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A Padula scoperta una importante necropoli databile al V-IV sec. a.C.

A Padula scoperta una importante necropoli databile al V-IV sec. a.C.

Recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli circa 200 reperti archeologici di elevata rilevanza storico-archeologica, del valore di oltre un milione di euro. Tra i beni recuperati si trova una preziosa tegola in terracotta con una incisione raffigurante un uomo a cavallo, definita dagli archeologhi un “unicum”.

Author: Redazione Aurora/Wednesday, February 5, 2025/Categories: News, Art

Un’ampia necropoli databile al V-IV secolo a. C. è stata scoperta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, che, nel corso di mirati servizi di monitoraggio del territorio, sono intervenuti su un’area di cantiere a Padula, nelle vicinanze della Certosa di San Lorenzo, dove erano affiorati manufatti archeologici. La necropoli è caratterizzata da un complesso di tombe a cappuccina, a fossa e a incinerazione, molte delle quali ancora integre, con all’interno ricchi corredi funerari, tra cui vasellame di pregio policromo, parte del quale probabilmente decorato del famoso ceramografo greco Assteas, attivo a Paestum intorno al 350-330 a.C.. Su tutta l’area, immediatamente posta sotto sequestro, a seguito di un primo intervento scientifico sono stati recuperati circa 200 reperti di elevata rilevanza storico-archeologica, del valore di oltre un milione di euro. Tra i beni rinvenuti si trovano crateri, lekythos, lebete e pelike a figure rosse, piatti e skiphos a vernice nera, stamnos, unguentari, ollette, guttus, lucerne, armi, elementi in piombo costituenti 2 spiedi completi di tripode (utilizzati per il rito funebre), fibule, un cinturone in bronzo da guerriero, monete, tutti oggetti facenti parte dei corredi funerari delle antiche sepolture. Nel corso dello scavo scientifico di una delle tombe è stata inoltre recuperata una preziosa tegola in terracotta con una particolare incisione raffigurante un uomo a cavallo, definita dagli archeologhi un “unicum” tra i reperti archeologici rinvenuti nella zona del Vallo di Diano, che pertanto sarà presto oggetto di mirate e approfondite analisi.


Crediti foto: Comando Carabinieri TPC.


Nella zona in questione non erano mai state segnalate evidenze archeologiche, per cui sul sito non risultano vincoli culturali. Tuttavia, nel corso delle attività edili sono affiorati frammenti archeologici appartenenti ad antiche sepolture su gran parte dell’area di cantiere, lasciando scorgere in sezione, all’interno dello scavo, la presenza di numerose tombe cosiddette “alla cappuccina”, parzialmente distrutte dall’attività dei mezzi meccanici.

L’area interessata è stata, dunque, sottoposta a sequestro preventivo su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, al fine di impedire l’ulteriore distruzione delle evidenze archeologiche e di consentire alla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino lo studio e l’esame delle sepolture danneggiate e parzialmente visibili.

Crediti foto: Comando Carabinieri TPC.


Nella circostanza sono state denunciate all’autorità giudiziaria lagonegrese quattro persone, rispettivamente proprietario del fondo e committente dei lavori, amministratori dell’impresa esecutrice delle opere e direttore dei lavori, per i reati di concorso nel danneggiamento e distruzione di manufatti archeologici, nonché omessa denuncia alle competenti autorità di tutela.

Come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Lagonegro, la Soprintendenza di Salerno ha intrapreso le previste attività di verifica e scavo stratigrafico sull’area in sequestro, rilevando la presenza di circa 20 antiche sepolture, tra quelle parzialmente distrutte e visibili in sezione, ed altre emerse nel corso delle attività.

Il materiale recuperato nonché l’intera area ancora in sequestro saranno sicuramente oggetto di ulteriori indagini scientifiche da parte della competente Soprintendenza, in collaborazione con la Procura di Lagonegro e il Nucleo TPC di Napoli, al fine di verificare l’esatta consistenza dei danni arrecati al sito e di accertare l’esatta estensione della necropoli scoperta, attualmente sottoposta ad attenta attività di controllo e vigilanza da parte dell’Arma territoriale di Salerno e Sala Consilina. 

 

Crediti foto in primo piano: Comando Carabinieri TPC.

 

 

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