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9 Aug 2024

Bilancio molto positivo per CaMexItal, nata da un’idea dell’Ambasciatore Carlos Eugenio Garcìa de Alba Zepeda che ne è il presidente onorario

Bilancio molto positivo per CaMexItal, nata da un’idea dell’Ambasciatore Carlos Eugenio Garcìa de Alba Zepeda che ne è il presidente onorario

Author: Rita Sanvincenti / Friday, August 9, 2024 / Categories: News, Messico / Rate this article:
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Roma. Ambasciatore del Messico in Italia dal 2019, Carlos Eugenio Garcìa de Alba Zepeda, con una luminosa carriera diplomatica costellata da molti prestigiosi incarichi ed esperienze bilaterali, multilaterali e consolari in diversi Stati e organizzazioni internazionali, anche in ambito economico - ha svolto il ruolo di Incaricato d’Affari a.i. del Messico presso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), e quello di Addetto commerciale presso l’Ambasciata del Messico in Italia dal 1989 al 1993 - fino dall'insediamento, esattamente come aveva annunciato nel suo programma, ha operato in maniera particolarmente incisiva ed efficace per incrementare e dare un nuovo impulso alle relazioni tra il Messico e l’Italia, sia sul fronte diplomatico, sia su quello economico commerciale, sia su quello culturale, attraverso numerosissimi eventi ed iniziative di alto livello e di grande successo che si sono moltiplicate nel tempo e che hanno dato un enorme contributo alla conoscenza e alla divulgazione della cultura messicana in Italia attraverso l’arte, la musica, l’enogastronomia, il cinema, la letteratura. In occasione del 150° Anniversario delle relazioni diplomatiche tra Messico e Italia (1874-2024), l’Ambasciata ha presentato un ricco programma di attività commemorative e celebrative che si articola in sette assi: politico-parlamentare, economico-imprenditoriale, culturale, accademico, consolare, comunitario e sportivo.  Ad aggiungere valore e significato a questa ricorrenza che interessa e unisce i due Paesi, è la storica costituzione, a maggio del 2023, della prima Camera di Commercio del Messico in Italia, CaMexItal, presieduta da Letizia Magaldi, con la presidenza onoraria dell’Ambasciatore Carlos Eugenio Garcìa de Alba Zepeda, che ne è stato l’ideatore e il promotore. La missione dell’Ente è quella di favorire e contribuire a consolidare i rapporti economici, culturali, turistici, scientifici e accademici tra il Messico e l’Italia. Tra i suoi obiettivi c’è quello di “arricchire la conoscenza reciproca e cogliere le numerose opportunità comuni con approccio multidisciplinare, contribuendo ad allargare la comunità di imprenditori, investitori e operatori che già collaborano o che sono interessati a collaborare con il Messico”.

CaMexItal, segnata da una rapidissima crescita e da un’intensa attività, ad oggi annovera un centinaio di soci tra aziende italiane e messicane fra le quali si distinguono, solo per citarne alcune, Magaldi, Leonardo, Grupo Bimbo, Eni, Marcegaglia Carbon Steel, Campari Group, Ferrero, Italian Exhibition Group, Grupo Bimbo, Grupo Gruma, Brembo, Aeromexico, Los Danzantes, Alpha Yachts, ExilorLuxottica, Zoomarine, Meccanotecnica Umbra, Roadhouse.

 

Eccellenza, a distanza di poco più di un anno dalla storica costituzione, da lei fortemente voluta e promossa, della prima Camera di Commercio del Messico in Italia, CaMexItal, qual è il bilancio di questo primo periodo di attività?

