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JOSE’ CARRERAS, annunciato trionfo di uno straordinario artista

JOSE’ CARRERAS, annunciato trionfo di uno straordinario artista

Il grande tenore spagnolo in concerto al Teatro del Giglio di Lucca per il festival “I giorni di Puccini”

Autore: Anonym/mercoledì 13 gennaio 2016/Categorie: Attualità, Musica, Teatro, Italia, Toscana

A dicembre compirà settant’anni, Josè Carreras. L’inevitabile azione del tempo e i gravi problemi di salute che il grande tenore spagnolo ha subito non hanno per ora avuto la meglio sul fascino, sulla bellezza e - in buona parte – sul vigore del suo strumento vocale. Anche se il cantante, ovviamente, si presenta al pubblico in recital con programmi dosati sulle sue attuali – ma sempre rilevanti – possibilità. Al di là delle straordinarie doti interpretative, rimaste inalterate se non ulteriormente affinate con gli anni, il mestiere, la raffinatezza, la maestria stilistica e d’arte nel gestire la sua voce sono in grado – a livelli come quelli di Carreras – di compensane e superare le manchevolezze e problemi della voce stessa, che diventano alla fine quasi inavvertibili. Anche per questo, forse, il pubblico festeggia con un traboccante caloroso entusiasmo, con amore autentico e con gratitudine, un’esibizione come quella sold out del Teatro del Giglio di Lucca che ha chiuso con un annunciato trionfo il festival ”I giorni di Puccini – Puccini days”. L’edizione 2016-2017 – lo ha comunicato dal palco il sindaco della città, Alessandro Tambellini – si aprirà con una messa in scena di “Bohème” (quest’anno è toccato a “Madama Butterfly”). L’appuntamento con Carreras è stato seguito in tempo reale su maxischermo da altre centinaia di persone assiepate nella chiesa di San Francesco.
Nel concerto, il tenore – accompagnato dall’eclettico ed elegante pianista Lorenzo Bavaj – ha guidato il pubblico in un vero e proprio viaggio non solo tra gli stili e i generi musicali, ma anche tra le epoche e i continenti: dal barocco di Alessandro Scarlatti (la struggente aria “O cessate di piagarmi”), si è passati alla Norvegia di Edvard Grieg, alla romanza da camera italiana tra Ottocento e Novecento di Tosti (i capolavori “Segreto”, “Sogno” e “Ideale”), all’Argentina del re del tango Carlos Gardel (“Lejana tierra mia”), per poi approdare alla canzone napoletana, con una serie di titoli più o meno noti. Le melodie di Napoli (“cantarle è rendere omaggio anche a una tradizione illustre di molti tenori del passato”, ricorda Carreras), hanno dominato anche i bis, ben 4, in mezzo ad un pubblico entusiasta e osannante oramai tutto in piedi (chiusura con “Core ‘ngrato” e “Dicitincello vuje”). En passant, un omaggio – solo di Bavaj – a Astor Piazzolla, i cui antenati erano giustappunto lucchesi.
Il cuore del concerto del Giglio è stato però – inevitabilmente – la parentesi dedicata a Giacomo Puccini: dopo il “Piccolo valzer”, al piano, diventato poi l’aria di Musetta ne “La Bohème” – si sono potute ascoltare due poco frequentate romanze per voce e pianoforte, “Terra e mare” e “Sole e amore”, tra l’altro impegnative anche sul piano vocale. Facile riconoscere, nella seconda, la melodia del futuro duetto Mimì-Rodolfo del terzo atto de “La Bohème”. Ma anche i materiali melodici di “Terra e mare” furono riutilizzati da Puccini, in “Turandot” e “Manon Lescaut”. Segno – fa notare Carreras – di come fosse già matura la creatività, almeno melodica, dell’autore intorno ai vent’anni, quando scrisse queste pagine “purtroppo rare e poco eseguite”, come ha osservato Andrea Bocelli – in platea, tra gli spettatori del concerto - grande amico e naturalmente ammiratore del grande Carreras. Anche per Bocelli, non sono mancati gli applausi in sala.


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