Roma. Ambasciatore
del Messico in Italia dal 2019, Carlos Eugenio Garcìa de Alba Zepeda, con
una luminosa carriera diplomatica costellata da molti prestigiosi incarichi ed
esperienze bilaterali, multilaterali e consolari in diversi Stati e
organizzazioni internazionali, anche in ambito economico - ha svolto il ruolo
di Incaricato d’Affari a.i. del Messico presso l’Organizzazione per la Cooperazione
e lo Sviluppo Economico (OCSE), e quello di Addetto commerciale presso
l’Ambasciata del Messico in Italia dal 1989 al 1993 - fino dall'insediamento,
esattamente come aveva annunciato nel suo programma, ha operato in maniera particolarmente
incisiva ed efficace per incrementare e dare un nuovo impulso alle relazioni tra il
Messico e l’Italia, sia sul fronte diplomatico, sia su quello economico
commerciale, sia su quello culturale, attraverso numerosissimi eventi ed iniziative
di alto livello e di grande successo che si sono moltiplicate nel tempo e che
hanno dato un enorme contributo alla conoscenza e alla divulgazione della
cultura messicana in Italia attraverso l’arte, la musica, l’enogastronomia, il
cinema, la letteratura. In occasione del 150° Anniversario delle relazioni
diplomatiche tra Messico e Italia (1874-2024), l’Ambasciata ha presentato un ricco
programma di attività commemorative e celebrative che si articola in sette
assi: politico-parlamentare, economico-imprenditoriale, culturale, accademico, consolare,
comunitario e sportivo. Ad aggiungere
valore e significato a questa ricorrenza che interessa e unisce i due Paesi, è
la storica costituzione, a maggio del 2023, della prima Camera di Commercio del
Messico in Italia, CaMexItal, presieduta da Letizia Magaldi, con la presidenza onoraria dell’Ambasciatore Carlos Eugenio Garcìa de Alba
Zepeda, che ne è
stato l’ideatore e il promotore. La missione dell’Ente è quella di favorire e
contribuire a consolidare i rapporti economici, culturali, turistici,
scientifici e accademici tra il Messico e l’Italia. Tra i suoi obiettivi c’è
quello di “arricchire la conoscenza reciproca e cogliere le numerose
opportunità comuni con approccio multidisciplinare, contribuendo ad allargare
la comunità di imprenditori, investitori e operatori che già collaborano o che
sono interessati a collaborare con il Messico”.
CaMexItal, segnata
da una rapidissima crescita e da un’intensa attività, ad oggi annovera un
centinaio di soci tra aziende italiane e messicane fra le quali si distinguono,
solo per citarne alcune, Magaldi, Leonardo, Grupo Bimbo, Eni, Marcegaglia
Carbon Steel, Campari Group, Ferrero, Italian Exhibition Group, Grupo Bimbo,
Grupo Gruma, Brembo, Aeromexico, Los Danzantes, Alpha Yachts, ExilorLuxottica,
Zoomarine, Meccanotecnica Umbra, Roadhouse.
Eccellenza, a distanza di poco
più di un anno dalla storica costituzione, da lei fortemente voluta e promossa,
della prima Camera di Commercio del Messico in Italia, CaMexItal, qual è il
bilancio di questo primo periodo di attività?
La Camera di Commercio del
Messico in Italia, CaMexItal, è una realtà. Il decreto di costituzione è stato
firmato a maggio 2023 dal Ministro Adolfo Urso che l’ha trasformata da Associazione
Economica Messico Italia, dopo aver seguito tutto il tragitto legale, in
una vera e propria Camera di Commercio che fa parte della rete delle Camere di
Commercio Estere e di Unioncamere. Il primo bilancio è positivo perché è nata,
però devo dire che è un bilancio positivo doppio. Da una parte per la quantità:
dalle 8 aziende che nel 2020, in mezzo al Covid, in maniera eroica, hanno
creato questa Associazione, la non più esistente AEMI, siamo arrivati alle
ormai 97 aziende che mi pare adesso appartengano alla Camera di Commercio. Beh,
da 8 a 97 c’è una bella differenza e non è solo di quantità ma è anche di qualità.
