche cosa fossero la poppa e la prua e non mi vergogno a dirlo. Nel mio colloquio iniziale, di dieci anni fa, mi fu chiesto cosa ne sapevo di barche. Risposi: assolutamente niente. Era vero. Ho imparato in seguito. Ho preso la patente nautica perché quando parlavo con i clienti non riuscivo a capire assolutamente niente. E’ stata un’esigenza, la mia, anche perché in mare, per ovvie ragioni, non ho molto tempo di andare. Non pretendo di essere un velista o un diportista - assolutamente no – ma quanto meno, quando si parla di manovre so di che cosa si tratta.

Qui, nel nuovo porto di Boccadarno, quali sono i suoi specifici compiti?
Qui il lavoro è diversificato: vi sono alcune cose di cui non mi occupo personalmente ma in sede di direzione, di programmazione, di verifica, e di controllo. Esiste una squadra di persone formata o da formare che è giusto portare avanti, portarsi dietro e responsabilizzare e a cui è giusto dare importanza: in questo caso per creare un porto che funziona. Al di là di chi mette in moto la macchina, la macchina deve andare. Ognuno deve avere il suo ruolo e le sue responsabilità: non si fa mai goal da soli. La palla gira nel campo e si tocca tutti perché siamo una squadra. Sono una persona umile e riconosco che tante cose non riesco a farle. Oggi ho l’umiltà di capire che si può mantenere il controllo, si può fare una verifica, si può programmare ma non si può sapere fare tutto.

Lei si sente “direttore donna” o semplicemente direttore?
Mi sento direttore e basta. Probabilmente un direttore donna fa notizia, ma io non percepisco questa differenza, sul lavoro, tra gli uomini e le donne. Ho degli ottimi collaboratori uomini e degli ottimi collaboratori donna. Ritengo che ci sia una intelligenza maschile ed una femminile e che si completano. Ritengo che nel mio percorso di vita, di studi e di lavoro, di aver conosciuto delle grandi donne e dei grandi uomini. 

Per quanto riguarda la gestione del porto quali sono le maggiori?
Il punto più importante è il rispetto delle regole. Su questo sono molto rigida perché nella nautica è facile sbagliare. Si gestisce l’eccezione e basta. La percezione da parte degli altri deve essere di organizzazione e di sicurezza. In un posto dove c’è confusione ci si sente quasi autorizzati a farne dell’altra. 

Le soddisfazioni maggiori quali sono state per lei?
Mi piace il mio lavoro. E’ chiaramente difficoltoso. Come direttore vado incontro a pressioni e a molti problemi. E’ anche una sfida e a me piace. Ho soddisfazioni ogni giorno: quando risolvo un problema sono soddisfatta.

Si ritiene fortunata per il lavoro che ha scelto?

Sì, ritengo di esserlo. Lavoro sul mare al sole sto bene. Trovo Marina di Pisa deliziosa, tranquilla. Mi piace molto anche l’ambiente e la gente che abita qui.

Qual è per lei la priorità in questo momento?
La gestione del porto in cui, sicuramente, tra un po’ saremo bravissimi ma adesso dobbiamo impegnarci. Inoltre voglio destagionalizzare il porto. 

I rapporti con altre realtà simili alla vostra quali sono? 

Sono ottimi: non c’è concorrenza in quanto c’è lavoro per tutti. Esiste collaborazione con gli altri direttori dei porti vicini. L’offerta nautica non è il singolo porto ma è quella della costa toscana: è un’idea un po’ più ampia di portualità. Un cliente in base ai servizi e a tutta una serie di cose può decidere di andare dove vuole e in un anno in più di un porto.

Copyright 2013 Aurorainternationaljournal.com e Aurora - The World Wide Interactive Journal
Vietata la riproduzione anche parziale dei presenti contenuti

Numero di visite (20613)/Commenti (0)

Tags:
Rita Sanvincenti

Rita Sanvincenti

Rita Sanvincenti Altri post di Rita Sanvincenti