“Chimica, Moda e Salute” è il titolo del convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, Accredia Ente italiano di accreditamento, con l’obiettivo, si legge nelle finalità, di “garantire l’aggiornamento delle conoscenze su eventuali rischi connessi alle sostanze in uso nella filiera, disposizioni in materia di sostanze chimiche, strumenti per la tutela del consumatore, controlli, certificazione, innovazione, sostenibilità ed economia circolare”. L’evento, che si è svolto presso la sede di Federchimica, è stato realizzato con il patrocinio del Consiglio Nazionale dei Chimici e ha registrato gli interventi dei rappresentanti istituzionali del Ministero della Salute (Mariano Alessi e Pasqualino Rossi), del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Carlo Zaghi, direttore di Divisione), delle Regioni Piemonte (Pasquale Campanile) e Toscana (Piergiuseppe Calà), dell’Università di Cassino (Paolo Vigo, Presidente di Pa.L.Mer), dell’Università degli Studi di Perugia (Luca Stingeni, presidente di SIDAPA), oltre a quelli di varie associazioni ed enti impegnati nei processi delle filiere dell’abbigliamento. L’apertura e le conclusioni dei lavori sono state affidate a Rosa Draisci, direttore del CNSC Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’Istituto Superiore della Sanità. Dell’Associazione Tessile e Salute erano presenti il presidente Franco Piunti, il direttore Mauro Rossetti e Paolo Piana della sezione di Biella. Di Accredia hanno partecipato il direttore generale Filippo Trifiletti e Silvia Tramontin. Sono intervenuti inoltre Nausicaa Orlandi, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, Claudio Tonin (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Fabrizio Fornetti e Marco Fontana (Arpa Piemonte), i rappresentanti di ARPA Piemonte Marco Fontana e Fabrizio Fornetti, Maurizio Colombo (Federchimoca), Luigi Campanella (Società Chimica Italiana), Leonello Attias ((CNSC ISS), Gabriella Alberti Fusi (direttore tecnico Centrocot SpA), Paola Arosio (Camera Nazionale della Moda Italiana), Fabrizio Ferraris (Asl Biella), Agostino Macrì (Unione Nazionale Consumatori), Clara Gonnelli (Presidente ADiC Toscana e membro del Direttivo Nazionale del Movimento Consumatori).
Al centro dell’interesse del convegno gli eventuali rischi da residui di sostanze chimiche nei processi lavorativi del tessile, che talvolta si riscontrano anche nei prodotti acquistati dal consumatore e il riconoscimento unanime della necessità che i processi produttivi siano affrontati in un’ottica di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
“Da tempo ci stiamo occupando di queste complesse filiere ed uno dei problemi principali che abbiamo rilevato – dichiara Gonnelli - è rappresentato dal fatto che le etichette dei prodotti dell’abbigliamento in commercio, non sono sufficientemente trasparenti e non danno traccia dell’intero processo di filiera. Ad esempio, dalle stesse, non emergono le ricadute ambientali provocate da produzioni nocive sia per l’uomo che per l’ambiente. Non appaiono neppure gli aspetti e le conseguenze connesse alla negazione dei diritti dei lavoratori come i salari mensili non dignitosi pari a 50 euro in Bangladesh, a 175 in Cina, a 139 in Bulgaria. Non viene espresso chiaramente il ciclo di vita del prodotto, secondo la dichiarazione ambientale di prodotto (EPD)”.
L’ADiC (federata del Movimento Consumatori) ha richiesto ufficialmente che venga istituito un ‘luogo’ di confronto tra gli attori di filiera, dal quale procedere per lo sviluppo di un processo culturale integrato che promuova le economie sostenibili. “Infatti – ha proseguito Clara Gonnelli – soprattutto in un contesto globalizzato, è sempre più indispensabile che gli studenti e la cittadinanza acquisiscano gli strumenti per orientarsi verso scelte compatibili con la salute e con l’ambiente”.
Franco Piunti, Presidente nazionale dell’Associazione Tessile e Salute, attiva da molti anni su queste problematiche, ha sottolineato che “per difendere, anche a salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori, le imprese che negli anni hanno investito in sicurezza e sostenibilità ambientale, con un controllo più serrato delle merci importate, è necessario che vi sia una maggiore consapevolezza da parte degli utenti finali. La nostra Associazione ha come obiettivo quello di mettere intorno allo stesso tavolo tutti i portatori di interessi con il supporto di esperti, ad iniziare da quelli istituzionali, quali i Ministeri della Salute e dell’Ambiente, al fine di valutare la sostenibilità sociale ed ambientale in maniera interdisciplinare”.
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