La tipologia di aziende, di individui che aderiscono è veramente notevole. Innanzitutto
sono aziende di entrambi i Paesi. La maggioranza è formata, sì, da aziende
italiane, ma non mancano quelle messicane che fanno scambi commerciali con
l’Italia oppure investimenti, e che costituiscono una componente importante. Quindi
c’è una crescita quantitativa ma anche qualitativa, perché fra quelle aziende che
fanno parte di CaMexItal, ci sono nomi – non ne voglio fare uno in particolare
– di tante grosse imprese italiane globali che le danno un valore aggiunto. Si
deve poi parlare anche della cornice in cui è cresciuta, cioè dei rapporti economici bilaterali che sono in forte,
sorprendente, continua crescita sia sul fronte commerciale che su quello
produttivo. Gli scambi Messico Italia infatti stanno aumentando in maniera
impressionante. Dal 2021 in poi la media di crescita è del 21% - che non è poco
– e quest’anno, nel primo semestre, ha raggiunto il 28%. Credo che lo
status quo dell’azione bilaterale molto favorevole e molto dinamica abbia
aiutato la Camera a crescere in maniera più rapida sia quantitativamente che
qualitativamente.
Lo sviluppo dei rapporti
commerciali tra il Messico e l’Italia risente favorevolmente dell’Accordo
Globale Messico-Unione Europea definito nel 2020 e dell’United
States-Mexico-Canada Agreement (UMSCA) che, sempre nel 2020, ha
sostituito il precedente North American
Free Trade Agreement (NAFTA)?
Sì, senz’altro. Il Messico è uno
dei Paesi la cui economia è più aperta al mondo. Da quando siamo entrati nell’allora
GATT, che ora è l’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), l’economia
messicana è stata aperta agli scambi commerciali e agli investimenti che per
noi sono essenziali. Il nuovo Accordo Globale con l’Unione Europea è stato
firmato ma non è ancora entrato ancora in vigore. Il Covid e altre circostanze
non hanno aiutato a concludere. Non che non vogliamo. Nessuna delle due parti
ha rinunciato, anzi, puntiamo a che nel 2025 con la nuova Commissione Europea e
con il nuovo Governo messicano, perché entrambi stanno per cambiare le massime
autorità, si riprendano non i negoziati che erano già conclusi, ma che si
riesca a far sì che questo rinnovamento del vecchio accordo in atto dal 2000
con l’Unione Europea, che include altri capitoli riferiti al libero scambio,
entri definitivamente in vigore. Questo aiuterà senz’altro entrambe le parti,
nonostante che, va ripetuto, il Messico sia il primo socio commerciale
dell’Unione Europea in America Latina. L’anno scorso abbiamo chiuso, se non
sbaglio, a 77 miliardi di euro di scambi con l’Unione Europea. Siamo uno dei
più importanti soci dell’UE fuori dell’Europa. Il nuovo NAFTA, UMSCA in
inglese, T-MEC in spagnolo, decisamente ha dato un grande contributo perché non
solo si è modernizzato, ma si è pure approfondito: da 22 si è passati a 38
capitoli che comprendono l’energia, la proprietà intellettuale, l’e-commerce,
le industrie culturali, tanti settori che non facevano parte del vecchio NAFTA.
Si sancisce così l’ulteriore integrazione delle tre economie del Nord America.
Va infatti ricordato che il Messico fa parte del Nord America, non del Sud
America né del Centro America, come spesso si sente dire in Italia. Questo nuovo accordo manda un messaggio chiaro all’imprenditore
italiano: la porta di ingresso per le aziende italiane, per fare affari nuovi o
rinnovarli con l’America del Nord, è il Messico.
