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Successo per il “Limone dell’Etna”, in primo piano al G7 di Siracusa con lo show cooking Di Franco Patanè

Successo per il “Limone dell’Etna”, in primo piano al G7 di Siracusa con lo show cooking Di Franco Patanè

L’antica storia di questa pregiatissima produzione si unisce felicemente con quella della granita siciliana, rinomata in tutto il mondo, che raggiunge l’apice del gusto proprio nella composizione con il succo del limone.

Author: Rita Sanvincenti/Sunday, September 29, 2024/Categories: News, Italia, Sicilia

Tra gli esponenti più rappresentativi della Sicilia, nel grande, decoratissimo  padiglione dedicato alla Sicilia, al G7 2024 “Divinazione EXPO Agricoltura e Pesca”, dal 26 al 28 settembre 2024, organizzato dal Ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste, che si è svolto a Siracusa, ha conquistato molto interesse il gruppo di produttori del “Limone dell’Etna” presieduto da Francesco Leotta, una realtà molto riconosciuta ed affermata a livello nazionale e con ampie prospettive anche in ambito internazionale. Il brand siciliano, che offre la garanzia della tracciabilità del prodotto certificato con il riconoscimento I.G.P. dell’Unione Europea, rappresenta infatti un’eccellenza italiana ed è riconosciuto e apprezzato per la straordinaria qualità dei suoi frutti. Ciò è dovuto alle speciali caratteristiche geografiche e climatiche e del terreno lavico dove gli alberi sono coltivati, situato alle pendici del vulcano, ricchissimo di sali minerali e con proprietà e caratteristiche organolettiche assolutamente uniche, in cui si uniscono quelle tipiche dei territori vulcanici e quelle dei terreni situati in prossimità del mare.


       

                                                                  Francesco Leotta, Presidente "Limone dell'Etna" al G7.

                                                                           

 

Il brand siciliano, che offre la garanzia della tracciabilità del prodotto certificato con il riconoscimento I.G.P. dell’Unione Europea, rappresenta infatti un’eccellenza italiana ed è riconosciuto e apprezzato per la straordinaria qualità dei suoi frutti. Ciò è dovuto alle speciali caratteristiche geografiche e climatiche e del terreno lavico dove gli alberi sono coltivati, situato alle pendici del vulcano, ricchissimo di sali minerali e con proprietà e caratteristiche organolettiche assolutamente uniche, in cui si uniscono quelle tipiche dei territori vulcanici e quelle dei terreni situati in prossimità del mare. I Limoni dell’Etna vengono coltivati da più di 200 anni lungo la fascia costiera Ionico-Etnea della Sicilia orientale denominata Riviera dei Limoni e sono prodotti secondo un rigoroso Disciplinare di produzione da una Rete di aziende promotrice del Marchio Geografico collettivo denominato Limone dell’Etna. Le aziende del gruppo, costantemente impegnate nella valorizzazione del territorio e custodi delle sue antiche tradizioni, sono ubicate tra i Comuni di Aci Castello e San Gregorio da un lato, e Calatabiano dall’altro, con baricentro tra Acireale, Giarre e Riposto.

                                           Francesco Leotta (da sx in primo piano) con Alessandro Spadaro. Al centro del gruppo Franco Patanè.


Sono tipiche del Limone dell’Etna le caratteristiche del succo dall’aroma particolarmente apprezzato, e dal contenuto di solidi solubili totali e di acidità più elevato rispetto ai frutti di limone coltivati in altre aree siciliane. È una specificità di questo prodotto anche la elevata qualità degli oli essenziali della buccia edibile.

Tali elementi distintivi che rendono pregiato questo frutto, raramente compresenti in altre zone limonicole, sono da attribuire alle peculiari caratteristiche climatiche e pedologiche dell’area di produzione, queste ultime legate alle caratteristiche geologiche, petrologiche e idrogeologiche del territorio fortemente influenzato dalla presenza del vulcano Etna. Allo stesso Etna, in particolare alle sue nevi, è legata l’origine della squisita granita siciliana, che occupa un posto di primo piano nella cultura enogastronomica dell’isola. La storia è iniziata, secondo quanto tramandato, con la dominazione araba in Sicilia, quando fu introdotto l’uso dello sherbet, bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta o acqua di rose. Il ghiaccio veniva ottenuto dalla raccolta della neve sui monti siciliani, soprattutto sull’Etna, che con 3.357 metri è la vetta più alta, e stivata nelle nivieri, piccole costruzioni di pietra edificate sopra grotte naturali o artificiali. Nella stagione estiva il ghiaccio che si era formato veniva utilizzato dopo averlo letteralmente grattato fino ad ottenere quelle scaglie che formavano e ancora oggi formano, la granita, la quale poi veniva ricoperta di sciroppo.

Arrivata ai giorni nostri, la granita siciliana non ha eguali nel mondo per caratteristiche e gusto. Gusto che, secondo la sua composizione più tradizionale, si realizza pienamente proprio con il limone, oltre che con il gelsomino e i gelsi neri, a cui si aggiungono poi altre varianti come il pistacchio, le mandorle, la fragola o il cioccolato, a seconda delle declinazioni tipiche dei diversi territori, tutte, però, rigorosamente accompagnate dall’altrettanto tipica, ottima brioscia siciliana. 

 

               

                                                                                        

Spettacolare, e di grande successo, tra gli eventi di show cooking siciliani al G7, la preparazione della granita, eseguita dal celebre maestro pasticciere e gelataio Franco Patanè (nelle due foto in alto) secondo l’antica tecnica e ispirata alla ricetta araba. Il risultato è una vera opera d’arte. Ed è lo stesso Patanè ad avere molto contribuito alla notorietà del Limone dell’Etna, utilizzando in particolare il “Verdello”, una delle tipologie di prodotto di maggiore qualità e ricchezza di proprietà benefiche.

 

Nella foto di apertura (da sinistra): Prof. Mariella Raciti (produttrice di limoni), Alessandro Spadaro, Franco Patanè, Franmcesco Leotta.

 

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