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7 Feb 2025

Marchio del Patrimonio Europeo 2025: il MiC ha scelto il Teatro Olimpico di Vicenza e il Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce

Marchio del Patrimonio Europeo 2025: il MiC ha scelto il Teatro Olimpico di Vicenza e il Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce

Entro il 1° marzo le due candidature saranno presentate alla Commissione Europea. Il riconoscimento valorizza i siti che hanno svolto un ruolo significativo nella storia, nella cultura e nello sviluppo dell’Unione Europea.

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7 Feb 2025

Tajani oggi in missione nel Principato di Monaco e a Nizza

Tajani oggi in missione nel Principato di Monaco e a Nizza

Il Ministro incontrerà il Principe Alberto II e il Ministro degli Esteri Isabelle Berro Amadei. Nella capitale della Costa Azzurra parteciperà insieme al Ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot alla seconda riunione del Comitato di Cooperazione Frontaliera. Tra i temi anche la collaborazione tra Italia e Francia in materia di lingua, cultura, turismo e sanità particolarmente nei territori di confine.

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7 Feb 2025

Daniele Schroder e Valerio Perinelli nuovi Direttori Generali per SACE BT e per SACE Fct

Daniele Schroder e Valerio Perinelli nuovi Direttori Generali per SACE BT e per SACE Fct

Le società di SACE specializzate in assicurazione del credito, cauzioni, rischi della costruzione e catastrofali, e in soluzioni di factoring.

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7 Feb 2025

Polo industriale Siracusa: Urso, "Diventi modello di riconversione sostenibile"

Polo industriale Siracusa: Urso,

Incontro al Mimit per definire soluzioni strategiche per lo sviluppo dell'area. Entro la metà di marzo, secondo il programma, si avrà un tavolo di sistema con gli altri ministeri competenti, la Regione Siciliana, le Province di Siracusa e Ragusa, i Comuni, Confindustria, aziende dell'area e organizzazioni sindacali.

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6 Feb 2025

L’Italia guida la ricerca polare internazionale con AGATA

L’Italia guida la ricerca polare internazionale con AGATA

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia al centro della ricerca polare internazionale per lo studio delle dinamiche atmosferiche e geospaziali.

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6 Feb 2025

GEO Global Forum 2025, a Roma dal 5 al 9 maggio all’Auditorium della Tecnica

GEO Global Forum 2025, a Roma dal 5 al 9 maggio all’Auditorium della Tecnica

Il grande evento sul futuro della geospazialità riunirà nella Capitale esperti, accademici, professionisti e leader nel settore dell’Osservazione della terra nonché autorità politiche provenienti da tutto il mondo. Si discuterà dell’adozione del Piano di Implementazione della Strategia Post-2025 di GEO che ha l’obiettivo di rendere l'Intelligenza della Terra accessibile a tutti.

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il 15 febbraio è la giornata mondiale del pangolino, l’unico mammifero ad essere rivestito di squame cornee Saturday, February 15, 20250

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Proprio per la sua caratteristica corazza, preziosa per la difesa nell’ambiente naturale, il pangolino è diventato il mammifero ...

Legge europea sul ripristino della natura: pubblicata la Guida redatta dalle associazioni Wednesday, February 12, 20250

Legge europea sul ripristino della natura: pubblicata la Guida redatta dalle associazioni

In vista dei sei mesi di entrata in vigore della legge, Nature Restoration Law, tradotta in italiano da Lipu, Legambiente, Pro Natura e WWF ...

Dalla genetica una risposta ai disordini del movimento causati dalla distonia Wednesday, February 12, 20250

Dalla genetica una risposta ai disordini del movimento causati dalla distonia

Pubblicato uno studio congiunto della Scuola Sant’Anna di Pisa, dell’Istituto Besta di Milano e di altri partner internazionali che ...

Il Ministro delle Imprese Urso ha incontrato a Parigi il Ministro dell’Economia Lombard Monday, February 10, 20250

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Urso: “Italia e Francia condividono la stessa visione su molte delle sfide che l’industria europea sta affrontando”. Tra gli ...

I Carabinieri TPC restituiscono alla Spagna una stele funeraria di età romana rubata dall’area archeologica di Merida Monday, February 10, 20250

I Carabinieri TPC restituiscono alla Spagna una stele funeraria di età romana rubata dall’area archeologica di Merida

Il bene, recuperato a seguito di una attività di Cooperazione Internazionale di Polizia, è stato riconsegnato dal Generale di ...