Già in passato le aziende decidevano
di insediarsi in Messico usufruendo pure del vantaggio di poter entrare più
agevolmente anche nel mercato statunitense. È ancora così? Quali cambiamenti si
sono registrati?
Questa dinamica prevale. Solo in
questo anno, fino ad oggi, posso dire che la quantità di nuove aziende italiane
che si avvicinano al Messico – e non tutte, ma diverse, lo fanno attraverso
questa Ambasciata - è cresciuto tantissimo. È infatti questa la strada giusta
da percorrere: entrare in Messico, che già di per sé è una economia importante,
con un mercato interno consistente di 130 milioni di consumatori, ma che è
anche il primo socio economico degli Stati Uniti a livello mondiale. Quindi,
ripeto, chiunque in Italia vuole fare affari con gli Stati Uniti e con il Canada,
la porta migliore è attraverso il Messico. Aggiungo: non sappiamo come andranno
a finire le elezioni negli Stati Uniti a novembre. È un grosso interrogativo
per tutti. In qualsiasi scenario, critico o meno critico, potrebbero manifestarsi delle tensioni commerciali con l’Unione Europea. Quindi, con questo grande
dubbio, io consiglio ancora di più di entrare nel mercato degli Stati Uniti
attraverso il Messico, perché nel caso in cui si imponessero dei dazi
all’export europeo verso gli USA – anche se non credo in questa politica
commerciale - ritengo che la porta migliore sia il Messico.
La costituzione di una società
italiana in Messico è una operazione abbastanza snella rispetto a quanto
avviene invece negli Stati Uniti?
I due Paesi sono federazioni: gli
Stati Uniti hanno 50 Stati; noi ne abbiamo 32. In Messico ci sono delle differenze
tra Stato e Stato, però in generale costituire una nuova azienda in Messico è
abbastanza veloce e semplice perché anche le autorità svolgono un lavoro di
accompagnamento, di facilitazione e di incentivazione alle imprese straniere. Negli
Stati Uniti, che io sappia, questo avviene un po’ meno. In Messico ci sono più
incentivi, forse perché noi abbiamo più bisogno di investimenti esteri rispetto
agli USA. Inoltre da noi c’è un’autentica concorrenza fra 32 Stati perché
ciascuno di essi vuole attirare investitori.
È necessaria la presenza di un
socio locale per la costituzione di una nuova società in Messico da parte di
una impresa italiana?
Questo non è un requisito, non è
necessario avere un socio locale. Non c’è una politica speciale al riguardo,
che potrebbe essere anche discriminatoria. Ci sono però dei settori regolati, come
ad esempio l’aviazione commerciale. Non si può avere la proprietà di una linea
aerea oltre il 50%: il massimo è 49%. Questo tipo di politica è applicato alle
industrie considerate strategiche le quali hanno regole specifiche, ma non esiste
una normativa per cui associandosi con un messicano si sia favoriti o si
abbiano più incentivi. Tanti stranieri infatti investono direttamente senza
soci messicani. Altri invece, e li capisco, mi dicono che vogliono andare in
Messico e che preferiscono farlo con un socio locale, perché conosce il know
how e il know, perché sa come sbrigarsi. Questo succede spesso, non perché vi
sia una regola o una normativa specifica, ma per convenienza, per senso comune.
Quale conoscenza si ha in
Italia dell’economia messicana?
Ci sono
purtroppo tanti stereotipi da entrambe le parti contro cui bisogna lottare. Per
questo è importante l’informazione, e dare visibilità
al vero rapporto che esiste tra i nostri Paesi e i nostri Governi.
