Proseguirà fino al 23 novembre, al Museo di Sant’Agostino di Genova, la mostra dedicata a Karl Stengel, nato a Neusatz nel 1925 e scomparso nella sua residenza in Toscana nel 2017. L’esposizione curata da Beth Vermeer, che ha ottenuto il patrocinio della Regione Liguria e del Comune di Genova intende proporre un confronto tra le espressioni artistiche dei protagonisti dell’arte del Cinquecento e del Seicento Genovese, e quelle generate dai nuovi strumenti e tecnologie della contemporaneità.
L’allestimento della Vermeer mette in primo piano la narrazione pittorica attraverso differenti scenari che offrono – spiega - “una visione panoramica tra la forza intrinseca dei quadri di Stengel e l’iconografia degli affreschi portati su tavole monumentali da maestri come Valerio Castello, Gregorio De Ferrari, Domenico Fiasella, Luca Cambiaso, Domenico Piola, allestite tra i capolavori degli scultori Pierre Puget, Giovanni Pisano, Francesco Maria Schiaffino, Filippo Parodi.
Avendo imposto per secoli le tematiche principali dell’arte, la Chiesa, insieme alla nobiltà, risultava essere il committente più importante per gli artisti. Di questa narrazione elogiativa spaziando dalla mitologia greco romana alle virtù dei Santi, fino agli episodi della vita e della morte di Gesù, si fa rappresentazione la collezione al secondo piano del Museo in cui si inseriscono, con ritmo cromatico scandito, i dipinti di Karl Stengel, realizzati prevalentemente negli Anni Novanta. La trama del progetto analizza, in Stengel, la spiritualità che fuoriesce dalla matrice narrativa prima del Rinascimento, poi del Barocco, al fine di avvicinarsi ad una concezione dell’arte intesa come espressione di contenuti spirituali che lo porterà progressivamente a prescindere dalla figurazione”.
La grande umanità di Stengel, come non di rado accade, è maturata da una vita sofferta e dall’influsso delle diverse culture con le quali è entrato in contatto nei suoi viaggi. Beth Vermeer descrive la sua pittura come “un incanto cromatico in cui il colore, come livello di composizione, crea qualcosa di inaspettato. Il suo sguardo, un atto più morale che pittorico, tramanda una sua verità: esistere è essere nell’arte”.
“L’esposizione dei dipinti di Stengel – conclude Vermeer che ha progettato la mostra con Design of the Universe - risulta complementare all’ampia collezione di disegni allestita nelle tre ali del Gabinetto del Disegno e della Grafica. Stengel ha lasciato un’eredità di più di mille disegni, la sua compagnia perenne, come soleva dire, con cui l’artista traduce delle esperienze, delle percezioni, dei momenti vissuti di qualsiasi circostanza. Brani di musica ascoltati oppure impressioni fugaci di letture, sono la sua filosofia, trasmessa con un registro molto personale e spontaneo e la mostra inscena la convivenza tra le sculture e i dipinti storici di vari periodi, facendo riferimento soprattutto alla missione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale e al suo leitmotiv ‘dove il passato incontra il futuro’ ed in particolare alle Giornate Europee del Patrimonio 2018”.
L’inaugurazione è stata arricchita dall’intervento introduttivo di Adelmo Taddei, Conservatore del Museo di Sant’Agostino, che ha collaborato alla cura della mostra, e dalla presentazione dell’opera di Karl Stengel da parte della curatrice. La visita guidata alle opere viene accompagnata da una live performance itinerante della giovane artista genovese Cri Eco.
Il compositore slovacco Juraj Kojs offre un ulteriore contributo all’esposizione.
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