La Camera di Commercio del Messico in Italia, CaMexItal, è una realtà. Il decreto di costituzione è stato firmato a maggio 2023 dal Ministro Adolfo Urso che l’ha trasformata da Associazione Economica Messico Italia, dopo aver seguito tutto il tragitto legale, in una vera e propria Camera di Commercio che fa parte della rete delle Camere di Commercio Estere e di Unioncamere. Il primo bilancio è positivo perché è nata, però devo dire che è un bilancio positivo doppio. Da una parte per la quantità: dalle 8 aziende che nel 2020, in mezzo al Covid, in maniera eroica, hanno creato questa Associazione, la non più esistente AEMI, siamo arrivati alle ormai 97 aziende che mi pare adesso appartengano alla Camera di Commercio. Beh, da 8 a 97 c’è una bella differenza e non è solo di quantità ma è anche di qualità. La tipologia di aziende, di individui che aderiscono è veramente notevole. Innanzitutto sono aziende di entrambi i Paesi. La maggioranza è formata, sì, da aziende italiane, ma non mancano quelle messicane che fanno scambi commerciali con l’Italia oppure investimenti, e che costituiscono una componente importante. Quindi c’è una crescita quantitativa ma anche qualitativa, perché fra quelle aziende che fanno parte di CaMexItal, ci sono nomi – non ne voglio fare uno in particolare – di tante grosse imprese italiane globali che le danno un valore aggiunto. Si deve poi parlare anche della cornice in cui è cresciuta, cioè dei rapporti economici bilaterali che sono in forte, sorprendente, continua crescita sia sul fronte commerciale che su quello produttivo. Gli scambi Messico Italia infatti stanno aumentando in maniera impressionante. Dal 2021 in poi la media di crescita è del 21% - che non è poco – e quest’anno, nel primo semestre, ha raggiunto il 28%. Credo che lo status quo dell’azione bilaterale molto favorevole e molto dinamica abbia aiutato la Camera a crescere in maniera più rapida sia quantitativamente che qualitativamente.

Lo sviluppo dei rapporti commerciali tra il Messico e l’Italia risente favorevolmente dell’Accordo Globale Messico-Unione Europea definito nel 2020 e dell’United States-Mexico-Canada Agreement (UMSCA) che, sempre nel 2020, ha sostituito il precedente  North American Free Trade Agreement (NAFTA)?

Sì, senz’altro. Il Messico è uno dei Paesi la cui economia è più aperta al mondo. Da quando siamo entrati nell’allora GATT, che ora è l’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC), l’economia messicana è stata aperta agli scambi commerciali e agli investimenti che per noi sono essenziali. Il nuovo Accordo Globale con l’Unione Europea è stato firmato ma non è ancora entrato ancora in vigore. Il Covid e altre circostanze non hanno aiutato a concludere. Non che non vogliamo. Nessuna delle due parti ha rinunciato, anzi, puntiamo a che nel 2025 con la nuova Commissione Europea e con il nuovo Governo messicano, perché entrambi stanno per cambiare le massime autorità, si riprendano non i negoziati che erano già conclusi, ma che si riesca a far sì che questo rinnovamento del vecchio accordo in atto dal 2000 con l’Unione Europea, che include altri capitoli riferiti al libero scambio, entri definitivamente in vigore. Questo aiuterà senz’altro entrambe le parti, nonostante che, va ripetuto, il Messico sia il primo socio commerciale dell’Unione Europea in America Latina. L’anno scorso abbiamo chiuso, se non sbaglio, a 77 miliardi di euro di scambi con l’Unione Europea. Siamo uno dei più importanti soci dell’UE fuori dell’Europa. Il nuovo NAFTA, UMSCA in inglese, T-MEC in spagnolo, decisamente ha dato un grande contributo perché non solo si è modernizzato, ma si è pure approfondito: da 22 si è passati a 38 capitoli che comprendono l’energia, la proprietà intellettuale, l’e-commerce, le industrie culturali, tanti settori che non facevano parte del vecchio NAFTA. Si sancisce così l’ulteriore integrazione delle tre economie del Nord America. Va infatti ricordato che il Messico fa parte del Nord America, non del Sud America né del Centro America, come spesso si sente dire in Italia. Questo nuovo accordo manda un messaggio chiaro all’imprenditore italiano: la porta di ingresso per le aziende italiane, per fare affari nuovi o rinnovarli con l’America del Nord, è il Messico.

