A seguito della
disfatta davanti al TAR Abruzzo, che non ha accolto il ricorso contro la
delibera della Giunta Marsilio, LAV, LNDC Animal Protection e WWF si sono
rivolte al massimo grado della giustizia amministrativa ottenendo la
sospensione del provvedimento dell’amministrazione regionale fino alla
discussione in Camera di Consiglio che si terrà giovedì 7 novembre 2024.
"È
impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa
favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici. Il nostro
obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per
l'ambiente e per gli animali stessi," affermano le Associazioni. “La
caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili
alternative non violente, a favore della lobby venatoria”.
LAV, LNDC e WWF
sottolineano come, oltre agli ovvi danni causati alla popolazione di cervi, la
caccia rischi di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già
fragili. L’eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere
ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con
potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale.
Ph. © Enrica Bellinello.
Ph. © G.Mancori.
La decisione di
sospendere la caccia, quindi, non è solo una vittoria per gli animali, ma un
passo nella direzione di un approccio più scientifico e responsabile alla
gestione della fauna selvatica. LAV, LNDC Animal Protection e WWF saranno
quindi davanti al Consiglio di Stato per portare le loro ragioni nella speranza
di ottenere uno stop definitivo a questa follia.
“Ribadiamo
l’importanza di considerare gli animali selvatici non come risorse da
sfruttare, ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va
tutelato e rispettato. Non possiamo permettere che l'interesse di pochi
prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano.
L'unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica," hanno
concluso le Associazioni.
Oggi sarebbero
dovuti partire gli abbattimenti, ma la Regione e gli ATC non erano stati in
grado di chiudere correttamente la procedura di autorizzazione, dimostrando una
evidente incapacità nel gestire questo tipo di provvedimenti. Questa
circostanza la dice lunga sul grado di preparazione del settore regionale a cui
il Presidente Marco Marsilio ha voluto affidare il destino di 469 cervi e più
in generale la fauna selvatica abruzzese.
Ph. © G.Mancori.
“Continuiamo a
chiedere alla Regione di tornare indietro”, concludono le Associazioni.
“Marsilio deve prendere atto che non ci sono né i motivi, né – a questo punto –
le condizioni tecnico-procedurali per consentire ai cacciatori di uccidere
quasi 500 cervi. Farebbe sicuramente una più bella figura bloccando questa
strage e avviando un confronto serio libero dagli obblighi che evidentemente ha
assunto con i cacciatori nella recente campagna elettorale. Da parte nostra,
come abbiamo detto fin dall’inizio, continueremo la nostra campagna per
impedire che l’Abruzzo da regione dei parchi diventi la regione delle
doppiette”.
In primo piano: Ph. © Luca Di Vincenzo.
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