Il Messico, in
Italia, non è visto assolutamente come il primo socio in affari nell’America
Latina. Se lei chiede a dei cittadini di Cosenza o di Trento qual è il primo
socio dell’Italia in America Latina, il 95% risponderà che è il Brasile, il
4,5% che è l’Argentina; l’altro mezzo dirà che non lo sa; mentre è di gran
lunga il Messico. Pian piano, in sordina, abbiamo costruito questo rapporto
economico strategico per i vantaggi competitivi che ha il Messico. È l’economia
più aperta dell’America latina con la più larga la quantità di accordi di
libero scambio con 53 Paesi, perché è aperta agli investimenti stranieri,
perché è avvantaggiata dalla posizione geografica, dal nearshoring, ma anche dal
friendshoring, perché la qualità della forza lavoro messicana è straordinaria. È
formata da giovani con età media di 27 anni, con una buona formazione tecnica,
spesso con la conoscenza della lingua inglese. Il nearshoring e il
friendshoring fanno sì che il Messico sia difficile da battere a livello
internazionale come luogo, come destinazione di investimenti e di scambi
commerciali. Siamo di gran lunga la potenza manufatturiera dell’America Latina.
Il 42% dell’export di tutti i Paesi dell’America Latina è messicano. Tutti gli
altri Paesi insieme esportano il 58%.
Quale ruolo può avere CaMexItal
nel diffondere informazioni sul rapporto Messico Italia e sui vantaggi per le
imprese e per gli investitori italiani?
Credo che la Camera di
Commercio una volta che si è affermata, consolidata, abbia davanti altre sfide:
crescere, espandersi, perché la sede è a Roma, però l'Italia non è solo Roma.
Deve territorializzarsi e crescere anche a Milano che è la capitale economica
dell'Italia. Deve fornire servizi ai soci e ai non soci. Lei mi ha fatto delle
domande su come funziona il Messico dal punto di vista degli incentivi, delle
politiche fiscali, del lavoro. Ecco, la Camera di Commercio dovrebbe essere capace,
come lo fa l'Ambasciatore del Messico, di fornire queste informazioni e di dare
visibilità al rapporto Mexico Italia che è importantissimo, perché diversamente
si continuerà a credere che il Messico è
il Paese del sombrero, della birra, della spiaggia, del Tequila: lo siamo anche,
sì, perché abbiamo delle bellissime spiagge; anzi, abbiamo tra le più belle
spiagge del mondo; siamo un Paese dove si produce un ottimo distillato che sia
chiama Tequila che è una industria in
fortissima crescita; siamo un Paese che tratta il turista internazionale come
nessuno, ma siamo ben altro. Questo è il nostro lavoro, come Governo, e della
Camera di Commercio.
Le Commissioni Tecnologia, Agroalimentare
e Turismo di CaMexItal sono già attive. Quali altre verranno
costituite?
Sulle
commissioni la domanda va posta alla Camera di commercio, alla Presidente di
CaMexItal, la dottoressa Letizia Magaldi che è una brava presidente, una brava
imprenditrice, è giovane, e ha molto capito il Messico e lo segue in maniera
notevole.
Inoltre il
Gruppo Magaldi è forte in Messico dove sta facendo cose interessanti e dove sta
portando anche una nuova tecnologia cha ha brevettato, basata sull'energia termica ricavata dalla sabbia.
Riguardo alle
Commissioni, se eventualmente mi fosse chiesto quale altra commissione di
lavoro suggerirei, ne indicherei due: farmaceutica, perché il Messico e
l'Italia sono molto forti e complementari; e tessile abbigliamento moda. Credo
che su questi due settori il Messico e l’Italia debbano scambiare molto di più.
Quanto è importante il comparto
manifatturiero in Messico e in quali settori?
In ogni settore. La forza del
nostro rapporto commerciale è la manifattura. Esaminando nel dettaglio il
bilancio commerciale Messico Italia si vede che i due Paesi sono praticamente
catene integrate: ci aiutiamo a vicenda. Sono industrie che scambiano
tecnologie, macchinari, utensili, soluzioni industriali. L’Italia, va detto con
soddisfazione e con gratitudine, è stato un Paese chiave per far sì che il
Messico diventasse la potenza manifatturiera che è. L'Italia, sì, esporta
qualche cioccolatino in Messico, qualche cravatta, qualche scarpa, ma soprattutto
macchinari, tecnologie, utensili, soluzioni industriali che il Messico da anni
acquista e che ci hanno fatto diventare la potenza che siamo: tra i
dieci più grandi esportatori al mondo di manifatture.