Già in passato le aziende decidevano di insediarsi in Messico usufruendo pure del vantaggio di poter entrare più agevolmente anche nel mercato statunitense. È ancora così? Quali cambiamenti si sono registrati?

Questa dinamica prevale. Solo in questo anno, fino ad oggi, posso dire che la quantità di nuove aziende italiane che si avvicinano al Messico – e non tutte, ma diverse, lo fanno attraverso questa Ambasciata - è cresciuto tantissimo. È infatti questa la strada giusta da percorrere: entrare in Messico, che già di per sé è una economia importante, con un mercato interno consistente di 130 milioni di consumatori, ma che è anche il primo socio economico degli Stati Uniti a livello mondiale. Quindi, ripeto, chiunque in Italia vuole fare affari con gli Stati Uniti e con il Canada, la porta migliore è attraverso il Messico. Aggiungo: non sappiamo come andranno a finire le elezioni negli Stati Uniti a novembre. È un grosso interrogativo per tutti. In qualsiasi scenario, critico o meno critico, potrebbero manifestarsi delle tensioni commerciali con l’Unione Europea. Quindi, con questo grande dubbio, io consiglio ancora di più di entrare nel mercato degli Stati Uniti attraverso il Messico, perché nel caso in cui si imponessero dei dazi all’export europeo verso gli USA – anche se non credo in questa politica commerciale - ritengo che la porta migliore sia il Messico.

La costituzione di una società italiana in Messico è una operazione abbastanza snella rispetto a quanto avviene invece negli Stati Uniti?

I due Paesi sono federazioni: gli Stati Uniti hanno 50 Stati; noi ne abbiamo 32. In Messico ci sono delle differenze tra Stato e Stato, però in generale costituire una nuova azienda in Messico è abbastanza veloce e semplice perché anche le autorità svolgono un lavoro di accompagnamento, di facilitazione e di incentivazione alle imprese straniere. Negli Stati Uniti, che io sappia, questo avviene un po’ meno. In Messico ci sono più incentivi, forse perché noi abbiamo più bisogno di investimenti esteri rispetto agli USA. Inoltre da noi c’è un’autentica concorrenza fra 32 Stati perché ciascuno di essi vuole attirare investitori.

È necessaria la presenza di un socio locale per la costituzione di una nuova società in Messico da parte di una impresa italiana?

Questo non è un requisito, non è necessario avere un socio locale. Non c’è una politica speciale al riguardo, che potrebbe essere anche discriminatoria. Ci sono però dei settori regolati, come ad esempio l’aviazione commerciale. Non si può avere la proprietà di una linea aerea oltre il 50%: il massimo è 49%. Questo tipo di politica è applicato alle industrie considerate strategiche le quali hanno regole specifiche, ma non esiste una normativa per cui associandosi con un messicano si sia favoriti o si abbiano più incentivi. Tanti stranieri infatti investono direttamente senza soci messicani. Altri invece, e li capisco, mi dicono che vogliono andare in Messico e che preferiscono farlo con un socio locale, perché conosce il know how e il know, perché sa come sbrigarsi. Questo succede spesso, non perché vi sia una regola o una normativa specifica, ma per convenienza, per senso comune.

Quale conoscenza si ha in Italia dell’economia messicana?

Ci sono purtroppo tanti stereotipi da entrambe le parti contro cui bisogna lottare. Per questo è importante l’informazione, e dare visibilità al vero rapporto che esiste tra i nostri Paesi e i nostri Governi.

