Si sono
conclusi a Su Gologone (NU) i lavori della Conference on Large Research
Infrastructures. Synergies and Impact on Science and Society, un evento di
rilievo internazionale promosso dal Ministero dell'Università e della Ricerca
(MUR) in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)
nell’ambito della Presidenza Italiana del G7, cui ha preso parte l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(INGV).
La Conferenza
ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sul contributo delle
grandi infrastrutture di ricerca allo sviluppo scientifico e sul loro impatto
sociale, economico e geopolitico. Tra i temi discussi, si legge in una nota di
INGV, un’attenzione particolare è stata rivolta alla candidatura della Sardegna
come sito ospitante per l’Einstein
Telescope (ET), il futuro rivelatore di onde gravitazionali europeo. Sos
Enattos e l'area circostante potrebbero infatti trasformarsi non solo nel
centro principale della ricerca italiana sulle onde gravitazionali con il
progetto ET, ma anche in un luogo perfetto per accogliere scienziati e
tecnologie dedicati a esaminare i misteri ancora inesplorati dell'interno della
Terra.
I lavori sono
stati introdotti dai saluti e dagli interventi istituzionali del Ministro
dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, della Presidente della
Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, del Presidente dell’INFN,
Antonio Zoccoli, della Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR),
Maria Chiara Carrozza, del rappresentante dell’Organization for Economic
Co-operation and Development (OECD), Carthage Smith, e dei delegati dei Paesi
del G7.
I sismologi
dell’INGV Marco Olivieri e Carlo Giunchi durante i lavori della Conferenza
sulle grandi infrastrutture di ricerca organizzata nell’ambito della Presidenza
Italiana del G7. Crediti: INGV.
L’INGV riveste,
per ET, un ruolo di prim'ordine nella caratterizzazione geofisica del sito e,
viceversa, la Sardegna ha rappresentato un forte stimolo per la nascita in seno
all’Istituto del programma di ricerca Earth Telescope, un progetto ambizioso e
interdisciplinare che mira a rispondere a quesiti fondamentali sulla dinamica e
sulla struttura del nostro Pianeta, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e
metodologie di analisi che permettano di studiare i fenomeni geologici su scale
spazio-temporali diverse.
Questo
programma ha visto nel mese di settembre il lancio di una call rivolta agli
scienziati di tutto il mondo. L’obiettivo è un salto di qualità nella
pianificazione della ricerca geofisica per dare risposta alle grandi open
question come, ad esempio, il ruolo dello strato più superficiale del mantello
terrestre, l’astenosfera, nella dinamica delle placche tettoniche e nella
generazione del magma, oppure il ruolo delle interazioni delle strutture
profonde del mantello e del nucleo con l’idrosfera e l’atmosfera.
“Con la
trasformazione del capannone industriale che ha accolto i delegati del G7 in un
moderno edificio che ospiterà laboratori di ricerca, con anche un centro di
incontro e divulgazione, Sos Enattos si prepara a diventare a breve un polo di
attrazione scientifica di prim’ordine", sottolinea Massimo Chiappini,
Direttore del Dipartimento Ambiente dell’INGV. “Questo centro, chiamato SunLab,
è stato fortemente voluto dalla Regione Sardegna e sarà gestito congiuntamente
da INFN, INAF e INGV, i cui ricercatori, per la prima volta, potranno lavorare
in una sede comune”.
Il progetto
Earth Telescope ha suscitato grande interesse tra amministratori locali, media
e ricercatori di vari enti presenti in Sardegna, rafforzando la visione della
Regione come punto di riferimento scientifico non solo per le osservazioni
dello spazio profondo e dell’origine dell’universo ma anche per il fondamentale
studio dell’interno della Terra.
Nella foto in primo piano (da sx):
Massimo Chiappini, Direttore del Dipartimento Ambiente INGV, Marco Olivieri,
sismologo INGV, e Carlo Giunchi, sismologo INGV. Crediti: INGV.
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