Dalla tigre, il
più grande felino del Pianeta, la cui popolazione si è ridotta del 96% rispetto
agli inizi del ‘900, al pinguino imperatore che potrebbe perdere fino al 50%
delle sue colonie dell’Antartide per colpa dell’aumento medio delle temperature
globali. Le specie animali del Pianeta sono in ‘caduta libera’ nella loro corsa
verso l’estinzione, un tema che la nostra civiltà industriale si porta dietro
da decenni ma che in questi ultimi anni, sotto il peso delle attività umane
insostenibili, ha visto un’impressionante accelerazione. Un quadro generale
della perdita di natura è nell’ultimo rapporto del WWF – Living
Planet Report (LPR) 2024 –
che ha analizzato, tra i tanti dati, la diminuzione di popolazioni di
vertebrati in tutti gli ecosistemi: quello terrestre ha visto una riduzione del
69% delle popolazioni animali, quello di acqua dolce, il più drammatico,
dell’85% e quello marino del 56% con squali e razze tra le specie più colpite.
Cucciolo gorilla di Montagna. Crediti: © Ramon Sanchez Orense.
La crisi
climatica, di cui siamo gli unici responsabili – sottolinea il WWF - non solo
colpisce drammaticamente le nostre comunità, ma si riversa anche su numerose
specie: lo stesso destino del pinguino imperatore potrebbe toccare, infatti,
all’orso polare, il maestoso abitante dei ghiacci di cui alcune popolazioni
potrebbero subire un calo del 30% entro il 2050, o al leopardo delle nevi, una
specie considerata vulnerabile proprio perché legata agli ambienti più estremi che risentono degli
effetti del cambiamento climatico.
Incendi e
distruzione delle foreste hanno ridotto drammaticamente la popolazione di koala
negli ultimi 20 anni, una vera e propria ‘caduta libera’ verso l’estinzione che
la popolazione dei territori dell’Est Australia potrebbe raggiungere, secondo
gli studiosi, entro il 2050. Non sembra avere un destino migliore l’elefante di
foresta africano, la specie più a rischio tra questi pachidermi: tra il 2002 e
il 2011 nella sola area centro-africana la sua popolazione si è ridotta del
62%: un calo catastrofico degli ultimi due decenni legato principalmente al
mercato illegale di avorio.
Nella più
recente stima complessiva, la popolazione delle due specie africane (elefante
di savana e elefante di foresta) è stata stimata di 415.000 esemplari: rispetto
ai 12 milioni di elefanti dell’inizio ‘900, nell’arco di un secolo è scomparso
più del 90% degli individui. Nel continente africano ogni anno vengono uccisi e
commerciati circa 20.000 esemplari di elefante (il 4% della popolazione
mondiale complessiva di elefante africano di savana e di foresta), nonostante
il divieto di commercio e detenzione di avorio stabilite dalla Cites. Non
stanno meglio i loro ‘parenti’ asiatici: in 8 Paesi del Sud-Est asiatico e
della Cina, in natura restano tra gli 8.000 e gli 11.000 elefanti asiatici e
questi occupano ormai appena il 5% del loro areale storico.
Per non restare
solo a guardare la ‘caduta libera’ delle specie e fare in modo che questo non
sia il loro ultimo Natale ognuno può fare la propria parte: per far sentire
questo grido di allarme il WWF Italia ha appena lanciato la Campagna Adozioni
“A Natale regala il futuro”: adottando o regalando l’adozione simbolica di un
animale in pericolo su http://wwf.it/adozioni
si potranno sostenere tutti i progetti a tutela della biodiversità ricevendo in
cambio un peluche della specie adottata.
Crediti foto: © Scott Masciarelli.
Crediti foto: © Bruno Bevilacqua.
Degli effetti
prodotti dagli sforzi di conservazione ha beneficiato una delle specie simbolo
dell’Africa: il gorilla di montagna. Questi animali, dopo lo scimpanzè, sono i
nostri parenti più prossimi, condividendo oltre il 98% del loro corredo
genetico con la nostra specie, eppure in passato abbiamo trattato il nostro più
stretto parente nella maniera peggiore. Le due specie, gorilla di montagna e
gorilla di pianura, e le relative sottospecie che vivono nel continente
africano, sono nella Lista Rossa e in pericolo di estinzione. Bracconaggio e
distruzione del loro habitat hanno decimato i gorilla. I territori che vengono
deforestati si trasformano completamente e questo provoca conflitti con le
popolazioni umane per lo spazio e le risorse. Gli animali sono colpiti anche
dalle nostre malattie entrando in contatto stretto con l’uomo. Ma nonostante un
drammatico calo demografico nei decenni scorsi ora gli sforzi di conservazione
stanno avendo successo: il gorilla di montagna è tra le poche specie che ha
visto una crescita di popolazione. Sul massiccio del Virunga la sottospecie è
aumentata del 3% l’anno tra il 2010 e il 2016. La collaborazione tra WWF e
altre organizzazioni internazionali ha supportato il Programma Internazionale
per la conservazione del gorilla (IGCP). Ma è il primo passo: i gorilla di
montagna sono ancora oggi meno di duemila, solo il 17% vive in aree protette e
se si allenta la lotta alle minacce, gli sforzi di conservazione restano vani.
Foto in primo, crediti © Judi Lee.
Video:
Elefantino
Crediti: © martinharvey-Pond5
Famiglia
elefanti Crediti: © Backdrop-Pond5
Koala.
Crediti: Video di Azhar Hussain da Pixabay.
Koala.
Crediti: © Shutterstock- KAMONRAT- WWF
Leopardo
delle nevi. Crediti: © Muhammad Osama -WWF-Pakistan
Leopardo
delle nevi. Crediti: © Shutter - LukasPich - WWF-UK
Orso
bruno. Crediti: shutterstock_WWF Italia Orso Bruno
Orso
polare. Crediti: © Shutterstock - Henry Harrison-- WWF
Orso
polare. Crediti: © ER CREATIVE SERVICES LTD - Shutterstock – WWF
Panda.
Crediti: © Pond5 - Camerman76 - WWF
Panda.
Crediti: © Pond5 - DmitryRukhlenko – WWF
Pinguino
imperatore. Crediti: © Shutterstock - vladsilver – WWF
Pinguino
imperatore. Crediti: © Shutterstock - vladsilver - WWF-UK
Pinguino
impertore. Crediti: © Shutterstock -vladsilver – WWF
Pinguino
imperatore. Crediti: © Shutterstock -Robert Harding Video -WWF
Copyright 2024 Aurora International
Journal - Aurora The World Wide Interactive Journal. Vietata la riproduzione
anche parziale dei presenti contenuti.