Il Messico, in Italia, non è visto assolutamente come il primo socio in affari nell’America Latina. Se lei chiede a dei cittadini di Cosenza o di Trento qual è il primo socio dell’Italia in America Latina, il 95% risponderà che è il Brasile, il 4,5% che è l’Argentina; l’altro mezzo dirà che non lo sa; mentre è di gran lunga il Messico. Pian piano, in sordina, abbiamo costruito questo rapporto economico strategico per i vantaggi competitivi che ha il Messico. È l’economia più aperta dell’America latina con la più larga la quantità di accordi di libero scambio con 53 Paesi, perché è aperta agli investimenti stranieri, perché è avvantaggiata dalla posizione geografica, dal nearshoring, ma anche dal friendshoring, perché la qualità della forza lavoro messicana è straordinaria. È formata da giovani con età media di 27 anni, con una buona formazione tecnica, spesso con la conoscenza della lingua inglese. Il nearshoring e il friendshoring fanno sì che il Messico sia difficile da battere a livello internazionale come luogo, come destinazione di investimenti e di scambi commerciali. Siamo di gran lunga la potenza manufatturiera dell’America Latina. Il 42% dell’export di tutti i Paesi dell’America Latina è messicano. Tutti gli altri Paesi insieme esportano il 58%.

 

Quale ruolo può avere CaMexItal nel diffondere informazioni sul rapporto Messico Italia e sui vantaggi per le imprese e per gli investitori italiani?

Credo che la Camera di Commercio una volta che si è affermata, consolidata, abbia davanti altre sfide: crescere, espandersi, perché la sede è a Roma, però l'Italia non è solo Roma. Deve territorializzarsi e crescere anche a Milano che è la capitale economica dell'Italia. Deve fornire servizi ai soci e ai non soci. Lei mi ha fatto delle domande su come funziona il Messico dal punto di vista degli incentivi, delle politiche fiscali, del lavoro. Ecco, la Camera di Commercio dovrebbe essere capace, come lo fa l'Ambasciatore del Messico, di fornire queste informazioni e di dare visibilità al rapporto Mexico Italia che è importantissimo, perché diversamente  si continuerà a credere che il Messico è il Paese del sombrero, della birra, della spiaggia, del Tequila: lo siamo anche, sì, perché abbiamo delle bellissime spiagge; anzi, abbiamo tra le più belle spiagge del mondo; siamo un Paese dove si produce un ottimo distillato che sia chiama  Tequila che è una industria in fortissima crescita; siamo un Paese che tratta il turista internazionale come nessuno, ma siamo ben altro. Questo è il nostro lavoro, come Governo, e della Camera di Commercio.

Le Commissioni Tecnologia, Agroalimentare e Turismo di CaMexItal sono già attive. Quali altre verranno costituite? 

Sulle commissioni la domanda va posta alla Camera di commercio, alla Presidente di CaMexItal, la dottoressa Letizia Magaldi che è una brava presidente, una brava imprenditrice, è giovane, e ha molto capito il Messico e lo segue in maniera notevole.

Inoltre il Gruppo Magaldi è forte in Messico dove sta facendo cose interessanti e dove sta portando anche una nuova tecnologia cha ha brevettato, basata sull'energia termica ricavata dalla sabbia.

Riguardo alle Commissioni, se eventualmente mi fosse chiesto quale altra commissione di lavoro suggerirei, ne indicherei due: farmaceutica, perché il Messico e l'Italia sono molto forti e complementari; e tessile abbigliamento moda. Credo che su questi due settori il Messico e l’Italia debbano scambiare molto di più.

 

Quanto è importante il comparto manifatturiero in Messico e in quali settori?