Tutto questo proviene
dall’Italia?
Proviene dall’Italia e dalla
Germania che sono le potenze manifatturiere dell’Europa. Non proviene dalla Cina, né dagli
Stati Uniti, né dalla Spagna, né dal Regno Unito, né dalla Francia. L’Italia
e la Germania sono i Paesi che hanno aiutato il Messico a diventare una potenza
manifatturiera. Alcuni, ogni tanto, mi criticano perché promuovo l’export
italiano in Messico, mentre dicono che dovrei fare viceversa, cioè
promuovere l’export messicano in Italia. Lo promuovo pure, ma va riconosciuto
che l’export italiano è un export che aiuta a far sì che il Messico sia
esportatore. Abbiamo un deficit commerciale bilaterale con l’Italia, però
abbiamo un bilancio positivo favorevole globale. Vendiamo più di quanto
acquistiamo a livello globale perché siamo una potenza manifatturiera e lo siamo
grazie all’export italiano e tedesco.
Quali sono le ragioni storiche
per le quali il Messico e l’Italia per molto tempo non hanno avuto grandi relazioni?
Le ragioni sono dovute al fatto che l’emigrazione
italiana verso il continente americano non ha mai avuto come meta il Messico. Si
è diretta dal Canada fino al Cile in tutti i Paesi dell’America, e mi riferisco
all’America come continente e non come Stati Uniti, ma non in Messico. In
Messico sono arrivati tremila italiani nella storia.
Perché?
Perché il Messico ce l’aveva con
la Chiesa cattolica. Non ha avuto rapporti diplomatici con la Santa Sede fino
al 1992. Tra l’altro, cito un aneddoto, io sono stato il traduttore della
conversazione che hanno avuto Papa Giovanni Paolo II e il Presidente del
Messico Carlos Salinas de Gortari, il giorno in cui abbiamo ristabilito i
rapporti diplomatici tra il Messico e la Santa Sede.
Le relazioni diplomatiche con la Santa Sede sono mancate nonostante il Messico avesse, come ha tuttora, una popolazione a larghissima maggioranza cattolica?
Sì, ma una cosa è il Governo,
un’altra cosa è il popolo. Per questo motivo l’Italia ci ha sempre visto
lontani, diversi, strani. Non è stato facile riprendere le relazioni,
convincerci che eravamo i soci adatti, però ci siamo riusciti.
CaMexItal è
nata da una sua idea. Quali valutazioni ne hanno determinato l’origine?
L’idea sì, è
stata mia, ma nasce da una squadra professionale che l’ha costruita. Quando
andrò via da questo Paese, perché arriverà il giorno, se mi si chiederà di cosa
mi sento soddisfatto, forse tra le cose che potrei indicare c’è quella di avere
aiutato a creare la prima Camera di Commercio messicana in Italia nella storia.
L’idea è nata studiando un po’ il rapporto economico, aggiornandomi, perché
avevo fatto l’Addetto commerciale del Messico tanti anni fa. Prima di venire in
Italia, dopo una colazione con una quarantina di soci della Camera di Commercio
italiana a Città del Messico, mi sono chiesto perché esisteva solo la Camera di
Commercio italiana in Messico e non quella messicana in Italia, essendo le
nostre due economie così vicine, reciprocamente importanti. Poi, perché conosco
l’importanza del ruolo che giocano le Camere di Commercio in generale e poi in
Europa. Per questo mi è venuta l’idea.
In cosa si differenzia
CaMexItal rispetto ad altre Camere di Commercio?