“OFF: Out Forest Fires - i territori che prevengono gli incendi boschivi”, si conclude il progetto del WWF Italia Saturday, February 8, 20250

“OFF: Out Forest Fires - i territori che prevengono gli incendi boschivi”, si conclude il progetto del WWF Italia

Il programma ha incluso giornate dedicate alla formazione al fine di trasmettere la conoscenza delle buone pratiche per una efficace ...

Marchio del Patrimonio Europeo 2025: il MiC ha scelto il Teatro Olimpico di Vicenza e il Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce Friday, February 7, 20250

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Entro il 1° marzo le due candidature saranno presentate alla Commissione Europea. Il riconoscimento valorizza i siti che hanno svolto un ...

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10 Jan 2025

Abitare in zone sicure: lo studio di antropologi e ricercatori dell’INGV sulla “delocalizzazione selettiva”

Abitare in zone sicure: lo studio di antropologi e ricercatori dell’INGV sulla “delocalizzazione selettiva”

Author: Redazione Aurora / Friday, January 10, 2025 / Categories: News, Scienze / Rate this article:
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Promuovere la possibilità di costruire abitazioni e attività lontano da zone situate lungo la faglia sismica dell’Etna e nelle sue immediate vicinanze, evitando la ricostruzione nelle aree già colpite è la linea adottata dalla Struttura Commissariale Ricostruzione Area Etnea (SCRAE). La decisione è motivata dalla ripetuta sismicità dell'area che rende pericoloso ed economicamente svantaggioso ricostruire nelle zone vulnerabili, spiega l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’inedita strategia di "delocalizzazione selettiva" ha attirato l'attenzione di un gruppo di ricerca interdisciplinare dell'Università di Catania e dell’INGV che ha condotto lo studio “Risk Faults - Relocation, Displacement, and Homemaking on the Slopes of Mount Etna”, recentemente pubblicato sulla rivista ‘Antropologia Pubblica’. “Nella notte del 26 dicembre 2018, un terremoto di magnitudo 5.02 ha colpito il fianco orientale dell'Etna, con epicentro nei pressi dell'abitato di Fleri, nel comune di Zafferana Etnea (Catania). Nonostante la magnitudo moderata, la ridotta profondità del sisma ha provocato ingenti danni a case e attività produttive nella fascia orientale etnea”, spiega Mario Mattia, primo Tecnologo dell’Osservatorio Etneo INGV. 

La casa di uno degli intervistati, devastata dal terremoto del 26 dicembre 2018. Crediti foto: M. Neri.

L'evento ha riaperto il dibattito sulla ricostruzione: se ricostruire "dov'era e com'era" o optare per soluzioni alternative. “La ricerca, condotta attraverso metodi tipici degli studi antropologici, ovvero il dialogo, la raccolta di testimonianze orali e l’osservazione attenta delle emozioni, delle pratiche, dei gesti dei sopravvissuti, ha evidenziato che la scelta innovativa della SCRAE, indirizzata verso una strategia di prevenzione definita "delocalizzazione selettiva", ha considerato aspetti fondamentali spesso trascurati nelle politiche di ricostruzione post-disastro. Il primo è l'adattamento socio-culturale delle famiglie colpite, che hanno progressivamente riorganizzato il proprio rapporto con il territorio, riconfigurando gli orizzonti di senso legati all'abitare in una zona a rischio sismico. Il secondo è l'importanza della mediazione istituzionale, una mediazione che, nel caso preso in esame, è stata capace di trovare un punto di incontro tra le esigenze dei cittadini e le necessità dello Stato. E, infine, l’analisi della leva economica, in quanto la valutazione dei beni perduti e l’erogazione delle somme necessarie alla ripresa hanno favorito una sintonizzazione non solo rispetto alle politiche dell'abitare, ma anche rispetto alla percezione culturale del rischio”, aggiunge Mara Benadusi, docente di Antropologia presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania. “Dove ha tremato, tornerà a tremare”, affermava nel '700 il naturalista Leclerc de Buffon. Gli autori dello studio sottolineano come la "delocalizzazione selettiva" rappresenti una strategia promettente per affrontare eventi calamitosi ricorrenti come terremoti, eruzioni vulcaniche, fenomeni bradisismici e alluvioni. Al di là degli aspetti economici, la priorità resta la salvaguardia della vita umana. L’esperienza etnea potrebbe rappresentare un modello replicabile in altre aree del mondo esposte a rischi naturali ricorrenti”, conclude Mario Mattia. Il gruppo di ricerca, consapevole della necessità di coinvolgere attivamente le comunità locali, proseguirà gli studi per sviluppare modelli di delocalizzazione partecipata e resiliente.


Immagine in primo piano: Evidenza della traccia della faglia responsabile del terremoto del 26 dicembre 2018. Crediti foto: M. Neri.

 

 

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