In ogni settore. La forza del nostro rapporto commerciale è la manifattura. Esaminando nel dettaglio il bilancio commerciale Messico Italia si vede che i due Paesi sono praticamente catene integrate: ci aiutiamo a vicenda. Sono industrie che scambiano tecnologie, macchinari, utensili, soluzioni industriali. L’Italia, va detto con soddisfazione e con gratitudine, è stato un Paese chiave per far sì che il Messico diventasse la potenza manifatturiera che è. L'Italia, sì, esporta qualche cioccolatino in Messico, qualche cravatta, qualche scarpa, ma soprattutto macchinari, tecnologie, utensili, soluzioni industriali che il Messico da anni acquista e che ci hanno fatto diventare la potenza che siamo: tra i dieci più grandi esportatori al mondo di manifatture.

Tutto questo proviene dall’Italia?

Proviene dall’Italia e dalla Germania che sono le potenze manifatturiere dell’Europa. Non proviene dalla Cina, né dagli Stati Uniti, né dalla Spagna, né dal Regno Unito, né dalla Francia. L’Italia e la Germania sono i Paesi che hanno aiutato il Messico a diventare una potenza manifatturiera. Alcuni, ogni tanto, mi criticano perché promuovo l’export italiano in Messico, mentre dicono che dovrei fare viceversa, cioè promuovere l’export messicano in Italia. Lo promuovo pure, ma va riconosciuto che l’export italiano è un export che aiuta a far sì che il Messico sia esportatore. Abbiamo un deficit commerciale bilaterale con l’Italia, però abbiamo un bilancio positivo favorevole globale. Vendiamo più di quanto acquistiamo a livello globale perché siamo una potenza manifatturiera e lo siamo grazie all’export italiano e tedesco.

Quali sono le ragioni storiche per le quali il Messico e l’Italia per molto tempo non hanno avuto grandi relazioni?

Le ragioni sono dovute al fatto che l’emigrazione italiana verso il continente americano non ha mai avuto come meta il Messico. Si è diretta dal Canada fino al Cile in tutti i Paesi dell’America, e mi riferisco all’America come continente e non come Stati Uniti, ma non in Messico. In Messico sono arrivati tremila italiani nella storia.

Perché?

Perché il Messico ce l’aveva con la Chiesa cattolica. Non ha avuto rapporti diplomatici con la Santa Sede fino al 1992. Tra l’altro, cito un aneddoto, io sono stato il traduttore della conversazione che hanno avuto Papa Giovanni Paolo II e il Presidente del Messico Carlos Salinas de Gortari, il giorno in cui abbiamo ristabilito i rapporti diplomatici tra il Messico e la Santa Sede.

Le relazioni diplomatiche con la Santa Sede sono mancate nonostante il Messico avesse, come ha tuttora, una popolazione a larghissima maggioranza cattolica?

Sì, ma una cosa è il Governo, un’altra cosa è il popolo. Per questo motivo l’Italia ci ha sempre visto lontani, diversi, strani. Non è stato facile riprendere le relazioni, convincerci che eravamo i soci adatti, però ci siamo riusciti.

CaMexItal è nata da una sua idea. Quali valutazioni ne hanno determinato l’origine?


L’idea sì, è stata mia, ma nasce da una squadra professionale che l’ha costruita. Quando andrò via da questo Paese, perché arriverà il giorno, se mi si chiederà di cosa mi sento soddisfatto, forse tra le cose che potrei indicare c’è quella di avere aiutato a creare la prima Camera di Commercio messicana in Italia nella storia. L’idea è nata studiando un po’ il rapporto economico, aggiornandomi, perché avevo fatto l’Addetto commerciale del Messico tanti anni fa. Prima di venire in Italia, dopo una colazione con una quarantina di soci della Camera di Commercio italiana a Città del Messico, mi sono chiesto perché esisteva solo la Camera di Commercio italiana in Messico e non quella messicana in Italia, essendo le nostre due economie così vicine, reciprocamente importanti. Poi, perché conosco l’importanza del ruolo che giocano le Camere di Commercio in generale e poi in Europa. Per questo mi è venuta l’idea.

 

In cosa si differenzia CaMexItal rispetto ad altre Camere di Commercio?

