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Pitti Filati 72

Pitti Filati 72

A dispetto dei bilanci negativi, le tendenze della 72esima edizione di Pitti Filati sono tutte pop. Lineapiù, presenza storica della manifestazione, punta su qualità e innovazione.

Author: Anonym/miércoles, 23 de enero de 2013/Categories: Realidad, Moda, Italia

72esima edizione tutta in negativo quella che dal 23 al 25 gennaio Pitti Immagine dedica ai filati per maglieria. Dai dati del bilancio preconsuntivo a cura dell’SMI (Sistema Moda Italia), il fatturato della filatura italiana dovrebbe archiviare un decremento del -7% su base annua. Questo a causa sia di una perdita di tono della domanda estera, che ha visto le aziende e i compratori stranieri concentrarsi sulle produzioni autoctone o spostarsi verso destinazioni più bon marché, sia a causa di una caduta di domanda intra-filiera. Unica eccezione, a conferma che il lusso e le nicchie non risentono delle crisi, rimane il lino, le cui performance si mantengono positive.

Quale occasione migliore per darsi ai festeggiamenti? Angelo Figus, fashion designer, e l’esperta in maglieria Nicola Miller, che da anni curano lo spazio di ricerca tendenze di Pitti Filati, sembrano pensarla proprio così: FESTA FIESTA FEST FESTIVAL è il “nome ombrello” sotto cui hanno raccolto le suggestioni per la primavera/estate 2014. L’allestimento, a cura dell’architetto Alessandro Moradei, seppur poco fantasioso – stessa carrellata di manichini in fila –, cerca di dare corpo all’idea. Su un tappeto di finti petali di rosa nei toni dell’arancio, si alternano look decisamente new age, in puro revival anni ’90, a tagli, se di tagli si può parlare, grunge; ai lati pareti video con proiezioni in loop di feste da ogni capo del mondo e musica di Goran Bregovic.

Il filo conduttore è la leggerezza: i filati scelti hanno tutti una mano leggera, appunto, declinata in diverse varianti. Divertenti i lini spalmati e stampati, da decidere se per avvicinare questo materiale ai più giovani o se per divertire i soliti affezionati; moltissime le viscose, mischiate a tessuti più nobili in tutte le percentuali immaginabili, anche in versione shiny; molti i nylon e gli acetati. Saper indirizzare il proprio cliente nella scelta è il vero tratto che fa il carattere di un’azienda e qui sembrano tutti d’accordo: cachemire in grammature aeree e anche lana merino, pochissimo il cotone.

Alessandro Bastagli, con la sua Linepiù, detta una tendenza parallela e certamente più solida rispetto alle mode passeggere: puntare su qualità e innovazione per superare la crisi; attenzione anche al mercato estero, da "potenziare per combattere la flessione dei consumi e la richiesta di prodotti del mercato italiano".

Oltre alle danze generali e all’esplosione di colori, che anche a fronte di una rapidissima analisi storica sono reazioni usuali in tempo di crisi, la vera idea sembra essere quella della condivisione: dalle grandi aziende agli emergenti, tutti sembrano disposti a mettere a disposizione il proprio “saper fare”, ricercandone le radici nelle tradizioni del made in Italy. 

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