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14 Jan 2025

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13 Jan 2025

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11 Jan 2025

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Il World Wide Fund for Nature indica le cause e gli effetti drammatici dell’anno più caldo mai registrato confermato dal Copernicus Global Climate Highlights Report 2024: “grave siccità colpa dell’azione umana, dal cambiamento climatico alla cattiva gestione delle risorse idriche e del territorio. Allevamento e agricoltura i settori più colpiti. Nel 2024 nell’isola ci sono stati ben 1.288 incendi contro i 509 del 2023”.

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Siria, Tajani: “la prima cosa che a noi interessa è la tutela dei nostri connazionali”

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Tra le priorità, enunciate dal Vice Ministro, la tutela delle minoranze a cominciare da quelle cristiane “in grado di sostenere la stabilità e l'equilibrio in quella regione”, che non vengano attaccate le sedi diplomatiche, una “transizione politica e non militare”, evitare un collasso migratorio. “Seguiamo con grande attenzione, ma anche con preoccupazione, tutto ciò che succede”.

Author: Redazione Aurora/Sunday, December 8, 2024/Categories: News

Il Ministro Tajani ha presieduto nuovamente questa mattina una riunione di emergenza sulla situazione in Siria con gli Ambasciatori d’Italia nei Paesi del Medio Oriente a seguito della presa di Damasco da parte dei gruppi ribelli. In particolare, Tajani ha ricevuto dall’Ambasciatore d’Italia a Damasco Stefano Ravagnan, informazioni aggiornate sulla situazione del personale italiano e dei connazionali ancora presenti nel Paese. “Ringrazio l’Ambasciatore Ravagnan per l’attività di assistenza dei connazionali e per i costanti e precisi aggiornamenti che riceviamo puntualmente e che vengono condivisi anche con il Presidente del Consiglio e con il Ministro della Difesa”, ha affermato il Ministro Tajani in una nota.

A margine della riunione, il Ministro ha avuto anche un colloquio telefonico con il Ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, al quale è stata ribadita la richiesta di garantire l’incolumità dei cittadini italiani, la tutela dei cristiani e delle altre minoranze. Fidan ha espresso apprezzamento per la presenza diplomatica italiana a Damasco e ribadito la disponibilità turca a collaborare anche con l’Italia per garantire la stabilità del Medio Oriente e preservare l’unità della Siria.

