“Ci auguriamo che già entro la fine dell’anno ci sia
una ripartenza, una sorta di giro di boa – dichiara Gregorio Bongiorno (38
anni) da due mesi alla presidenza di Confindustria Trapani - soprattutto sotto
l’aspetto degli appalti pubblici in quanto, comunque vada, è noto il fatto che
nella nostra regione servono infrastrutture”. Imprenditore lui stesso
nel
settore dei rifiuti, dell’edilizia
e del turismo, Bongiorno, che vive e lavora a Castellammare del Golfo, ha
ricoperto la carica di Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, per poi
affiancare, negli ultimi cinque anni, il suo predecessore Davide Durante, nel
ruolo di Vicario. Il
neo Presidente si mantiene in linea con le dichiarazioni di inizio mandato,
ovvero che “l’imprenditore per antonomasia non può farsi scoraggiare, deve
prima di tutto credere che una via d’uscita ci sia e deve credere che questa
debba essere cercata e non attesa invano”. L’Associazione
degli Industriali della Provincia di Trapani, che fa parte del sistema Confindustria
Sicilia, registra al primo posto delle categorie merceologiche, secondo i dati
ufficiali, il settore edilizia ed energetico ambientale con il 15,3% delle
imprese iscritte. Al secondo posto si trova il terziario avanzato (13%), mentre
al terzo posto (10,9%), l’agroalimentare e il metalmeccanico. Rappresentano il
6,5% degli associati, le aziende del settore enologico, che si trovano al
quarto posto; al quinto, con una presenza del 4,3%, le imprese di installatori
e di trasporti - logistica. Infine, il 2,2% è costituito dalle aziende del
settore, marmo, credito - finanza – assicurazioni, servizi aziendali, materie
plastiche, grafica-cartotecnica-editoriale, tecnologia e informatica,
viaggi-turismo, e varie. Secondo dati ufficiali, aggiornati a fine 2011 e forniti
da 160 aziende delle 220 allora associate, il numero dei dipendenti risulta
complessivamente 4345.
Presidente, in che misura Confindustria Trapani riflette la presenza
industriale nella provincia?
All’interno della nostra
associazione abbiamo aziende di diversi settori che non fanno altro che
rispecchiare quella che è la presenza degli stessi settori in tutta la nostra
provincia. Abbiamo aziende di eccellenza nei settori agroalimentare ed enologico;
quello del marmo è molto rilevante a livello nazionale ed europeo. E’ inoltre
molto significativo, sia nella provincia che all’interno dell’Associazione, il
comparto turistico sul quale sicuramente si dovrà lavorare molto. E’ un settore che mi piace definire
come una sorta di “bufalo imbufalito”, nel senso che va “domato”, indirizzato,
perché in questo momento si muove in maniera molto confusa. In alcuni casi è
caratterizzato da iniziative singole che stentano a partire perché non inserite
in una logica di cooperazione e di gestione di affari comuni, come potrebbero
essere ad esempio, delle società consortili create per la vendita del prodotto
“turismo Trapani”.
Le imprese dei settori più forti che lei ha citato, lavorano
prevalentemente sul mercato nazionale
o anche sull’estero?
Anche sull’estero, perché hanno
capito che a causa della crisi, che ha comportato una riduzione dei consumi
soprattutto all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, dovevano colmare questo
gap, questa riduzione dei ricavi, trasferendo le loro vendite soprattutto fuori
dall’Europa. Hanno ottenuto ottimi risultati, sia in termini economici, sia anche
perché sono riusciti a far apprezzare i nostri prodotti anche fuori dai confini
nazionali.
Qual è invece il settore più
problematico in questo momento?
Uno dei settori che in questo
momento sta soffrendo di più è sicuramente quello dell’edilizia, sia quella
privata che quella pubblica. L’edilizia pubblica è in grande difficoltà per
ovvie ragioni di azzeramento - più che riduzione - degli appalti pubblici,
perché in questo momento non vi sono investimenti, se non pochissimi, in
infrastrutture. L’edilizia privata lo è per diverse ragioni: in primis per la riduzione del reddito e
quindi di capacità di spesa delle famiglie, con la conseguente riduzione delle
possibilità di accedere ad un mutuo, che è sempre più problematico ottenere.
