“Il matrimonio è il motore della vita”, afferma la trentenne trapanese Daniela, sposata, per la quale l’unione coniugale rappresenta l’apice della realizzazione personale.
Nonostante i dati dimostrino che i matrimoni religiosi sono in calo rispetto a quelli civili, la stragrande maggioranza dei giovani crede ancora profondamente in questo sacramento.
Sono 2000 i matrimoni celebrati nel comune di Trapani e nel confinante Erice, negli anni compresi tra il 2008 e il 2012: 1593 con rito religioso e 407 con rito civile. A Trapani, infatti, più del 17,30% delle coppie preferisce i mesi estivi compresi tra giugno e settembre.
Nel 2009 le unioni consacrate in chiesa sono state 356; nel 2010 sono state 339. Nel 2012 si è registrato un calo con 296 celebrazioni.
Le cerimonie nuziali celebrate con il rito civile nell’hinterland trapanese sono diminuite. Nel 2008 sono state 94, nel 2009 sono scese a 79, mentre nel 2010 sono risalite a 91. Nel 2012 hanno fatto registrare un ulteriore calo numerico fino ad arrivare a 71.
Questa variazione annua, può essere attribuita a diversi fattori di carattere sociale, culturale ed economico.
Il matrimonio rimane comunque, per le giovani coppie, un valore assoluto profondamente radicato nella società trapanese consacrato da un rito religioso o da un rito civile.
Per altri, come ad esempio la venticinquenne Maria, fidanzata, il matrimonio “rappresenta non un arrivo, bensì un inizio da vivere con totale pienezza, una palestra molto formativa nella vita di due persone, un'esperienza che insegna a ‘camminare’ insieme”.
La chiesa rimane, quindi, sempre e comunque il punto di riferimento, il luogo in cui viene consacrata l’unione matrimoniale e in cui l’uomo e la donna “non sono più due ma una carne sola” (dal Vangelo secondo Matteo 19,9).
“E’ un progetto di vita, in cui vengono custoditi amore, difficoltà e sacrifici” – afferma Mario – che è felicemente sposato da molti anni.
Foto di Ernesto De Angelis scattate alla Badia Fiesolana - San Domenico, Firenze
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