“Stamattina un gruppo armato è entrato nel giardino della residenza dell’Ambasciatore d’Italia. Non c’è stata violenza né nei confronti dell’Ambasciatore né dei Carabinieri”, ha dichiarato, sulla situazione a Damasco, il Vice Presidente del Consiglio in un punto stampa a margine della riunione. “Hanno portato via soltanto tre automobili e tutto è finito lì. Sono stati per qualche tempo nel giardino. Evidentemente volevano verificare se c’erano i militari di Assad e se c’era della documentazione particolare”. Il Ministro ha in seguito precisato che i miliziani “hanno sparato dei colpi d'arma da fuoco contro un muro ma era più un segno di giubilo che altro”. Tajani ha confermato che, sia l’Ambasciatore che i Carabinieri, “ora sono al sicuro fuori dalla residenza dell'Ambasciata e continuano a lavorare da remoto. Quindi la situazione è completamente sotto controllo”. Riferendosi agi italiani presenti nel Paese, ha aggiunto: “Questa notte un gruppo di circa quindici nostri connazionali ha valicato la frontiera Siria-Libano con il sostegno della nostra Ambasciata a Beirut e sono riusciti a entrare in Libano. Adesso sono sistemati in abitazioni e in conventi, a Beirut. Ieri, altri, erano arrivati in Giordania”, ha affermato, assicurando che non ci sono ulteriori richieste da parte di italiani intenzionati a lasciare il Paese in quanto molti di essi sono coniugati con siriani o siriane e che “il consiglio che ha dato l’Ambasciata è quello di rimanere a casa”. Relativamente a coloro che si trovano ad Aleppo, il Ministro ha reso noto che “sono in questo momento tranquilli perché la situazione è calma. Quelli che sono a Damasco che volevano lasciare la città, lo hanno fatto; quelli che volevano rimanere, sono rimasti e sono in casa. Naturalmente siamo pronti a fare tutto ciò che serve se i nostri connazionali dovessero essere in pericolo e dovessero essere aiutati a lasciare la Siria, ma in questo momento non abbiamo richieste.  L'Unità di Crisi opera ventiquattro ore su ventiquattro e anche durante la nottata è stata in contatto con la nostra ambasciata a Beirut per l'aiuto ai connazionali che faticavano a superare la frontiera. Erano rimasti in una zona grigia e grazie al lavoro della nostra Ambasciata a Beirut siamo riusciti a farli arrivare. Sono adesso tutti al sicuro.  Per quanto riguarda la situazione politica - precisa Tajani - noi auspichiamo un passaggio di consegne tra il regime che è caduto e la nuova realtà, che sia pacifico, che ci sia una transizione politica e non militare. Mi pare che in questo momento le cose vadano in questa direzione. È importante che rimanga l'unità politica della Siria – ha sottolineato - ed è importante altresì, è l'appello che noi lanciamo, che non vengano attaccate le minoranze, a cominciare da quella cristiana, e che non vengano attaccate le sedi diplomatiche. Ho parlato a lungo anche con Il Nunzio Apostolico a Damasco, proprio delle minoranze cristiane”. Il Ministro ha riferito che alcuni vescovi stanno parlando con gli insorti e che “i messaggi che mi ha dato il Nunzio sono abbastanza positivi. Ripeto, per noi questa rimane una delle priorità, insieme alla tutela, ovviamente, dei nostri connazionali”. In merito alle iniziative che verranno intraprese, ha dichiarato: “continua il confronto costante con i nostri alleati del G7 di cui noi abbiamo la presidenza e non è escluso che possa esserci un documento unitario dell’Unione Europea, un documento a 27, nelle prossime ore. Stiamo lavorando per avere delle posizioni univoche e una strategia che porti alla stabilità della regione. Certamente la situazione in Siria porterà dei cambiamenti. Seguiamo con grande attenzione, ma anche con preoccupazione, tutto ciò che succede, perché dopo la Palestina, il Libano e ora la Siria, ci auguriamo che non ci sia una escalation. Naturalmente ho informato il Presidente del Consiglio di tutto ciò che sta accadendo, nei minimi dettagli”. Tajani ha affermato di essere “in contatto, fino dalle prime ore di oggi, con il Ministro della Difesa Crosetto, per seguire insieme l’evolversi della situazione”, mentre “l'Unità di Crisi continua a lavorare in sintonia e in collaborazione con l'Ambasciatore a Damasco che adesso è fuori sede, in sicurezza, però continua a lavorare per tutelare i nostri connazionali, e anche con i Consolati che abbiamo e con una ventina di italiani iscritti all’A.I.R.E.”. Al momento, da tutti i fronti, Tajani ha avuto rassicurazione che “è tutto tranquillo”.

Sui possibili scenari che si prospettano per Damasco, il titolare della Farnesina risponde: “Mi pare che sia ancora poco chiaro chi alla fine avrà la gestione della Siria, perché non è una forza unitaria, ma sono più forze. Adesso vedremo se sarà possibile parlare con le nuove forze che arrivano, innanzitutto per tutelare i nostri concittadini. In questo momento, prima di qualsiasi altra cosa, ci preoccupiamo di garantire l'incolumità di tutti gli italiani che sono presenti in Siria, ivi compreso l'Ambasciatore, i Carabinieri e i contrattisti italiani che lavorano all'interno della nostra sede diplomatica. Poi vedremo cosa accadrà e quale sarà la situazione. Ci muoveremo in sintonia anche con i nostri interlocutori. È una situazione in continuo movimento. Noi continuiamo a monitorare la situazione con tutte le nostre ambasciate e naturalmente con Palazzo Chigi e con il Ministero della Difesa. Ripeto: il primo obiettivo anche nei contatti, nei colloqui che ci sono, formali e informali, la prima cosa che a noi interessa – ribadisce - è la tutela dei nostri connazionali. Dopo parleremo dell'assetto della Siria, della stabilità della Siria, ma prima i nostri connazionali. Naturalmente seguiamo anche la vicenda dei Cristiani perché la presenza cristiana in Medio Oriente non è soltanto una difesa di una minoranza ma è anche difesa di una minoranza in grado di sostenere la stabilità e l'equilibrio in quella regione”.

Sulla definitiva caduta del regime di Assad, “mi pare che non esista più – dichiara - mi pare difficile che ci possa essere una reazione: ci sarebbe stata prima”, “credo che la sconfitta del regime sia chiara”, e sottolinea l’importanza dell’unità e della stabilità della Siria.

“Seguiamo con grande preoccupazione la situazione augurandoci che non ci sia un peggioramento del clima e che si possa avere una situazione, nel giro di poco tempo, stabile e non cruenta. Fortunatamente in questo momento non c'è una guerra civile” dichiara il Ministro che indica la necessità di evitare un collasso migratorio “noi dobbiamo far sì che la popolazione civile non abbia ricadute negative da una guerra che ha già provocato troppi morti”.  

 

 

Crediti foto: Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

 

 

 

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