In questo quadro negativo, lei fa però notare, che la grande necessità
di infrastrutture in Sicilia potrà determinare una ripresa …
Ce lo auguriamo. Normalmente le
infrastrutture vengono realizzate dallo Stato, la parte pubblica, che attraverso
le concessioni, le dà in appalto ad imprenditori privati. Tra l’altro, pare che
parte dei finanziamenti regionali trasferiti dall’Unione Europea si tradurranno
in investimenti della Regione Siciliana in infrastrutture.
Quali interventi potrebbe mettere in atto la Regione?
Potrebbe intervenire sul rinnovamento
delle linee ferroviarie.
Per quanto riguarda la portualità
sarebbe necessario completare le banchine, dragare il porto, aumentare i
fondali per consentire a navi più grandi di arrivare a Trapani.
Per quanto riguarda le aziende che sono in difficoltà, qual è la
situazione adesso?
Le aziende in difficoltà sono
tante, ma occorre fare una distinzione tra quelle che, comunque vada, possano
risorgere e quelle che sono invece in difficoltà cronica, che ormai non hanno
nessuna possibilità di guarigione. Il tasso di mortalità, che anche la camera
di Commercio ci fornisce, è superiore agli anni passati, quando nascevano più
nuove aziende rispetto a quelle che chiudevano. Oggi non è più così.
Esiste un piano di intervento di Confindustria Trapani per sostenere le
imprese?
Quello che stiamo cercando di
fare è assistere le aziende, in un momento così critico, soprattutto quando le difficoltà
nascono da una lungaggine burocratica o dall’inefficienza della pubblica amministrazione, come ad
esempio per il rilascio di autorizzazioni, o di tutta una serie di
problematiche che bloccano l’attività delle aziende. Oltre a questo, che rientra
nel nostro ruolo, cerchiamo di fare le nostre proposte per sostenere iniziative
o idee che derivano da altri, lavorando su una “ricetta” per lo sviluppo di
questa nostra provincia. Una ricetta che non può prescindere sicuramente dal
turismo, dal porto di Trapani, e da un sistema di opportunità che può
riguardare anche altri comuni della nostra provincia, nell’ottica della
riqualificazione dell’offerta turistica.
L’obiettivo è quello di un turismo di livello superiore?
Direi innanzitutto di una buona
offerta turistica, soprattutto sotto l’aspetto e
il rapporto qualità-prezzo. Oggi, secondo i dati che sono emersi da un convegno
organizzato da Confindustria Sicilia, il turista arriva da noi, in Sicilia in
quanto meta balneare e, solo in seconda battuta, in quanto meta culturale., Altrove le bellezze naturali che sono
un’attrattiva per il turista che cerca il mare, forse, in alcuni casi, possono
essere migliori di quelle della Sicilia. I competitors
iniziano a crescere. Ciò detto, o iniziamo a pensare ad una idea di
sviluppo turistico, oppure perderemo presenze a discapito di altre
località balneari altrettanto
belle, forse anche più belle di quelle della nostra Sicilia. Il nostro
“vacanziere d’agosto” purtroppo viene solo per fare il bagno e prendere il
sole.
Vi sono dei progetti precisi per il settore turistico?
Ci stiamo lavorando e, come
Confindustria Trapani, siamo stati i fondatori del distretto turistico e lo
stiamo assistendo in pieno. E’ un contenitore, o
meglio un tavolo intorno al quale parte pubblica e parte privata si possono
incontrare per dialogare in un ambiente più sereno, meno di scontro e
soprattutto fattivo. Il distretto diventa anche un momento di riflessione su
quelle che possono essere le strategie comuni fra operatori privati e parte
pubblica. Tra l’altro a giorno scadrà il bando emanato dalla Regione Siciliana
e il nostro distretto vi parteciperà.
Bando relativo a che cosa?
Alla finanza agevolata,
dell’Unione Europea, su fondi comunitari tesi alla riqualificazione turistica,
alla informatizzazione con applicazioni di ultima generazione, tali da essere utilizzate
dai turisti per avere tutte le informazioni necessarie. La strada da percorrere è anche quella
di riqualificare il territorio con tutta una serie di servizi rivolti al turista.
Copyright 2013 aurorainternationaljournal.com - Aurora The World Wide Interactive Journal
Vietata la riproduzione anche parziale dei presenti contenuti