Nella gioventù: è la più giovane Camera di Commercio che esiste in Italia e forse è già una delle più forti che esistono in Italia fra le quaranta, credo, Camere di Commercio estere. Si distingue per il fatto che in pochissimo tempo è diventata una istituzione solida. Ormai ha un nome, e devo dire, anche un prestigio; è molto attiva, dinamica, ben diretta. Questo la contraddistingue da tante altre. Non si parla granché di altre Camere di Commercio estere in Italia. Quella messicana, invece, sta occupando un ruolo importante.

Rappresenta dunque un modello da esportare?

In tanti altri Pesi europei dove il Messico è presente non esiste una Camera di Commercio. Mi pare che esista nel Regno Unito, in Francia e in Spagna. Credo che dovrebbe essere presente in ogni Paese europeo. Quelle tre Camere di Commercio, oltretutto, sono vecchie, poco attive, come qualcuno mi ha fatto notare. Io faccio l’Ambasciatore del Messico in Italia non in altri Paesi perciò non posso parlarne, però ho detto ad alcuni colleghi ambasciatori del Messico in Europa, che se serve l’esempio, il modello messicano in Italia è a disposizione.

Come è possibile che un Paese come il Messico, con la sua economia, non abbia la sua Camera di Commercio in tutti i Paesi?

Non ho la risposta a questa domanda. Forse per mancanza di tempo, di volontà, di visione. Però spero che con il nuovo governo in Messico si faccia di più su questo fronte.

Il governo messicano ha apprezzato sicuramente moltissimo la costituzione di CaMexItal?

Non lo so. Lo spero. In ogni caso la mia soddisfazione è che qui in Italia dà servizi e li dà bene e aiuta a migliorare, a far crescere ed approfondire il rapporto bilaterale Messico Italia. Questa è la mia soddisfazione.

Essendo il rapporto tra Messico e Italia molto trasversale, CaMexItal contribuirà ad incrementare scambi anche non strettamente di carattere economico commerciale?

CaMexItal curerà praticamente di tutto: cultura, storia, arte. Lo statuto della Camera parla infatti di ogni tipo di impresa. Ogni tipo di rapporto è importante e io stesso ho visto attività della Camera che non hanno niente a che vedere con il commercio e gli investimenti, ma riguardano la cultura, la gastronomia, l’arte, la scienza. Si occupa di tutto, è trasversale.

Il bilancio di questo primo periodo di attività è dunque più che positivo?

Non perfetto. Ci sono sempre delle cose che si possono fare e migliorare. Nel bilancio, ecco, la parte politica è basata su un rapporto affettuoso, favorevole - lo abbiamo visto quest’anno con il 150° Anniversario delle Relazioni diplomatiche Messico Italia  - però va detto che abbiamo necessità, convenienza, che a livello politico si rispecchi di più quello che siamo capaci di fare sul fronte economico. Abbiamo bisogno di un rapporto politico di più alto livello e più frequente.

Attualmente com’è il rapporto politico?

Buono, affettuosissimo. Incontro in continuazione Ministri, mi ricevono, parlo con loro. Sono tutti simpatici e cordiali, però è da tempo che un Ministro del Governo italiano non va in vista in Messico; nessun Governatore italiano è mai stato in Messico. Aiuterebbe le relazioni che un Governatore di una delle venti Regioni italiane andasse in visita  in Messico.

Come spiega questo fatto?

Credo che sia dovuto a questa lontananza storica. Il Messico è visto come un Paese lontano perché non ci sono gli italiani, pertanto si ritiene inutile andarci, e poi non ci sono cittadini che votano.

Questo è il peccato originale che abbiamo nel nostro rapporto bilaterale, che gli italiani non sono andati a vivere in Messico nell’Ottocento. Questo non lo possiamo più cambiare ma non è nemmeno più rilevante. Facciamo delle cose ben più importanti adesso.

 

 

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