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1950-1970 La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, inaugurazione domani a Torino

1950-1970 La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, inaugurazione domani a Torino

In mostra ai Musei Reali opere di Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri Afro Basaldella, Lucio Fontana Carla Accardi, Mimmo Rotella, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Tano Festa, Gastone Novelli, Giulio Turcato, Toti Scialoja, Franco Angeli, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Pino Pascali.

Author: Redazione Aurora/Friday, October 18, 2024/Categories: News, Art, Italia

Saranno le Sale Chiablese dei Musei Reali ad ospitare ”1950-1970 La grande arte italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea”, la grande e inedita mostra dedicata ai capolavori dei più importanti artisti del secondo Dopoguerra che sarà inaugurata domani 19 ottobre 2024 e resterà aperta fino al 2 marzo 2025. Le 79 opere esposte provengono dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e si trovano riunite insieme per la prima volta fuori dal museo di appartenenza, con l’obiettivo di creare un progetto critico ed espositivo dal forte rigore scientifico e al tempo stesso presentare a un ampio pubblico le testimonianze artistiche di una stagione irripetibile.

Pascali Pino, Primo piano labbra, 1964,Tela smaltata tensionata su struttura lignea con camere d'aria, 165x165x30 cm.


Prodotta da Musei Reali e Arthemisia con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la rassegna curata dalla Direttrice della GNAM Renata Cristina Mazzantini e dallo studioso Luca Massimo Barbero, è stata fortemente voluta e resa possibile da Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e direttore delegato dei Musei Reali di Torino. La mostra, oltre a sottolineare il trentennale rapporto che la soprintendente Palma Bucarelli ebbe con un gruppo eccezionale di artisti, mette in risalto la ricchezza delle collezioni del museo romano ed esalta i 21 artisti più rappresentativi che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell’arte moderna italiana.

“La mostra vuole mettere in luce – ribadisce la Direttrice Renata Cristina Mazzantini – la qualità, non sempre sufficientemente percepita, delle ineguagliabili collezioni della GNAM e di porre al tempo stesso l’attenzione sul ruolo da protagonista che la Galleria rivestì nella costituzione del patrimonio artistico italiano moderno e contemporaneo, grazie soprattutto al rapporto attivo che, nei suoi tre decenni al vertice della Galleria, la soprintendente Palma Bucarelli seppe intrecciare con gli artisti più significativi e innovativi di quella così alta stagione, da Burri e Fontana fino a Pascali”.

Dorazio Piero, Composizione astratta, 1956, Olio su tela, 113x162 cm, © Dorazio, by SIAE 2024.

 

Il percorso espositivo mette bene in evidenza le origini di quello che fu un vero e proprio “movimento artistico tellurico”. “È un percorso intenso, – dichiara Luca Massimo Barbero – e, in più sale, è un vero corpo a corpo fra i ‘nuovi maestri’ dell’arte italiana del dopoguerra, della quale si esplorano qui le radici e, per la prima volta, è possibile confrontarli al di fuori della collezione della GNAM. Per l’arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati come gli interpreti internazionali dell’allora contemporaneità”.

Fontana Lucio, Concetto, spaziale. Teatrino, 1965, Idropittura su tela con buchi e legno laccato, 175x202x6,5 cm, © Fondazione Lucio Fontana, Milano.

 

L’esposizione, suddivisa in dodici sale, si sviluppa in un avvincente percorso che propone confronti e dialoghi intercorsi negli anni del secondo dopoguerra tra gli artisti italiani più importanti, divenuti ormai irrinunciabile riferimento nel panorama artistico internazionale. La mostra si apre con due lavori simbolici, uno di Ettore Colla Rilievo con bulloni del ‘58/’59 e un altro di Pino Pascali L’arco di Ulisse del ’68; prosegue con una sala di capolavori di Capogrossi, tra cui una monumentale Superficie del 1963. Nella sala successiva viene indagato il tema della materia, elemento di ricerca fondamentale degli anni ’50, mettendo in dialogo due Concetti spaziali-Buchi di Lucio Fontana, tra cui uno del 1949, con lo straordinario “Gobbo” del ‘50 di Alberto Burri, rare opere di Ettore Colla, opere germinali di Mimmo Rotella e la ricerca astratta di Bice Lazzari. Due sale mettono poi a confronto due maestri dell’astrazione: Afro e Piero Dorazio, maestri che nel secondo dopoguerra contribuirono al successo dell’arte italiana negli Stati Uniti. Il “cardine della mostra”, come dichiara il co-curatore Barbero, si ha nel confronto tra due protagonisti indiscussi: Lucio Fontana e Alberto Burri; 11 emblematiche opere entrano in dialogo e, in particolare, si stabilisce un inedito accostamento tra il Concetto spaziale. Teatrino del 1965 del primo e il Nero cretto G5 del 1975 del secondo. 

Fontana Lucio, Concetto spaziale. Attese, 1963, Idropittura su tela con tagli, garze nere, 91x73,5 cm © Fondazione Lucio Fontana, Milano. 

 

Il fermento artistico e creativo che si sviluppò a Roma tra gli anni ’50 e ‘60 è rappresentato in mostra da un enorme décollage di Mimmo Rotella del 1957 e, via via, dalle opere storiche di Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Giulio Turcato, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Sergio Lombardo, Tano Festa. Un ulteriore inedito confronto si sviluppa tra un intenso monocromo nero di Franco Angeli e alcuni importanti Achrome di Piero Manzoni.