Nella gioventù: è la più giovane
Camera di Commercio che esiste in Italia e forse è già una delle più forti che esistono in Italia fra le quaranta, credo, Camere di Commercio
estere. Si distingue per il fatto che in pochissimo tempo è
diventata una istituzione solida. Ormai ha un nome, e devo dire, anche un
prestigio; è molto attiva, dinamica, ben diretta. Questo la contraddistingue da
tante altre. Non si parla granché di altre Camere di Commercio estere in Italia.
Quella messicana, invece, sta occupando un ruolo importante.
Rappresenta dunque un modello
da esportare?
In tanti altri Pesi europei dove
il Messico è presente non esiste una Camera di Commercio. Mi pare che esista nel
Regno Unito, in Francia e in Spagna. Credo che dovrebbe essere presente in ogni
Paese europeo. Quelle tre Camere di Commercio, oltretutto, sono vecchie, poco
attive, come qualcuno mi ha fatto notare. Io faccio l’Ambasciatore del Messico
in Italia non in altri Paesi perciò non posso parlarne, però ho detto ad alcuni
colleghi ambasciatori del Messico in Europa, che se serve l’esempio, il modello
messicano in Italia è a disposizione.
Come è possibile che un Paese
come il Messico, con la sua economia, non abbia la sua Camera di Commercio in
tutti i Paesi?
Non ho la risposta a questa
domanda. Forse per mancanza di tempo, di volontà, di visione. Però spero che
con il nuovo governo in Messico si faccia di più su questo fronte.
Il governo messicano ha
apprezzato sicuramente moltissimo la costituzione di CaMexItal?
Non lo so. Lo spero. In ogni caso
la mia soddisfazione è che qui in Italia dà servizi e li dà bene e aiuta a
migliorare, a far crescere ed approfondire il rapporto bilaterale Messico
Italia. Questa è la mia soddisfazione.
Essendo il rapporto tra
Messico e Italia molto trasversale, CaMexItal contribuirà ad incrementare
scambi anche non strettamente di carattere economico commerciale?
CaMexItal curerà praticamente di
tutto: cultura, storia, arte. Lo statuto della Camera parla infatti di ogni
tipo di impresa. Ogni tipo di rapporto è importante e io stesso ho visto
attività della Camera che non hanno niente a che vedere con il commercio e gli
investimenti, ma riguardano la cultura, la gastronomia, l’arte, la scienza. Si
occupa di tutto, è trasversale.
Il bilancio di questo primo
periodo di attività è dunque più che positivo?
Non perfetto. Ci sono sempre delle
cose che si possono fare e migliorare. Nel bilancio, ecco, la parte politica è
basata su un rapporto affettuoso, favorevole - lo abbiamo visto quest’anno con
il 150° Anniversario delle Relazioni diplomatiche Messico Italia - però va detto che abbiamo necessità, convenienza, che a
livello politico si rispecchi di più quello che siamo capaci di fare sul fronte
economico. Abbiamo bisogno di un rapporto politico di più alto livello e più
frequente.
Attualmente com’è il rapporto
politico?
Buono, affettuosissimo. Incontro
in continuazione Ministri, mi ricevono, parlo con loro. Sono tutti simpatici e
cordiali, però è da tempo che un Ministro del Governo italiano non va in vista
in Messico; nessun Governatore italiano è mai stato in
Messico. Aiuterebbe le relazioni che un
Governatore di una delle venti Regioni italiane andasse in visita in Messico.
Come spiega questo fatto?
Credo che sia dovuto
a questa lontananza storica. Il Messico è visto come un Paese lontano perché
non ci sono gli italiani, pertanto si ritiene inutile andarci, e poi non ci
sono cittadini che votano.
Questo è il
peccato originale che abbiamo nel nostro rapporto bilaterale, che gli italiani
non sono andati a vivere in Messico nell’Ottocento. Questo non lo possiamo più
cambiare ma non è nemmeno più rilevante. Facciamo delle cose ben più importanti
adesso.
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